Originale: Robertreich.org

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9 aprile  2017

 

Populismo alla rovescia

di Robert Reich

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

La guerra della Casa Bianca tra Steven Bannon e Jared Kushner non sarebbe importante in un’amministrazione normale e con un presidente normale. Non c’è, però, nulla di normale riguardo alla Casa Bianca di Trump, il cui maggiore occupante esiste in una gigantesca bolla di narcisismo, impenetrabile da chiunque tranne che dai parenti stretti e da poche forti personalità.

E ciò rende particolarmente importante questa disputa.

Kushner è il fidato genero di Trump, un erede  di 36 anni, immobiliarista del New Jersey e di New York che non sa nulla di governo, ma che sa moltissimo su Trump e il cui portfolio di responsabilità continua a crescere ogni giorno.

Bannon è l’eroe arruffato della base populista anti-establishment che ha guidato la vittoria del Collegio Elettorale di Trump, ma che sembra stia perdendo influenza.

La differenza fondamentale tra Kushner e Bannon è l’ultra-populismo. Kushner è un multi-milionario politicamente moderato con interessi commerciali in tutto il mondo; alcuni di questi creano notevoli conflitti di interessi con i suoi attuali compiti – e che si trova molto a suo agio con tutti i CEO (gli amministratori delegati), i miliardari e i magnati di Wall Street che Trump ha attirato nella sua amministrazione.

Bannon odia l’establishment. “C’è una crescente rivolta anti-globale contro la classe politica permanente in patria e le élite globali che la influenzano e che hanno un impatto su tutti, da Lubbock, Texas a Londra, Inghilterra,” ha detto al New York  Times quando ha preso il comando di Breitbart News (un sito di notizie e opinioni) nel 2014.

Questi punti di vista opposti hanno potuto coesistere per un certo tempo. Per esempio, ha spiegato  Bannon alla Conferenza dei conservatori per l’azione politica, tenutasi alla fine di febbraio, che uno dei suoi obiettivi principali è la “decostruzione dello stato amministrativo”.

Se Bannon voleva intendere il ridurre i regolamenti emessi dalle agenzie amministrative, è un’idea che amano Wall Street e i CEO e che Trump ha accolto incondizionatamente. “Stiamo assolutamente distruggendo questi orribili regolamenti che ci sono stati piazzati sulla testa,” ha dichiarato Trump martedì scorso a un gruppo entusiasta di amministratori delegati delle grosse compagnie come Citigroup, MasterCard e Jet Blue (compagnia aerea low cost, n.d.t.).

Bannon, in realtà, voleva, però, dire qualcosa di molto diverso. Per Bannon “decostruire lo stato amministrativo” significa distruggere lo “stato”, cioè il nostro sistema di governo.

“Sono un leninista,” ha detto Bannon a un giornalista del sito Daily Beast alcuni anni fa (ora Trump dice che non ricorda la conversazione). “Lenin voleva distruggere lo stato e questo è anche il mio obiettivo. Voglio causare la rovina di ogni cosa  e distruggere tutto l’establishment di oggi.”

Sotto la tutela di Bannon, Trump ha attaccato le istituzioni fondamentali della democrazia americana. Ha attaccato i giudici che non sono d’accordo con lui; ha definito la stampa “il nemico degli Americani;” ha denigrato i gruppi che indagano sui fatti come le agenzie di intelligence, l’ufficio del Congresso per il Bilancio e gli scienziati governativi; ha dichiarato, senza averne le prove, che il suo predecessore lo aveva messo sotto controllo e ha ripetutamente mentito riguardo alla sua vittoria elettorale.

Piuttosto che sostenere un’indagine completa e indipendente per scoprire se qualcuno nella sua campagna elettorale potrebbe avrebbe potuto complottare con la Russia per interferire nelle elezioni del 2016, Trump ha fatto qualunque cosa possibile per sovvertirla.

La recente “retrocessione” di Bannon e la promozione di Kushner significano che si è vista la fine di questo tipo di attacchi? Ne dubito. Dopo tutto, in origine Trump ha accolto Bannon perché gli dava esattamente ciò che egli ha cercato per decenni: controversia, titoli sensazionali e, soprattutto, la sembianza di essere uno sconosciuto irriverente che rifiuta la politica come al solito e che irrita Washington fino al midollo.

E’ quindi in dubbio se o Bannon o Kushner  uscirà vincitore. Continueranno a mandare avanti le loro proprie opinioni e piani di azione nella caotica Casa Bianca di Trump.

Questo significa che probabilmente rimarremo con il peggio di entrambi i mondi che  Trump è già sulla strada di adottare: il marchio di populismo anti-establishment di Bannon che cerca di minare le fondamentali istituzioni democratiche del governo, e il repubblicanesimo oligarchico di Kushner che dà potere e arricchisce i CEO, Wall Street e i miliardari.

Questo è esattamente il contrario di ciò che vogliono la maggior parte degli Americani.

Gli Americani odiano i tanti soldi in politica, ma hanno una profonda venerazione per le istituzioni del governo: la Costituzione, la Carta dei diritti, un magistratura indipendente, l’ufficio del presidente (indipendentemente da chi lo abiti), la libertà di stampa, il diritto di voto e la verità.

Gli americani sono giustamente furiosi che il sistema è manipolato contro di loro, ma sono arrabbiati con i manipolatori, non per il sistema.

Tuttavia, Kushner proteggerà i manipolatori e Bannon ha intenzione di distruggere il sistema. E Trump è molto contento di fare entrambe le cose.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/upside-down-populism

 

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