Quando la smetteranno, israeliani
e palestinesi,
di fornire alibi
a chi campa da decenni speculando comodamente
sul loro drammatico conflitto?

di Gioele Magaldi

Commando fa strage nel Sinai, oltre 300 morti


Gli egiziani seppelliscono
le vittime della moschea

di Loula Lahham

La lotta eterna 
dei salafiti al misticismo sufi

di Michele Giorgio


Il presidente dell’Egitto
di fronte a gravi problemi

di Robert Fisk

 
 

Pandora TV News

20.11.17

Nuova guerra
in vista
In Medio Oriente

debka.com - 20 Nov 2017 - Saad Hariri, who resigned as Lebanese prime minister in Riyadh two weeks ago, has announced a visit to Cairo on Tuesday and is scheduled to meet with Egyptian President Abdel Fattah El-Sisi. On his arrival in Paris from Riyadh Saturday, Hariri said he would return to Beirut “in the next few days” to take part in his country’s independence celebrations which take place on Wednesday. That trip is still to be confirmed. DEBKAfile’s exclusive on the background of the Hariri crisis.

Hariri atterra in Francia, 
mercoledì a Beirut

di Roberto Prinzi

 

Dopo il prolungato (e misterioso) soggiorno in Arabia Saudita, il premier dimissionario libanese è atterrato stamane a Parigi dove incontrerà il presidente francese Macron. Tornerà a Beirut per il Giorno dell’Indipendenza.

I sauditi progettano di abbandonare la Palestina in cambio di una guerra all’Iran

 

I tiranni dell’Arabia Saudita progettano di vendere la Palestina. Questo sembra loro l’unico modo per ottenere il sostegno dagli Stati Uniti per la loro fanatica campagna contro il nemico iraniano.

Medioriente, quel che si vorrebbe
e quel che purtroppo è

di Fulvio Grimaldi


La prossima guerra

di Abd al-Bari Tahir


L’affronto inflitto a Macron
in Arabia Saudita

di Thierry Meyssan


Media sauditi sulla visita del card. Raï: all’ombra della vicenda Hariri

Onu: “L’accordo con la Libia
è disumano” A Minniti fischiano
le orecchie

di Alessandro Avvisato

Hariri smentisce il trattenimento coatto, ‘tornerò presto’. Come pedina di Mbs
di Enrico Oliari

What Hariri's Resignation
Means for Lebanon

By Bilal Y. Saab
Il Libano vuole il rientro a Beirut 
di Hariri bloccato dai sauditi

Saad Hariri prigioniero a Riad. La linea ufficiale di Beirut in un incontro fra il presidente Aoun
e gli ambasciatori

Le politiche saudite
creano caos in Libano


Riad minaccia il Libano: guerra imminente

di Giordano Stabile

 

I sauditi alzano il livello di scontro per colpire Hezbollah. E Beirut li accusa di tenere prigioniero il premier. I Paesi del Golfo chiedono ai propri cittadini di rientrare


Medio Oriente: dinamiche più pro-Teheran che pro-Riad

di Lorenzo Kamel


Che succede a quegli squinternati dei sauditi?
L'Arabia Saudita
spinge Israele verso la guerra.
Questo il senso di un articolo pubblicato a firma Shapiro
su
 
Haaretz.

Le dimissioni di Hariri annunciano una nuova guerra?

di Ghazi Dahman


Mohammed bin Salman lancia la ‘guerra totale’ all’Iran

Il filo rosso
che lega Beirut a Riad

di Alberto Negri


Principe saudita abbattuto
con il suo elicottero
alla frontiera con lo Yemen

 

Il principe saudita Mansour bin Muqrin bin Abdulaziz, vice governatore della regione di Asir, confininante con lo Yemen, è rimasto ucciso questa Domenica per l’abbattimento del suo elicottero su cui viaggiava con la scorta costituita da sette ufficiali di alto rango, ne hanno dato notizia le fonti ufficiali saudite.


