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24 feb 2017

 

Almeno 29 morti alle porte della città che ieri la Turchia ha detto di aver ripreso.

 

Questa mattina un’autobomba è esplosa in un villaggio alle porte di al-Bab: 29 morti, decine i feriti, tra cui molti civili. Nel mirino uffici militari a Sousian, ad 8 chilometri dalla città della provincia nord di Aleppo, gestiti dall’Esercito Libero Siriano (Els). L’attacco, probabilmente perpetrato dallo Stato Islamico, arriva il giorno dopo l’annuncio del gruppo di opposizione e dell’esercito turco di aver strappato al-Bab all’Isis.

La città resta uno dei fronti aperti della guerra siriana, dopo Aleppo un conflitto a bassa intensità ma ancora acceso da chiare contraddizioni. Al-Bab è l’asso nella manica di Ankara, uscita sconfitta dalla guerra contro il fronte pro-Assad dopo aver dovuto accettare la permanenza, almeno nella fase di transizione, dell’attuale presidente.

Al confine con la Turchia, comunità capace di spezzare l’unità kurda tentata dalle Ypg di Rojava, al-Bab è al momento circondata: a sud c’è l’esercito governativo siriano che preme e che fa temere – soprattutto alla Russia – un possibile faccia a faccia con l’Els e con i turchi. Per questo è da tempo in corso un negoziato gestito da Mosca sul destino della città: sembrava che i russi avessero strappato alla Turchia la promessa di far entrare l’esercito siriano in città, ma l’annuncio di ieri cambia le carte in tavola.


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sabato 25 febbraio 2017

 

Ieri un altro attentato del Daesh aveva devastato al-Bab

 

Ieri oltre sessanta vittime si sono contate nella zona di al-Bab, città appena “liberara” dalle forze filo turche della ribellione: un massacro rivendicato immediatamente dagli uomini del Califfo del Daesh Abu Bakr al-Baghdadi.

 

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