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10 ottobre 2017

 

Scontri alla marcia per i diritti dei Mapuche

 

Scontri a Santiago del Cile tra la polizia e gli indios Mapuche, che con i loro sostenitori manifestavano per i loro diritti. In 5 mila hanno marciato fra suoni di tamburi e di corni, in un corteo colorato per chiamare alla “resistenza Mapuche” e protestare “per il colonialismo che abbiamo sofferto”, come ha spiegato il leader Rodrigo Curipan. Tra le richieste dei manifestanti il rilascio di una decina di membri del popolo Mapuche in prigione per aver condotto attacchi a mezzi e a proprietà private nel Cile meridionale. A tali azioni nel paese è stata applicata la legge antiterrorismo, ma già settimana scorsa la presidente Michelle Bachelet ha chiesto ai magistrati di alleggerire l’uso della legge contro gli attivisti della minoranza etnica anche per le critiche e le pressioni giunte dall’Onu.
I Mapuche sono un popolo amerindo originario del Cile centrale e meridionale e del sud dell’Argentina, in realtà un’etnia variegata composta da numerosi gruppi che condividono tra loro una stessa struttura sociale, religiosa ed economica, così come un’eredità linguistica comune.
Secondo i dati del censimento del 2002 sarebbero solo 604.349, vale a dire appena il 4% della popolazione cilena, mentre circa 300mila vivono sull’altro versante delle Ande, in Argentina.
Hanno una economia basata sulla agricoltura; la loro organizzazione sociale è sviluppata in famiglie estese, sotto la direzione di un “lonco” o capo.

 

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