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martedì 4 aprile 2017 

 

«Attacco con gas a Idlib, oltre 50 morti». Parigi e Londra si appellano all'Onu


La denuncia dell'Osservatorio per i diritti umani. L'organizzazione di opposizione Edlib Media Center posta sui social immagini-choc dei soccorsi. Ma l'esercito siriano smentisce: mai usato i gas

 

Sarebbero almeno 58, tra cui 11 bambini, i morti in un raid aereo avvenuto oggi in Siria con il sospetto uso di gas, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). L'ong con sede a Londra, citando fonti mediche, ha aggiunto che il bilancio potrebbe aggravarsi perché vi sono anche 160 feriti o intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Secondo il sito della tv araba al-Arabiya, che cita la Direzione sanitaria di Idlib, i morti sarebbero addirittura 100 e i feriti 400. Non si tratterebbe di cloro, come affermato dal sito di notizie vicino all'opposizione Shaam, ma di gas sarin, comunque vietato a livello internazionale.

 

L'attacco sarebbe avvenuto nella città ribelle di Khan Sheikhun, nella provincia nord-occidentale di Idlib, in mano ad insorti e qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra). 

 

Ad aggravare la situazione è poi intervenuto un altro bombardamento; un razzo si è schiantato sull'ospedale in cui i medici stanno curando le vittime, distruggendo parte dell'edificio. Lo ha riferito un corrispondente dell'agenzia Afp. 

Una fonte dell'esercito siriano ha negato però che le forze governative abbiano usato armi chimiche e ha affermato che l'esercito "non usa e non ha usato" armi di questo tipo. La fonte ha aggiunto che l'esercito non le usa, "nel passato e nemmeno nel futuro, prima di tutto perché non le ha". "È un'accusa falsa, l'opposizione sta cercando di ottenere tramite i media ciò che non è riusciuta a raggiungere sul terreno", ha affermato una fonte delle forze di sicurezza.

Un'indagine congiunta di Nazioni Unite e Osservatorio sulle armi chimiche in precedenza aveva accusato il governo di Damasco di attacchi con gas tossici. Damasco ha ripetutamente negato l'uso di tali armi nella guerra civile. 

 

Sui social network gli attivisti hanno postato immagini drammatiche che mostrano i volontari della Protezione civile, i cosiddetti Caschi bianchì siriani, che soccorrono i feriti stesi a terra lavandoli con i tubi dell'acqua. In un altro video si vedono alcuni bambini morti. Impossibile stabilire la veridicità delle immagini, che hanno fatto il giro del mondo. 

 

Anche la Russia, tramite il ministro della Difesa, nega che gli aerei militari russi abbiano condotto attacchi aerei vicino a Khan Sheihoun.

Il ministro degli Esteri della Francia, Jean-Marc Ayrault, e il suo omologo inglese hanno chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Condanno questo atto disgustoso", ha detto Ayrault, sottolineando che queste azioni gravi "minacciano la sicurezza internazionale".

 

Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ha definito "orribili" le notizie di un attacco chimico, chiedendo che "i responsabili vengano portati davanti alla giustizia".

I presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, hanno discusso in una telefonata del raid aereo. Lo riferiscono fonti presidenziali di Ankara, secondo cui "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile". I due leader hanno inoltre ribadito l'importanza del mantenimento della tregua in Siria e del rafforzamento della cooperazione antiterrorismo.

Su richiesta degli insorti locali filo-Ankara, la Turchia ha inoltre inviato nella zona dell'attacco 30 ambulanze dalla provincia frontaliera di Hatay, secondo quanto riferito dalle autorità locali, citate da Anadolu. Alcuni dei feriti saranno trasportati in ospedali sul territorio turco.

"Immagini sconvolgenti, l'umanità è morta oggi in Siria"; è il commento di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "La comunità internazionale, dopo sei anni di inferno, deve porre fine a questo calvario. Non ci sono figli di Assad e dei ribelli, sono tutti vittime di una guerra che non hanno voluto".

 

 

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