Fonte: Francesco Marotta

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14/02/2018

 

Le due direttrici del mentalismo capitalista della società di mercato

di Francesco Marotta

 

Nel 2014 scrivevamo che il “Capitalismo Pneumatico” pur di aumentare la sua sostenibilità, orientava i suoi sforzi sulla forza di espandersi e contrarsi a seconda dell’utilizzo degli spazi perfino temporali. Volgendo lo sguardo avanti e rifacendosi al passato. A riguardo, analizziamo in questo testo due direttrici. Avremo modo di approfondire le altre che reputiamo non meno importanti.

 

La prima direttrice è strutturata sul rinverdimento della contrapposizione destra/sinistra e, contemporaneamente, sull’asse fascisti e anti-fascisti. Il parallelismo non è quello che si crede essere: nei fatti, la destra e la sinistra non si discostano dal riproporre, esclusivamente, uno schematismo identico. Utile, ma non quanto il secondo che è molto più pericoloso. Sappiamo, quanto l’insieme delle contrapposizioni sia servito in passato, per promuovere ad obtorto collo e su grande scala, la forma mentis degli anni ottanta e novanta che ci ha portato alla situazione odierna. L’utilizzo di un tempo storico, quello del fascismo e dell’antifascismo, oscura e distoglie di fatto, dall’ambito della Politica. Tutto quello che non è soggetto al surriscaldamento degli animi, sempre più esacerbati, dovrà gioco forza rientrare nei contenitori. Per meglio dire, soprattutto in quello della dicotomia destra/sinistra e della normalizzazione di una situazione del tutto procedurale. A questo si va ad aggiungere la débâcle del M5S sui bonifici fatti e poi annullati. Non è un caso che salti fuori a meno di tre settimane dal voto. Anche qui, la barra è doppia e sia nel caso conclamato di broglio ai danni di un elettorato, sia nel caso ipotetico del solito scandaletto pre-elezioni, poco ha importanza. Il risultato finale, potrebbe non discostarsi dagli ultimi trent’anni. Lo status quo è probabile che rimanga pressoché inalterato. Le “migliori” delle ipotesi sono il governo di uno dei due poli e la possibilità di un ennesimo governo di scopo. E questo va al di là di quello che si pensi sui pentastellati, organici o meno. L’obiettivo continua ad essere quello di voler distogliere dai problemi reali e funziona a meraviglia. Basta leggere i dati sull’andamento generale per rendersi conto di questo. Basta rendersi conto delle “soluzioni” del duopolio che si è alternato a più riprese nel corso degli anni, delle proposte dei governi calati dall’alto e non eletti da nessuno. Per quanto questo possa oggi significare ed incidere in qualcosa.

L’altra direttrice invece, alimenta la panzana dello “scontro di civiltà”. L’abbassamento del welfare, delle condizioni del lavoro e il capovolgimento della regola-principio del “prima il dovere e dopo il piacere”, facendo credere che tutto è raggiungibile ed è sempre a portata di mano, purché lo si desideri, certo non migliora la situazione. In più, dobbiamo tenere conto dei flussi migratori che hanno riversano in Europa milioni di persone. Dall’Africa alle Filippine, dall’America centrale al Sud America, ecc.… In maggior misura da luoghi non toccati da guerre e difficoltà, spinti da l’Eldorado immaginifico della possibilità economica. La maggior parte, sono migranti economici già indirizzati su questa forma di aspettativa, compresi quelli che sono in loco e presenti negli alberghi a 5/4 stelle con trenta euro in tasca senza far niente. A cosa stiamo andando incontro ? I fatti di Macerata e quelli prima, indicano l’intensificarsi di una prassi: la standardizzazione al ribasso ed un’ulteriore manodopera a costo zero che va a “rinfoltire” le schiere del precariato italiano, innescando una competizione per i salari da fame e per gli inesistenti salvagenti sociali e dei diritti fondamentali. Da non confondere con ben altra “ideologia dei diritti” che va a sommarsi ad un quadro imbarazzante. Insomma, scopriamo che il Paradiso dei mentalisti è un inferno parecchio affollato. Ma non è proprio così: basta scrollarsi di dosso questa concezione e liberarsene. Il solo voler ribellarsi non basta più. Partendo dal pensare che la Politica non è una concessione in bianco alle solite chiesuole auto-centrate. Bensì, risiede in ogni interstizio della nostra vita e che un popolo ed una comunità, non possono esimersi dall’incidere e decidere sulle cose che li riguardano. Il fato è una cosa molto diversa. Lasciamo ad altri l’onore di sperare in un futuro che ci raccontano sempre migliore ma che negli anni, scopriamo avere un volto completamente diverso. Un po’ come il periodo che stiamo attraversando e che nei favolosi anni dei giovani rampanti, veniva elogiato alla stessa maniera…

 

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