Originale: Informed Comment

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10 aprile 2017

 

Contraddizioni che si acuiscono

di Juan Cole

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Domenica 9 aprile,  Daesh (ISIS, ISIL) ha rivendicato la responsabilità per i due attentati suicidi nelle chiese cristiane del basso Egitto nella Domenica delle Palme, che hanno causato 40 morti e 100 feriti.

Il bilancio delle vittime sarebbe stato più alto se un poliziotto egiziano non avesse impedito a un attentatore suicida di entrare nella Cattedrale di San Marco, ad Alessandria. Il terrorista, temendo che la sua missione potesse  andare a monte,   ha fatto esplodere la sua carica esplosiva  lì sulla strada, uccidendo circa 17 persone, compreso il poliziotto, Emad al-Rokeby che per primo lo ha fermato, insieme a parecchi altri suoi colleghi.

In tutti i servizi su questo  incidente, pochi noteranno che dei Musulmani hanno sacrificato la loro vita per proteggere una collettività cristiana.

Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi,         che è andato al potere nel 2013 con un colpo di stato militare contro la Fratellanza Musulmana che era stata eletta, ha fatto dell’attacco un pretesto per dichiarare uno stato di emergenza di 3 mesi, sospendendo la maggior parte dei diritti civili e permettendo alla polizia di entrare nelle case senza un mandato, alla polizia informatica di spiare praticamente tutti, e  l’arresto e la carcerazione  senza accuse di chiunque voglia il governo. Mentre non si vuole dare la colpa alla vittima (Daesh è responsbile), è anche vero che questa specie di autoritarismo arbitrario rendono l’Egitto meno e non  più stabile.

Daesh ha rilasciato una dichiarazione normalmente infantile e idiota riempito di prosa stravagante che dice: “I Crociati e i loro alleati apostati, dovrebbero sapere che il conto  tra noi e loro  è molto grosso e lo pagheranno con fiumi di sangue dei loro figli, se Dio vuole. Aspettateci perché vi aspetteremo.”

I Crociati sono le Potenze cristiane e gli apostati, cioè coloro che sono accusati di abbandonare l’Islam, sono i governi con rapporti amichevoli con l’Europa e le Americhe. Tuttavia, questo modo di suddividere il mondo, è alquanto stupido. Molti Cristiani del Medio Oriente sono nazionalisti locali ed esprimono una forte critica del nazionalismo, cosicché non si possono proprio raccoglierli  in un fronte cristiano con Donald Trump che, comunque, non somiglia molto a un cristiano.

L’Egitto è un paese di circa 85 milioni di persone. Dovunque i Cristiani Copti costituiscono dal 6% al 10%     della popolazione, cioè tra i 5 e gli 8,5 milioni di persone. Costituiscono, quindi, una comunità cristiana grande come minimo quanto la Danimarca, ma probabilmente grande quanto l’Austria, all’interno del più popoloso paese arabo (circa un quinto di tutti gli Arabi vivono in Egitto). Alcuni sono poveri, altri della classe media e alcuni sono miliardari. I Cristiani Copti, una delle comunità cristiane più antiche del mondo, non svolgono un ruolo così importante in politica quanto i loro numeri giustificherebbero, in parte perché l’Egitto è stato perlopiù una dittatura fin dal 1952. In un parlamento genuinamente parlamentare, sarebbero un ambìto voto decisivo.

Non è, tuttavia, un segreto che molti leader copti e  probabilmente la maggior parte dei membri ordinari, erano estremamente nervosi per il governo della Fratellanza Musulmana del 2012-2013 che temevano che li avrebbero ridotti a cittadini di seconda classe  perché non sono Musulmani. Quando Mohammed Morsi è stato deposto, gli attivisti a furiosi della destra religiosa musulmana, hanno incendiato molte chiese. Ci sono stati altri incidenti, compreso il bombardamento di una chiesa soltanto lo scorso dicembre.

Salma Abdel Nasser chiede al giornale egiziano Masrawi, perché Daesh (ISIS, ISIL) ha preso di mira due chiese cristiane copte per gli attentati della Domenica delle Palme. Enumera:

-Vendetta per il rovesciamento del 2013 del governo della Fratellanza Musulmana di Mohammed Morsi (anche se i Cristiani copti non hanno nulla a che fare con la vera organizzazione del colpo di stato, e le autorità musulmane come gli ecclesiastici del Seminario al-Azhar erano più importanti nel loro appoggio ad al-Sisi).

– I terroristi sanno che gli attacchi ai Cristiani Medio Orientali diventeranno notizie da prima pagina in tutto il mondo.

-Sanno che le morti di membri della minoranza si riflettono scarsamente sul governo egiziano, mostrandolo come incompetente, e facendogli pressione.

– Rappresentare l’Egitto alla comunità internazionale come un paesi in subbuglio dal punto di vista della politica, della società e dell’economia.

Si potrebbe aggiungere a questa lista un tentativo di danneggiare il turismo in Egitto che praticamente è calato fin dal 2010. Era ancora oltre l’11% del PIL dell’Egitto nel 2015, ma ha sofferto un rapido declino nel 2016, e …ora questo. (Parlando da un punto di vista statistico, non c’è particolare pericolo ad andare in Egitto che  è, semmai, in generale fin troppo sicuro, come succede con la maggior parte degli stati di polizia).

Infine, come accade sempre con il terrorismo settario, Daesh sta tentando di acuire le contraddizioni. Se possono  irritare i  Cristiani e permettere loro di  attaccare l’Islam e i musulmani, e di creare un’atmosfera  crescente di odio settario in cui i Musulmani moderati devono prendere posizione e decidere da quale parte stare. Daesh ha perseguito efficacemente questa strategia in Iraq riguardo a incrementare    le tensioni sunnite e sciite, fino a quando, nel 2014, sono riusciti a prendere il controllo delle aree arabo sunnite dell’Iraq.

Non è probabile che avranno successo in Egitto, dove la popolazione urbana (una leggera maggioranza) per lo più disprezza l’estremismo musulmano e dove gli egiziani rurali sono un misto di Sufi, di tradizionalisti e perfino di Nasseriani vecchi stile. La base di popolazione a favore dei jihadisti salafiti, è per lo più assente in Egitto, tranne che nella penisola del Sinai, motivo per cui stanno compiendo attentati disperati come quello di domenica.

Il pericolo maggiore non è che i Copti cadranno nei loro tranelli, ma che il governo egiziano vi cadrà, incrementando il suo autoritarismo  al punto in cui si alienerà la popolazione generale (la maggior parte della quale è piuttosto giovane), nel modo in cui lo ha fatto Hosni Mubarak (in carica dal 1982 al 2011).

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/sharpening-contradictions

 

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