ilgiornale.it - 14/08/2017 - Di fatto secondo l'ex ministro ci attendono tempi duri. In un'intervista al Corriere l'ex ministro prova a tacciare una sorta di profezia per i prossimi mesi: "Dal 2007 a oggi le cause della crisi sono ancora tutte lì - spiega Tremonti -. Se allora c'erano numeri eccessivi, oggi sono esplosivi. La liquidità eccessiva che ha causato la crisi dieci anni fa, oggi è esponenzialmente superiore. La finanza sta subendo una mutazione genetica spaventosa. Ci sono tutti gli elementi in cui nascono le famigerate bolle". Poi aggiunge: "Siamo in agosto, come nel 2007, e nella tradizione le crisi scoppiano in questo mese, fatalmente negativo. E siamo nella ricorrenza del decennale. C'è un terzo elemento di identità col passato, ed è l'assoluta tranquillità di tutti. Si va in vacanza con una serie di indicatori tutti positivi, in un'atmosfera assolutamente distesa. Ma ignorare l'elemento/criterio della precauzione, fondamentale principio della ragione, è un errore soprattutto quando non è solo questione di mesi o ricorrenze, ma siamo davanti a un ottimismo acritico". Infine cita un grande del passato: "Churchill diceva che non c'erano state due guerre mondiali, ma una sola con un lungo armistizio in mezzo. Ecco, secondo me oggi rischiamo una situazione simile".


 Originale: Truthout
http://znetitaly.altervista.org/
5 luglio 2018

Addio regole, buongiorno crisi finanziaria globale incombente

di  Gerald Epstein e CJ Polychroniou

traduzione di Giuseppe Volpe

Dieci anni dopo l’ultima crisi finanziaria i Repubblicani – con il sostegno di molti Democratici – hanno assicurato che Wall Street possa tornane ai suoi vecchi modi di fare affari revocando la Legge Dodd-Frank che ha operato sinora da regime regolamentare molto mite per mettere un freno alla natura predatrice del capitale finanziario. La decisione di revocare la Dodd-Frank è stata giustificata affermando che essa interrompe la crescita economica. Gerald Epstein, professore di economia e co-direttore del Political Economy Research Institute presso l’Università del Massachusetts, Amherst, sostiene che ciò non è per nulla vero. In questa intervista esclusiva a Truthout, Epstein segnala che oggi è molto probabile che le “attività tossiche, speculative” della banda di Wall Street ritorneranno minacciose, preparando il terreno alla prossima crisi finanziaria globale.

CJ Polychroniou: Dopo la crisi finanziaria del 2008 fu approvata nel 2010 una legge, sotto l’amministrazione Obama, che cercava di contenere i rischi nel sistema finanziario statunitense. La legge, che era patrocinata dal senatore statunitense Christopher Dodd e dal deputato statunitense Barney Frank, era piuttosto debole come regime di disciplina. Ciò nonostante è stata pesantemente criticata dai conservatori. Donald Trump trasmise un messaggio ambiguo nel candidarsi a presidente, inveendo contro le grandi banche e i rapporti di Hillary Clinton con Wall Street e contemporaneamente promettendo più liberalizzazioni. Ora il Congresso ha approvato e il presidente Trump ha firmato in legge una legge di generale liberalizzazione finanziaria, la “The Economic Growth, Regulatory Relief and Consumer Protection Act” [Legge sulla crescita economica, l’allentamento dei regolamenti e la protezione dei consumatori]. In aggiunta agenzie di disciplina della finanza nominate da Trump, quali la Securities and Exchange Commission (SEC) hanno attuato politiche di ulteriore allentamento delle regole riguardanti ima varietà di istituzioni e attività finanziarie. I sostenitori della cancellazione della Dodd-Frank hanno affermato che la liberalizzazione finanziaria aumenterà la crescita economica e offrirà maggiore credito a famiglie e imprese. Innanzitutto, quali erano le debolezze della legge Dodd-Frank ed essa ha realmente contribuito alla crescita economica anemica, come stanno sostenendo i suoi critici Repubblicani, come Paul Ryan, e altri? 

