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August 05, 2017

 

18.000 peshmerga si sono ritirati da Sinjar prima dell’attacco dello Stato Islamico

 

Un rapporto inedito del Governo Regionale del Kurdistan in Iraq KRG, secondo quanto riferito, rivela che 18.000 peshmerga del KDP di Massoud Barzani si trovavano sul posto e si sono ritirati senza montare nessuna difesa quando lo Stato Islamico ha attaccato la zona yazida di Sinjar il 3 agosto 2014.

 

Il canale curdo KNK, di base nel Kurdistan Iracheno ha riferito che una delegazione composta da più di 500 funzionari del Ministro della Giustizia , del Ministero degli Interni , del Ministero dei Peshmerga e del Governo Regionale del Kurdistan aveva preparato un rapporto nel settembre del 2015 basato sulle loro indagini a Sinjar, e lo avevano sottoposto al Governo Regionale del Kurdistan.

È emerso che questo rapporto non è ancora stato reso pubblico nonostante siano passati tre anni da quando il genocidio è stato perpetrato e due anni da quando il rapporto è stato preparato.

Il canale televisivo KNN ha reso noto il contenuto del rapporto e i nomi dei comandanti dei peshmerga che all’epoca dell’invasione si trovavano sul luogo, affermando che al momento dell’attacco di ISIS si trovavano sul posto 18.000 militari armati del KDP. Come ha rivelato il canale, la sezione del rapporto contiene le seguenti forze militari che si trovavano di stanza allora a Sinjar e nel circondario.

* Le forze Zêrevanî ( corpo speciale del KDP) sotto il comando di Musa Gerdi nella regine di Rabîa
* Le forze della 17a brigata sotto il comando di Serbest Bapîrî
* Le forze antiterrorismo sotto il comando di Wehîd Kovlî
* Le forze armate di Duhok sotto il comando di Sheikh Elo
* Le forze Zêrevanî sotto il comando di uno dei comandanti Zêrevanî, Seîd Kêsteyî
* La 14 esima unità Zêrevanî comandata da Hemîd Hecî Xidir.

Questa parte del rapporto rivela anche che 18.000 militari ben equipaggiati del KDP posizionati a Sinjar e nei dintorni all’epoca del massacro agivano sotto il comando di Masrour Barzani, capo dei servizi segreti Parastin del KDP e figlio del del leader del KDP Massoud Barzani.

Secondo le notizie, il rapporto contiene le seguenti informazioni sulla dimensione del genocidio:

* 6417 persone cadute nelle mani dei militanti dello Stato Islamico
* Il destino di 3325 persone non è ancora noto
* Corpi di yazidi sono stati scoperti in 45 fosse comuni
* 1293 persone sono state massacrate nella sola notte dell’attacco genocida
* 380,000 persone sono state sfollate e sono divenuti rifugiati
* 100,000 yazidi hanno abbandonato i territori del Kurdistan iracheno a seguito del genocidio.
* 1770 bambini hanno perso il padre
* 427 bambini hanno perso la madre
* 365 sono diventati orfani
* 68 luoghi sacri e cimiteri della comunità yazida sono stati fatti saltare dai militanti dello Stato Islamico

Il 3 agosto 2014 lo Stato Islamico aveva conquistato la maggior parte del distretto di Sinjar nell’ Iraq nord-occidentale, casa di casa di circa 400.000 yazidi, dopo che i peshmerga del KDP di Massoud Barzani si erano ritirati dalla zona senza combattere abbandonando i civili yazidi alle uccisioni e al genocidio di IS

Gli yazidi avevano implorato i pesherga del KDP di dare almeno le loro armi in modo da dare una possibilità di difendersi contro i militanti dello Stato Islamico , ma i peshmerga si erano rifiutati. Lo avevano dichiarato rifugiati yazidi nel Kurdistan iracheno nell’agosto 2014. Molti yazidi hanno perso la fiducia in Barzani quando le sue forza hanno fallito nel proteggerli dai militanti dello Stato Islamico, mentre il PKK e il partito fratello siriano sono visti come salvatori degli yazidi.

Migliaia di famiglie curde sono fuggite sul Monte Sinjar, dove sono rimaste intrappolate , e hanno sofferto la mancanza di acqua, cibo, uccisioni, e il rapimento di migliaia di yazidi, così come lo stupro e la prigionia di migliaia di donne. Secondo le organizzazioni dei diritti umani, migliaia di ragazze e di donne curde sono state costrette a sposarsi o sono state vendute come schiave sessuali dai jihadisti di IS.

Circa 3000 donne e bambini yazidi sono prigionieri dello Stato Islamico. Giustizia per i crimini che hanno subito gli yazidi, compresa la schiavitù sessuale, non è ancora stata fatta.

 

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