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30 aprile 2017

 

Scioperano 35 milioni di brasiliani

di Brasil de Fato

Traduzione a cura del Comitato Carlos Fonseca

 

La Centrale Unica dei Lavoratori e i movimenti sociali hanno promosso il 28 aprile quello che già molti definiscono il più grande sciopero generale degli ultimi decenni in Brasile. La protesta, repressa con violenza in molte città, ha visto l’adesione di almeno 35 milioni di lavoratori, forse 40. E’ stata convocata contro le selvagge riforme del lavoro e delle pensioni proposte dal governo Temer: 49 anni di contribuzione continuativa e 65 anni di età per andare in pensione in un paese dove la metà degli occupati svolge un lavoro informale e l’abolizione di fatto della contrattazione collettiva. Il Brasile, come spiega in un’intervista di grande interesse il geografo Carlos Walter Porto Gonçalves, è un paese devastato dall’agro-business e prigioniero della logica sviluppista, dove un pesante processo di de-ruralizzazione crea sub-urbanizzazione ma, paradossalmente, non ci sono mai stati tanti agricoltori e tante espulsioni di comunità contadine e indigene. Se cresce anche il numero di persone che vivono nei campi, cosa mangerà la gente “sub-urbanizzata”? E’ il caos sistemico tante volte denunciato, oppure, per dirla in un altro modo, la guerra degli Stati contro i poveri invece che alla povertà ma la resistenza rinasce.

 

Lo sciopero generale di venerdì (28) è già considerato dalla Centrale Unica dei Lavoratori (CUT) come la maggiore mobilitazione della storia del Brasile, e si stima che circa 35 milioni di brasiliani si siano astenuti dal lavorare. Per il presidente della CUT, Vagner Freitas, questo è il maggiore sciopero del lavoro effettuato ora nel paese, e lo ha comparato con il movimento del 1989, quando 35 milioni di lavoratori fermarono i propri lavori. “Non ci sono ancora stime, ma la centrale crede che supererà questo numero”, ha detto Freitas al sito Congreso en Foco.

Lo sciopero generale ha avuto una grande adesione nelle più diverse categorie di lavoratori, colpendo significativamente la mobilità a San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Fortaleza, Curitiba e praticamente in tutte le grandi città del paese.

Decine di categorie hanno aderito al giorno nazionale di paralisi, fermando trasporti, scuole, banche e industria in tutto il paese. Nelle strutture sanitarie (ospedali, unità di base, presidi di pronto soccorso), dove non si può bloccare al 100%, i lavoratori fanno turni simili a quelli del fine settimana, dando la priorità alle cure d’emergenza.

Le manifestazioni sono per denunciare i tagli ai diritti, promossi dalle riforme del lavoro e delle pensioni del governo golpista di Michel Temer (PMDBI).

San Paolo, la maggiore città del Brasile, si è svegliata venerdì senza trasporto pubblico e con blocchi in alcune delle principali strade in un giorno di sciopero generale promosso dai sindacati contro le riforme di austerità proposte dal presidente, Michel Temer. Le autorità pauliste hanno confermato 16 arresti.

 

Repressione degli scioperanti

 

San Paolo

La polizia di San Paolo ha brutalmente represso i manifestanti che bloccavano le strade nella zona ovest. A Río de Janeiro la polizia ha represso i lavoratori che bloccavano il ponte Río-Niteroi.

La polizia del governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin, ha cominciato reprimendo la manifestazione dei lavoratori dell’Università di San Paolo nella regione ovest della città.

La manifestazione, organizzata dai lavoratori e dagli studenti dell’Università di San Paolo (USP) e dal Comitato della Zona Ovest è uscita dal portone principale dell’università e ha proseguito per via Alvarenga fino ad uno dei più importanti incroci e con più traffico della zona, dove si sono uniscono l’Avenida Francisco Morato, la Vital Brasil e l’accesso a Marginal Pinheiros.

La polizia del governatore Alckmin ha brutalmente represso la manifestazione, utilizzando non solo i “tradizionali” proiettili di gomma e i gas lacrimogeni, ma anche veicoli blindati che sono stati comprati dal governo di Alckmin per milioni di dollari.

 

Río de Janeiro

A Río de Janeiro le truppe di scontro del governatore hanno represso con proiettili di gomma e gas lacrimogeni i lavoratori in sciopero che stavano bloccando il ponte Río-Niterói. Di fronte all’entrata del ponte e al terminal dei bus di Novo Rio, i manifestati hanno continuato il blocco del ponte per tutto la giornata del 28 aprile contro gli attacchi di Temer.

I lavoratori portuali, di fronte alla brutale repressione, a Río de Janeiro non si sono fatti intimidire e hanno resistito, opponendosi agli attacchi della riforma del lavoro e delle pensioni di Temer effettuati per farci lavorare fino alla morte con lavori precari.

La forza della classe lavoratrice non può essere silenziata né con i proiettili di gomma né con i gas lacrimogeni in questa storica giornata di sciopero del 28 aprile, che è la maggiore mobilitazione della classe operaia degli ultimi decenni.

 

 

 

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