Gerald Epstein: La principale debolezza della Dodd-Frank è non aver scorporato le istituzioni finanziarie “troppo grandi per fallire”. In conseguenza tali vaste istituzioni finanziarie hanno conservato il potere di ricattare il pubblico a salvarle la prossima volta che si sarà un crollo finanziario e, come abbiamo visto da quando Trump è stato eletto, di comprare un numero sufficiente di politici per cancellare le deboli regole finanziarie che erano state approvate. Più in generale, la Dodd-Frank aveva sin troppe scappatoie derivanti dall’attività di lobby del settore finanziario cosicché non ha mai potuto essere attuata nella sua forma più forte.

No, la Dodd-Frank non ha contribuito alla crescita anemica. Non c’è alcuna prova di questo. La crescita anemica è stata largamente dovuto all’eredità della stessa crisi finanziaria nella quale molta della ricchezza delle famiglie è stata decimata, e alle continue politiche di austerità che i Repubblicani sono stati in grado di imporre a un’amministrazione Obama smidollata e abbagliata da Wall Street. In aggiunta a questi fattori ci sono problemi strutturali di lungo termine dell’economia statunitense relativi all’elevato livello di disuguaglianza – esso stesso largamente dovuto allo sproporzionato potere di Wall Street – e ai diffusi disinvestimenti di multinazionali statunitensi dall’economia USA, tra altri fattori. Casomai la Dodd-Frank ha operato contro alcuni di tali tendenze e in tal modo ha contribuito a sostenere la lunga ripresa economica di cui oggi sta politicamente beneficiando l’amministrazione Trump.

A quanto si afferma la “Economic Growth, Regulatory Relief and Consumer Protection Law” sarà un bene per i consumatori e le piccole imprese. C’è quale verità in tale affermazione?

No, non realmente. Ma prima di rispondere in dettaglio è importante rendersi conto che questa legge è stata una delle sole leggi approvate da entrambi i partiti da quando Trump è salito al potere. Dunque non si tratta di un’iniziativa interamente Repubblicana o di Trump. Numerosi democratici hanno appoggiato questa legge, sia alla Camera, sia al Senato. E lo stesso accaduto riguardo alle bordate scatenate da Wall Street contro norme più rigide nella lotta contro la Dodd-Frank nel 2009-2010. L’influenza di Wall Street va ben oltre i Repubblicani. Secondo dati ufficiali di Americans for Financial Reform, Wall Street ha pompato quasi due miliardi di dollari nelle elezioni del 2016 e nel 2017-2018 ha già speso 719 milioni in attività di lobby e in contributi elettorali. I Democratici ricevono il 40 per cento di tali fondi. A questo livello di spesa, non si tratta certo “spiccioli”.

Ci sono state numerose analisi eccellenti dell’impatto della “The Economic Growth, Regulatory Relief and Consumer Protection Act” stilate da Americans for Financial ReformDemosBetter Markets e altre organizzazioni. Tali analisi mostrano che gli effetti più probabili della legge saranno consentire alle istituzioni finanziarie di dedicarsi di nuovo e più facilmente ai “prestiti predatori” del tipo che ha forzato mutui eccessivi e costosi a persone che non li volevano e non potevano permetterseli; dedicarsi più facilmente a maggiorazioni dei prezzi che discriminano le persone di colore nell’offerta di servizi finanziari; raggirare più facilmente investitori vendendo loro investimenti finanziari rischiosi e ridurre i livelli di capitale delle istituzioni finanziarie in modo tale che sia più probabile che tali istituzioni debbano recarsi col cappello in mano dalla Federal Reserve e dal Tesoro (cioè dai contribuenti) per essere salvate la prossima volta che ci sarà una crisi finanziaria.

Più in generale, dovesse succedere, quali saranno le conseguenze più probabili della revoca della legge Dodd-Frank per l’economia statunitense? 

