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sabato 25 febbraio 2017

Il cambio di strategia semina morte: 42 vittime a Homs
di Fabio Carminati

Colpite due sedi dei servizi, tra le persone uccise da almeno sei attentatori anche il capo della sicurezza: i qaedisti rivendicano.

La Siria sprofonda in una nuova stagione del terrore. Dopo quasi sei anni di guerra e dopo aver di fatto, con la liberazione della provincia di Aleppo, relegato i miliziani del Daesh alla zona di Raqqa, il conflitto entra in una fase (se mai fosse possibile) ancora più drammatica. Subdola e invisibile: quella degli attentati senza quartiere. Ovunque. Oggi è toccato a Homs, la terza città città siriana da tempo tornata nelle mani del governo di Bashar al-Assad. L'azione porta la firma dei qaedisti di Fateh al-Cham che si definiscono come propaggine del gruppo al-Nusra recentemente migrato sotto altre sigle.

Attacco ai servizi segreti
Obiettivo, oltre a quello di seminare terrore indiscriminatamente, anche il capo dell'intelligence militare della città, barricato con i suoi uonmini nel quartiere generale dei servizi che è stato attaccato a due riprese. La notizia, che era stata anticipata dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, è stata confermata dalla tv di Stato. Gli attentati, costati la vita ad almeno 42 persone tra cui il generale Hassanm Daaboul, hanno colpito i quartier generali delle forze dell'ordine statali e dei temibili servizi segreti militari e civili, nei quartiere di al-Ghouta e Al Mahatta, nel centro della città. In azione almeno sei terroristi e alcuni di loro si sono fatti saltare in aria. Ma se per i qaedisti la tecnica degli attentati è, per così dire, “consueta” per i jihadisti del Daesh fa parte di un mutamento di strategia dovuto alle condizioni di inferiorità militare che si sono evidenziate da tempo sul terreno.

Il mutamento in corso
La guerra in Siria, sul fronte tradizionale della contrapposizione, per il Daesh è ormai persa: è solo questione di tempo e di vittime la caduta di Raqqa. Così come da tempo Baghdadi ha fatto perdere le tracce. Nascono altre "province" e il format del terrore del califfo punta verso Oriente. Rinviando, o meglio diluendo nel tempo, una possibile soluzione del problema “Daesh” che non potrà mai essere solo miliare.

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