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09.04.2017

 

Articolo del Times invita governo britannico a tenersi fuori da escalation in Siria

 

L'attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe degenerare in un'operazione militare su vasta scala, il cui scopo sarà il rovesciamento del governo di Bashar Assad, scrive l'editorialista del Times da Matthew Parris.

 

Questo scenario rischia di esacerbare il conflitto e far sprofondare nel caos il Paese mediorientale, come avvenuto in Afghanistan, Libia ed Iraq. Pertanto Londra dovrebbe tenersi lontano dalla campagna militare di Washington, ritiene il giornalista.

Solo un ottimista può credere che Donald Trump presterà particolare attenzione a questo problema. Ma il presidente americano dovrà fare una scelta: o andare verso il cambio di regime in Siria o rinunciare a questi propositi, come promesso durante la campagna elettorale.

 

Poco prima del raid il segretario di Stato Rex Tillerson aveva fatto capire che per Assad "non c'è posto" in Siria. Ma la sua dichiarazione non rende la politica siriana di Washington più chiara. Si ha la sensazione che in questo momento né il segretario di Stato, né il presidente abbiano un'idea chiara di cosa fare in futuro, ritiene il giornalista.

 

Allo stesso tempo sembra "come mai poco convincente" la resistenza dei ribelli siriani. Non è immaginabile una vera alternativa all'attuale regime.

 

"Pertanto c'è l'anarchia, e con l'aiuto di Mosca Assad continuerà la sua feroce battaglia per riempire il vuoto. L'attacco missilistico degli Stati Uniti non cambierà questa situazione," — sottolinea Parris.

 

Tuttavia l'unica variabile di cambiamento è l'immagine del "capriccioso presidente americano" sul suo ego. La cosa rilevante è che questa rappresentazione Trump la delinea guardando sè stesso e la reazione della gente in televisione.

 

"La psicologia infantile aiuta meglio a capire il pensiero di questa persona e rende più semplice prevedere le sue azioni. Gli piacerà molto quello che vedrà questo fine settimana. Si adeguerà e vorrà di più", — suppone l'editorialista.

 

Il terzo elemento in questa "danza della morte" è lo stesso Assad. Il compromesso e i negoziati non daranno nulla al presidente siriano:

 

quello che gli verrà offerto è "una scelta tra la sua morte politica, il suicido o un processo farsa per crimini di guerra con la sentenza già scritta."

 

Prima o poi ci sarà una nuova escalation, e "proseguirà la linea del cambio di regime."

 

Senza dubbio l'annientamento di Assad e del suo potere distruzione è alla portata dell'esercito americano, anche se i danni collaterali saranno enormi.

 

Ma poi arriverà il momento di sostituire "il regime di Assad." Gli Stati Uniti nomineranno un'amministrazione provvisoria. A questo punto "consiglieranno ai russi di non interferire, ma loro organizzeranno sorprese spiacevoli dall'esterno, come hanno fatto gli americani durante l'occupazione sovietica dell'Afghanistan."

Secondo il giornalista, i britannici dovrebbero perseguire un approccio sobrio nella crisi siriana.

 

"Non sappiamo se è possibile controllare questo Paese senza violenza. Non sappiamo se esiste un gruppo con la reale possibilità di formare un governo stabile in qualsiasi parte della Siria. Ma sappiamo che esistono movimenti jihadisti sanguinari con sponsor esterni, pronti ad essere attivati. Possiamo almeno prendere in considerazione la possibilità di non riuscire ad ottenere un buon risultato sapendo questo e dobbiamo almeno evitare di farci coinvolgere nell'escalation del conflitto, anche se implicherà la nostra neutralità nello scenario da incubo in corso?"- si chiede retoricamente il giornalista.

 

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