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9 giugno 2017

 

Raqqa: le ambiguità della lotta al Terrore

 

A Raqqa, «invece di eliminare i terroristi, responsabili della morte di centinaia di migliaia di civili siriani, la coalizione internazionale diretta dagli Stati Uniti, e le forze democratiche siriane (milizie composte dai cosiddetti ribelli siriani e da curdi ndr.), hanno trovato un’intesa con i capi di Daesh (o Isis ndr.) che lasciano senza combattere le postazioni che avevano occupato per andare nelle province dove operano le truppe del governo siriano». Così il generale di corpo d’armate Sergueï Surovykin sul sito Sputnik del 9 giugno.

 

Parole più che inquietanti quelle del generale, che potrebbero essere frutto di propaganda. E però, proprio per la gravità delle accuse, che di fatto indicano una convergenza tra Stati Uniti e forze del Terrore contro il comune nemico Assad, ci si aspetterebbe una secca quanto indignata smentita, visto anche l’orrore che semina l’Isis in Occidente.

 

 

Ad oggi non risulta nessuna smentita al riguardo. E val la pena ricordare che un’analoga strategia fu adottata a Mosul (sul punto vedi Piccolenote), quando all’Isis vennero offerte vie di fuga lungo la direttrice siriana (cosa in parte poi frenata dall’intervento delle milizie sciite filo-iraniane alleate di Assad).

 

Allora, a descrivere nel dettaglio tale inquietante strategia, non fu certo un oscuro complottista, ma il Generale al Barwari, capo della Golden division antiterrorismo irachena, interpellato sul tema non da un sito di seconda linea, ma dal quotidiano La Repubblica.

 

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