Originale: Systemic Disorder

http://znetitaly.altervista.org/

5 luglio 2018

 

La soluzione della Banca Mondiale per la mancanza di posti di lavoro: tagliare le protezioni dei lavoratori

di  Pete Dolack  

traduzione di Giuseppe Volpe

 

La Banca Mondiale sta completando il suo “Rapporto sullo sviluppo mondiale 20189: la natura mutante del lavoro” e, sorprendentemente, la versione più recente in bozza di apre con citazioni di Karl Marx e John Maynard Keynes. La Banca Mondiale ha improvvisamente perso di vista il suo scopo e si schiererà ora dalla parte dei lavoratori?

Beh, conoscete già la risposta a tale domanda, vero?

Solo pochi paragrafi dopo cominciamo a capire dove è diretto questo documento. Dopo un po’ di sbrigativo torcimento di mani per i terremoti causati dalla robotica, leggiamo che il problema sono “pregiudizi nazionali nei confronti di aziende di proprietà statale o collegate politicamente, il lento ritmo dell’adozione della tecnologia o regole soffocanti”. E anche se alcuni lavori stanno scomparendo, non temete, perché “l’ascesa del settore manifatturiero in Cina ha più che compensato tale perdita”.

Oh, dunque dovremmo tutti trasferirci in Cina per trovare nuovo lavoro.

Non importa che il salario minimo dei lavoratori cinesi, quello imposto a Shanghai, sia di 382 dollari al mese. In alcuni luoghi il salario minimo è la metà di tale cifra, se i lavoratori sono tanto fortunati da essere pagati regolarmente. E che milioni di cinesi rurali siano spinti nelle città per diventare operai schiavi, dunque per adesso non ci sarà abbastanza lavoro per il resto del mondo. Poi, di nuovo, lasciare che i padroni abbiano la meglio è ciò che la Banca Mondiale ha in mente. No, i suoi economisti non hanno dimenticato quale sia lo scopo dell’istituzione e perché esista.

Dunque, che cosa fare? Il rapporto della Banca Mondiale in effetti suggerisce non consentire che le imprese eludano le imposte. Benissimo, ma anche se le imposte fossero incassate alle aliquote di legge, ciò continuerebbe a lasciare le imprese enormemente sotto tassate. Nessun suggerimento della banca, ovviamente, che le imprese versino effettivamente un’aliquota fiscale equa. Le imprese attualmente costituiscono un misero nove per cento delle entrate fiscali statunitensi; negli anni ’50 rappresentavano il 30 per cento o più. In Canada le imposte su reddito personale rappresentano tre volte e mezza più entrate che non le imposte su reddito delle imprese; esse erano le stesse nel 1952.

Si discute molto di “investire in capitale umano”, un mantra particolarmente favorito dalla Banca Mondiale. Che cosa significa? I capitalisti probabilmente interpreteranno tale discorso – piuttosto comune presso le ONG di questi tempi – come significare più competenze o titoli da parte di potenziali lavoratori, ma negli Stati Uniti i laureati con dottorati sono costretti ad accettare lavori nel mondo accademico come aggiunti a tempo parziale e un mucchio di persone in altri campi sono già “eccessivamente istruite” per i lavori che svolgono. Questo concetto deriva dall’idea che il problema sia che non ci sono abbastanza persone specializzate per tutti quegli splendidi lavori che ci sono là fuori, giusto sopra l’arcobaleno. Ma nel mondo reale, contrariamente agli espertoni di destra, le cose non stanno così.

Un rapporto del 2013 diffuso dal National Employment Law Project ha rilevato che nel corso della “ripresa” dal crollo economico del 2007-08 posti di lavoro a più elevata remunerazione sono stati creati a un ritmo molto più lento di quanti ne sono stati persi; per contro, i posti a bassa remunerazione (pagati meno di 13,33 dollari l’ora) sono stati creati a un ritmo doppio rispetto a quanti ne sono stati persi.  In studi separati l’Economic Policy Institute ha rilevato che la disoccupazione a lungo termine è elevata per i lavoratori a ogni livello di istruzione (ed è andata aumentando a un ritmo un po’ più elevato della media quelli con qualche diploma o laurea quadriennale) e che l’”inadeguatezza delle competenze” è un mito.

Così arriviamo alla reale “soluzione” nella mente dei dirigenti della Banca Mondiale: tagliare le leggi che proteggono i lavoratori.

Accidenti! Non siete realmente sopresi, vero?

Ecco un passaggio chiave del rapporto: “Rapidi cambiamenti della natura del lavoro premiano la flessibilità per le aziende nell’adeguare la loro manodopera, ma anche i lavoratori che traggono profitto da mercati del lavoro più dinamici”.

Dinamici per chi? Quelle che abbiamo qui sono parole in codice che significano rendere più facile licenziare le persone. E questo è il succo del messaggio, indipendentemente dall’elevata retorica riguardo a governi che creano un nuovo contratto sociale. “Creare posti di lavoro” e “investire in capitale umano” sono due elementi del nuovo contratto sociale suggerito dal documento della Banca Mondiale. Purtroppo, non ci sono idee su come nuovi posti di lavoro potrebbero essere creati quando i capitalisti sono nella fregola di eliminare posti per mantenere i propri tassi di profitto e sopravvivere a un’incessante competizione sul mercato. Più istruzione, che è ciò cui corrisponde “investire anticipatamente in capitale umano”, va bene per i capitalisti, fintanto che non devono sopportarne alcun costo. Sta agli studenti assumere più debiti per creare questo nuovo “capitale umano”.

Si confronti questo allegro discorso con la realtà del luogo di lavoro capitalista. Un rapporto appena diffuso dal parlamentare Democratico statunitense Keith Ellison ha rilevato che il rapporto medio tra le retribuzioni degli amministratori delegati e quelle dei lavoratori medi è di 339 a 1. Tale rapporto, nel caso delle 500 maggiori imprese statunitensi, arriva a quasi 5000 a 1. No, io non penso che il capo lavori migliaia di volte più duro di voi. Da McDonalds, ad esempio, lo stipendio annuo dell’amministratore delegato potrebbe essere usato per pagare gli stipendi annui di 3.101 lavoratori che ricevono la paga media della catena.

Il genere di priorità sociali e di squilibri di potere che consente tale spaventosa disuguaglianza potrebbe riassumersi negli usi cui è destinato il denaro. A Los Angeles è in costruzione un nuovo stadio di football e il costo stimato è oggi di 4,9 miliardi di dollari. Tale cifra è aumentata considerevolmente e probabilmente aumenterà di nuovo. Considerati tutti i senzatetto di Los Angeles e tutti gli altri problemi sociali, che cosa avrebbe potuto essere fatto con 4,9 miliardi?

Il numero di senzatetto in California è stimato in 130.000. Fare qualcosa al riguardo potrebbe essere un modo per “investire” in sviluppo umano e farlo potrebbe far risparmiare soldi. Uno studio della Rand Corporation condotto per la Contea di Los Angeles ha rilevato che i senzatetto cui è offerto un rifugio si recano meno al pronto soccorso e sono arrestati meno frequentemente, in misura tale che costo dell’alloggio è più che compensato.

Ops! Ma ciò non è redditizio per i ben ammanigliati quanto gettare denaro nello spreco di uno stadio o tagliare posti di lavoro. Ma se vi guadagnate titoli sufficienti adempirete la profezia della Banca Mondiale di approdare a una fabbrica schiavista cinese.

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/world-bank-solution-for-lack-of-jobs-cut-worker-protections/

 

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