E’ più probabile che assisteremo a versioni riconfezionate della attività tossiche speculative che hanno condotto alla grande crisi finanziaria; è più probabile che assisteremo al ritorno della concentrazione su investimenti orientati al breve termine che hanno caratterizzato le imprese statunitensi che trovano molto più lucroso dedicarsi a ritorni finanziari da “arricchimento veloce” piuttosto che a investimenti a più lungo termine nell’economia produttiva; è probabile che assisteremo all’accelerazione alla scalata industriale dei fondi pensione e di altre forme di risparmi dei lavoratori per foderare le tasche dei finanzieri; ed è probabile che assisteremo ad altri danneggiamenti diretti dalla finanza del livello di vita dei lavoratori, come segnalato dall’eccellente lavoro degli economisti William Lazonick Eileen Appelbaum e Rosemary Batt, che hanno indagato i modi attraverso i quali le attività finanziarie speculative danneggiano la salute a lungo termine dell’economia statunitense.

I modelli economici non sono stati efficaci nel predire crisi finanziarie ed economiche, tuttavia il sentimento prevalente tra molti economisti progressisti è che la prossima crisi finanziaria è solo questione di tempo. Condivide questa posizione?

Come lo scomparso, rinomato economista Charles Kindlegerger ha mostrato nella sua storia definitiva, “Manias, Panics and Crashes”, [Manie, panici e crolli], le crisi finanziarie sono dei “sempreverdi resistenti”. Egli ha stimato che si verificano da qualche parte nel mondo ogni sette anni. Così, fintanto che avremo il capitalismo, avremo crisi finanziarie. Il problema è quanto spesso, quanto gravi e chi ne pagherà il prezzo. Se l’industria finanziaria e i suoi alleati negli affari e nel governo continueranno a incassare enormi profitti a breve termine scaricando i rischi sui lavoratori e sulle comunità, cosa che saranno in grado di fare più agevolmente con la demolizione della Dodd-Frank, allora le possibilità di un’altra grande crisi aumentano considerevolmente. E chissà come finirà questa volta. Con la venalità e l’incompetenza dell’amministrazione Trump, è particolarmente difficile predirlo.

Considerata la natura predatrice del capitalismo neoliberista, quale dovrebbe essere il regime della disciplina finanziaria?

Il principio fondamentale è che il settore finanziario dovrebbe servire la società piuttosto che il contrario. Questo normalmente significa che non solo ci servono regole finanziarie rigorose, ma anche un considerevole segmento di istituzioni pubbliche e finanziarie non a fini di lucro che siano ideate per servire la società. Chiamo ciò “finanza senza finanzieri”. Al fine di fare questo, tali istituzioni devono essere sufficientemente grandi e/o una parte sufficientemente significativa dell’economia per prosperare e avere un impatto sui mercati finanziari. Questo richiede che le autorità finanziarie – specialmente la Federal Reserve – sostengano queste istituzioni allo stesso modo in cui hanno sostenuto le società finanziarie private. Ciò include offrire crediti a breve termine sovvenzionati e una rete di sicurezza. Altri componenti importanti includono limitare i redditi conseguiti dai finanzieri privati in modo tale che il personale finanziario orientato socialmente sia meno tentato di agire più come banchieri privati, speculativi. Dovrebbero essere in atto altre regole, ma questo darà un’idea di quanto è richiesto.

Infine, fintanto che avremo un sistema di capitalismo neoliberista sarà difficile, politicamente ed economicamente, mettere in atto un tale regime finanziario progressista ed efficace. Ma la lotta per un’economia più equa e sostenibile deve includere programmi finanziari come questi.


C.J.Polychroniou è un economista politico/politologo che ha insegnato e lavorato in università e centri di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. I suoi principali interessi di ricerca sono l’integrazione economica europea, la globalizzazione, l’economia politica degli Stati Uniti e la decostruzione del progetto politico-economico del neoliberismo. E’ un collaboratore regolare di Truthout e anche membro del Public Intellectual Project di Truthou. Ha pubblicato numerosi libri e i suoi articoli sono apparsi in una varietà di riviste, periodici, giornali e siti giornalisti popolari in rete. Molte delle sue pubblicazioni sonos tate tradotte in numerose lingue straniere, tra cui croato, francese, greco, italiano, portoghese, spagnolo e turco. E’ autore di Optimism Over Despair: Noam Chomsky on Capitalism, Empire and Social Change, un’antologia di interviste a Chomsky in origine pubblicate presso Truthout e raccolte da Haymarket Books. 

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/goodbye-regulations-hello-impending-global-financial-crisis/

 

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