Maxmur: la centralità dei giovani e delle giovani donne


Le rivelazioni bomba dell’ex premier
del Qatar
sulle complicità con
il terrorismo jihadista, ignorate dai media

 

La bomba della rivelazione della colpevolezza statunitense e saudita nella creazione di ISIS Ignorata dai Media Mainstream – e dal Team Trump

L'erede al trono arresta tutti

di Luigi Guelpa 

Il giovane reggente filo-occidentale ordina le manette per 11 principi e 4 ministri. Ma ha un obiettivo segreto


Il Kurdistan affossato
prima di nascere

di  Alain Rodier


Dossier rojava


Quello che il referendum kurdo nasconde

di Thierry Meyssan


Dai comuni al confederalismo democratico nella Federazione Democratica Siria del nord

di Halit Ermi?


La forza del Qatar
nella crisi del Golfo

di Fares al-Khattab

 

Della crisi del Golfo, che vede coinvolti il Qatar e le sue “sorelle”, nessuno dubita che le rivendicazioni e le richieste degli Stati del boicottaggio facciano in realtà parte di un progetto molto più ampio, il cui fine è il cambiamento politico del Paese e l’allontanamento dal potere del suo emiro, lo Sheikh Tamim Bin Hammad al-Thani, a causa di una opposizione interna (e fabbricata).

Affluenza alta alle urne,

 soldati al confine

 

Secondo i risultati provvisori, il “Sì” è al 93%. Baghdad: “Non dialogheremo con i curdi”. Il parlamento iracheno vota per il dispiegamento di soldati vicino alle aree controllate dal Krg dal 2003. Ankara minaccia l’invasione del nord dell’Iraq

Se Erbil verrà isolata l’indipendenza morirà

di Chiara Cruciati    

 

Intervista a Kamal Chomani, analista al Tahrir Institute: «Non ci saranno invasioni. Il Kurdistan vive degli scambi con i paesi vicini: se Turchia e Iran chiudono i confini, il referendum collassa». E Baghdad dà tre giorni a Barzani per cedere gli aeroporti

Libia: in corso violenti scontri tra forze Haftar e milizie islamiste a Derna

Sul referendum nel Kurdistan iracheno

La scissione curda in una prospettiva storica

di Lorenzo Kamel


Prime elezioni nei territori federati del nord della Siria. Un’altro passo verso
la democrazia

di Nicolardi Nadia


Riyadh apre la frontiera col Qatar per lasciar entrare i pellegrini dell'hajj

Emerge una nuova alleanza
nel Medio Oriente allargato

di  Thierry Meyssan

Traduzione di Matzu Yagi

 

A poco a poco, la politica estera del Presidente Trump sta prendendo forma. Per quanto riguarda il Medio Oriente allargato, egli è giunto, con l’aiuto del suo consulente per la sicurezza nazionale, il generale H.R. McMaster, e il suo direttore della CIA, Mike Pompeo, a porre fine ai programmi segreti che offrono aiuto ai jihadisti.


Fratelli in armi contro i jihadisti.
Foto: in alto da destra a sinistra –
Il presidente siriano Bashar al-Assad
il Segretario generale di Hezbollah
Sayyed Hassan Nasrallah,
il generale Mohammed Ali Jafari, comandante in capo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, il presidente libanese Michel Aoun, il primo ministro iraqeno Haider al-Abadi.

Venti di guerra soffiano 
al confine tra Libano e Israele

di Michele Giorgio

 

Lo scenario più probabile di un nuovo conflitto nella regione è tra Hezbollah e Stato ebraico. I “lavori di manutenzione” della barriera di confine con il Libano che Israele avvierà tra qualche giorno rischiano di innescare il secondo round della guerra combattuta nel 2006

Uno stato vassallo  

di Robert Fisk

Mohamed bin Abdulrahman Al-Thani sa molto bene che se il Qatar  si sottometterà  alle 13 richieste senza precedenti – alcune delle quali offensive, che l’Arabia Saudita, il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto gli hanno fatto, cesserà  di esistere come Stato nazione.

