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08 giu 2017

 

Erdogan fa arrestare Taner Kilic, il capo di Amnesty International

 

L’accusa che gli viene rivolta è quella di “avere legami” con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, che Erdogan ritiene essere dietro il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016

 

Roma, 8 giugno 2017, Nena News –

 

Anche il presidente di Amnesty International in Turchia, Taner Kilic, è finito nella rete della polizia politica agli ordini di Erdogan.Avvocato da anni in prima fila nelle battaglie per i diritti umani,  Kilic è stato arrestato a Smirne nella sua abitazione. Oltre alla casa di Kilic, che dirige la sezione turca di Amnesty dal 2014, è stato perquisito anche il suo studio legale.  L’accusa che gli viene rivolta è quella di “avere legami” con la presunta rete golpista del predicatore turco moderato Fethullah Gulen (residente negli Stati Uniti), che Erdogan ritiene essere dietro il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016 seguito da una repressione durissima che ha portato all’arresto di almeno 50 mila persone e all’epurazione di 150 mila dipendenti pubblici: giudici, docenti universitari, insegnanti, impiegati ministeriali, comandanti della polizia e delle forze armate.

Tra i presunti sostenitori del golpe sono stati inseriti anche alcuni sportivi turchi di fama internazionale.

“Il fatto che le purghe abbiano raggiunto persino il presidente di Amnesty International è l’ennesima prova del punto a cui sono giunte e di quanto siano diventate arbitrarie”, ha protestato il segretario generale dell’ong, Salil Shetty. “Taner Kilic ha una lunga storia di difesa di quelle libertà che le autorità turche stanno cercando adesso di calpestare”, ha aggiunto Shetty, chiedendo “l’immediato rilascio” di Kilic e degli altri avvocati fermati”.

Al momento il fermo non appare legato al lavoro di Amnesty International, né sembra prendere di mira specificamente l’organizzazione, precisa l’ong. Le contestazioni nei confronti di Kilic sono molto vaghe ma ormai i servizi di sicurezza sfruttando lo stato d’emergenza in vigore da quasi un anno, prendono di mira chi vogliono e senza restrizioni, anche attivisti di opposizione estranei alla cosiddetta rete di Gulen, dai curdi ai movimenti laici.

Assieme a Kilic sono stati fermati altri 22 avvocati a Smirne e decine di altri arresti sono stati eseguiti in tutta la Turchia. La procura di Ankara ha emesso mandati di cattura anche contro quattro dipendenti e altri quattro ex dipendenti della principale azienda nazionale del settore della difesa, Aselsan. Per loro, l’accusa si basa sul presunto utilizzo di ByLock, una applicazione di messaggistica per smartphone che, dicono i magistrati agli ordini di Erdogan, i golpisti avrebbero impiegato un anno fa per scambiarsi informazioni criptate.Nena News

 

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