Fonte: El Espia Digital

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Ago 01, 2017

 

Truppe turche entrano a Kobane, nel nord della Siria, espellendo i curdi appoggiati dagli USA

Traduzione di Luciano Lago

 

L’Esercito turco in Siria si è spinto nell’area di Kobane, nel nord della Siria, ed ha iniziato a sospingere i curdi dell’YPG fuori da detta zona.

Le truppe turche si sono schierate nelle vicinanze di Kobane e Sifteke, in queste località a pochi kilometri di distanza dalla frontiera della Turchia con la Siria, iniziando ad installare mine in tutta la zona limitrofa.

I curdi delle Unità di Protezione (YPG), appoggiati dagli USA, hanno minacciato di dare una risposta se le truppe turche non abbandoneranno queste località dove si sono installate.

Il movimento di truppe turche è avvenuto dopo che l’agenzia curda Hawar News aveva informato che l’assemblea costituente della autoproclamata Federazione del Nord della Siria, dopo aver dichiarato un Sistema Federale curdo nella zona, aveva fissato le elezioni municipali per il prossimo di Settembre. Allo stesso modo i curdi intendono eleggere i consigli rurali, urbani e distrettuali in Novembre.

Ankara considera l’YPG come una organizzazione terroristica affiliata al PKK e non accetta che venga costituita una entità curda vicino alle sue frontiere (Kurdistan) sia dalla parte siriana che dalla parte irachena.

Tuttavia i curdi hanno ottenuto l’appoggio di Washington che ha provvveduto a rifornirli di armi pesanti a sostegno della di creazione una entità autonoma nel nord della Siria, giudicata dagli statunitensi una possibilità di indebolire il Governo centrale di Damasco sostenuto dai russi e dagli iraniani. I curdi di fatto hanno ottenuto l’appoggio della coalizione internazionale diretta da Washington.

La tensione fra i curdi ed il Governo di Ankara si è intensificata dal Luglio del 2015 quando la tregua stabilita tra la Turchia ed il PKK è stata rotta per una serie di attacchi terroristici.

Il sostegno USA ai curdi ha fatto infuriare il Governo di Erdogan che ha minacciato di rompere i rapporti con gli USA e di fatto ha realizzato vari passi per avvicinarsi alla Russia ed all’Iran con cui ha condiviso gli accordi di pace di Astana, per riportare la pace in Siria.

Inoltre la Turchia ha rinunciato a sostenere le forze ribelli contro il Governo di Damasco (come aveva fatto per anni) ed ha richiesto a Mosca di fornirgli i sistemi antiaerei SS-400. Questo preoccupa Washington che vede la posssibiità concreta che l’importante alleato, la Turchia, abbandoni l’area NATO e si schieri con la Russia e l’Iran. Una vera iattura per i dirigenti di Washington che vedono frananre il loro piano di balcanizzazione della Siria ed aumentare l’influenza russa e iraniana nella regione.

Tensioni fra Germania e Turchia

Nonostante la sua codipendenza economica, le relazioni tra i due Stati, Germania e Russia, hanno toccato il punto più basso, una serie di problemi stanno inasprendo i rapporti reciproci.

La cancelliera Merkel ha reagito alle accuse di Erdoogan in modo soft , riferiscono l media. Affermando che le accuse sono assolutamente ingiustificate. Il ministro tedesco degli Esteri, Sigmar Gabriel, da parte sua, ha promesso di rivedere la politica del suo paese verso la Turchia. “Non possiamo continuare come prima”, ha assicurato ed ha aggiunto che “tale politica del suo paese verso la Turchia non rimarrà senza conseguenze”

Allo stesso modo il Ministero degli Esteri tedesco aveva pubblicato nella sezione viaggi della sua pagina web un avviso con dei consigli per le persone che viaggiani per motivi personali o commerciali in Turchia. Queste azioni e parole di Berlino sono state qualificate dal presidente Erdogan come qualche cosa di “imperdonabile” ed ha promesso rappresaglie contro la Germania.

Pertanto la mandataria tedesca ha dovuto adottare una impostazione conciliante rispetto all’arresto di Steudtner (l’attivista tedesco arrestato in Turchia), tenendo in conto che mancano soltanto due mesi alle elezioni federali in Germania e adesso la cancelliera non può rischiare le relazioni con il suo importante socio commerciale. Inoltre i turchi rappresentano la minoranza etnica più grande della Germania con circa 3,5 milioni di turchi che possiedono la doppia cittadinanza e possono votare.

Ankara inoltre continua a dipendere da Berlino, per i milioni di dipendenti turchi nelle varie società tedesche. Gli analisti come Judy Dempsey, di Carnegie Europe, dicono che in questo momento Erdogan potrebbe “guadagnare molti punti” colpendo duro la Germania in Turchia, ma aggiunge che “il prezzo sarebbe molto alto per entrambe le parti”.

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