Qatar. I paesi arabi presentano una nuova lista di punti insostenibili, come la chiusura di Al-Jazeera

di Ehsan Soltani

Il Qatar respinge
le richieste dei sauditi, irrealistiche

di Enrico Oliari

Israele, Hamas e il Qatar

di Yuval Abraham

 

Israele ha un duplice approccio nei confronti del Qatar. Da una parte condanna l’appoggio che offre ad Hamas, dall’altra, attribuisce grande importanza al sostegno di Doha alla ricostruzione di Gaza e al denaro che fornisce per gli stipendi ed i servizi pubblici al suo interno

Il teorema saudita
per colpire l’Iran 

Ora l’ultima frontiera della guerra interna al mondo islamico passa all’improvviso attraverso il Libano. Il teorema del regime di Riad, in netto svantaggio nella partita siriana, appare semplice: colpire Hezbollah significa indebolire l’Iran degli Ayatollah. O meglio, non potendo affrontare il nemico frontalmente lo si colpisce alle spalle

Si può distruggere il Califfato.
Non la Jihad, perché è un’epidemia,
ideologica, sociale, esistenziale

di Massimo Fini

 

Nonostante la furiosa e disperata resistenza degli uomini di Al Baghdadi, Mosul e Raqqa, le roccaforti di quello che ai suoi esordi si chiamava ‘Stato Islamico dell’Iraq e del Levante’, definizione che avrebbe già dovuto mettere in allarme, stanno per capitolare e il Califfato per essere spazzato via dalla faccia della terra. Ma con esso non sparirà la Jihad. Perché la Jihad è un’epidemia, ideologica, sociale, esistenziale, che finora, oltre che in Iraq e in Siria, si è manifestata, sia pur in forme non omogenee, in Libia, in Egitto, in Tunisia, in Algeria, in Marocco, in Somalia, in Mali, nelle Filippine, in Bangladesh, in Pakistan (l’Afghanistan fa storia a sé) e potrebbe contagiare anche gli occidentali propriamente detti (non solo i figli degli immigrati che vivono in Europa e i figli dello ‘ius soli’).

Darwin sparisce dalle scuole turche,
 Tahrir da quelle egiziane

 

Ankara annuncia la rimozione della teoria dell’evoluzione dalle scuole elementari, Il Cairo cancella le mobilitazioni popolari da quelle superiori. Per le classi scolastiche passa l’imposizione di una narrativa di Stato


Aggiustamenti in Medio Oriente

di Thierry Meyssan

 

Mentre gli Stati del Medio Oriente allargato si dividono tra sostenitori e oppositori del clericalismo, Washington, Mosca e Pechino negoziano un nuovo accordo. Thierry Meyssan valuta l'impatto di questo terremoto sui conflitti palestinese, iracheno-siriano e yemenita.

Ogni trentacinque secondi 

di Alessandro Ghebreigziabiher

La “Nato araba” dietro le accuse
al Qatar

Sette giorni 
in sette foto: 
edifici distrutti

 

Per una settimana vi proporremo ogni giorno una foto scattata dalla nostra collaboratrice Federica Iezzi a Sana’a. Sette foto per raccontare la vita quotidiana in un paese martoriato dalla guerra 


Dall’Iran cibo
e materie prime al Qatar
per arginare il blocco dei Paesi del Golfo 

Che succede
in Qatar?
È il gas, 
bello

di Ziad Fadil


Bombe egiziane 
filo-Haftar su Derna

di Chiara Cruciati   


L’Egitto non arretra: da venerdì, quando un commando islamista ha ucciso 29 copti vicino alla città egiziana di El-Minya, Il Cairo ha bombardato per tre volte Derna, città libica controllata in parte dagli islamisti del Consiglio della Shura dei mujahideen e in parte dal rivale esercito del generale Haftar.

lantidiplomatico.it - 22725/05/2017 - Il Financial Times ci informa che la Nato entrerà formalmente nella coalizione contro l’Isis per combattere il terrorismo, attivando l’art.5 del trattato del Nord Atlantico. La credibilità della lotta al terrorismo “doppiamente” guidata dagli Usa (Nato e coalizione anti-Isis) si infrange tuttavia contro la drammatica realtà di alcuni “fatti testardi”: oggi la stretta alleanza tra Washington e Ryad, i cui fiumi di petrodollari alimentano la diffusione dell’estremismo di matrice islamica; ieri quell’intervento della Nato in Jugoslavia (estendendo il raggio d’azione in violazione proprio dell’art. 5) la cui conseguenza - ci ha ricordato il New York Times in un’inchiesta del maggio 2016 - è stata quella di ridurre il Kosovo, attraverso il sostegno all'Uck, nel “principale centro di reclutamento in Europa per l’Isis, e in generale per l’islam radicale, promosso dai finanziamenti inviati dall’Arabia Saudita”. Diego Bertozzi

lantidiplomatico.it/ - 22/05/2017 - Che cosa c'è dietro il discorso di Trump a Riad? Il terrorismo e l'Isis sono una scusa. Americani, inglesi e giordani puntano a tagliare il corridoio iraniano con l'Iraq e la Siria. Spinti da Israele e dai sauditi, gli Usa per giocare la partita siriana intendono bloccare i rifornimenti iraniani a Damasco e Hezbollah. Questa è la "guerra dei corridoi" che verrà. Ecco perché gli israeliani cercano di far passare il messaggio che il problema non è l'Isis ma Iran e Hezbollah, messaggio trasmesso anche dai sauditi che pagano profumatamente anche per questo. Il resto è retorica. Alberto Negri



Ipocrita e altezzoso

di Robert Fisk


“C’è continuità tra Obama
e Trump in Medioriente”.
Intervista a F. Scaglione




Cairo, dalla conferenza di al-Azhar il tentativo di uscire dal binomio islam e violenza

di Fady Noun 

L'incontro voluto con forza dal presidente egiziano al-Sisi per combattere l’ideologia dello Stato islamico. Vescovo copto-ortodosso di Tanta: Al terrorismo rispondiamo con la pace. Dietro le violenze il binomio fondamentalismo/relativismo. L’annoso problema della esegesi del Corano.


 

Medioriente,
l’eredità 2016

di Mostafa
El Ayoubi


Riflessioni sulla situazione geopolitica del Medio Oriente direttamente dal fronte iracheno.

di Sebastiano Caputo


A Tripoli tentativo
di golpe per rovesciare il governo mediato dall’Onu

bbc.com – 9 gen 2017 - Almeno otto persone sono state uccise a el-Arish nel nord del Sinai, in un attentato suicida contro una stazione di polizia. I rapporti dicono che l'attentatore ha speronato l'edificio con un camion pieno di esplosivo. I militanti poi hanno aperto il fuoco sulla stazione. Nessun gruppo si è ancora assunto la responsabilità per l'attacco, ma la zona è spesso presa di mira da islamisti che hanno legami con il cosiddetto gruppo dello Stato Islamico, i gruppi islamici sono accusati di aver effettuato oltre 400 attacchi nella regione del Nord del Sinai tra il 2012 e il 2015. Il gruppo jihadista Provincia del Sinai, gli insorti più attivi, giurarono fedeltà allo Stato Islamico nel novembre 2014. Il gruppo è stato inizialmente chiamato Ansar Beit al-Maqdis (sostenitori di Gerusalemme), ed è attivo nella penisola del Sinai dal 2011. Ha tra i 1.000 e i 1.500 membri attivi.

Lavrov elogia Haftar
a Mosca
e difende indipendenza Libia