Fonte: www.leparisien.fr

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20 marzo 2018

 

Alluminio nei vaccini: «Non possiamo più perdere tempo»

Traduzione di Vollmond

 

Secondo uno studio finanziato dall’Agenzia del farmaco, la presenza dell’alluminio nei vaccini potrebbe, in taluni casi, rappresentare un rischio per la salute. Il dott. Romain Gherardi ha chiesto 550.000 euro per proseguire la ricerca.

 

Ci sono voluti diciotto mesi al Dott. Romain Gherardi, capo del dipartimento di patologie neuromuscolari dell’ospedale Henri-Mondor di Créteil (Val-de-Marne) per ottenere 150.000 euro nel 2014 dall’ANSM (Agenzia del farmaco) al fine di condurre le sue ricerche sulla neurotossicità dell’alluminio dei vaccini. Oggi, si appella alle istituzioni per proseguirle.

 

Cos’è successo dopo che l’ANSM ha espresso il suo parere in marzo?

Romain Gherardi. Niente. Non c’è stato alcun segnale da parte delle autorità e ciò lascia pensare che siano poco interessate all’argomento, anche se il rapporto afferma che sono necessari ulteriori studi. Finanziando il collaudo, l’ANSM si è messa a posto con la coscienza e poi basta. Per continuare l’immenso lavoro che abbiamo davanti, abbiamo bisogno di 550.000 euro. In pieno dibattito sull’estensione dell’obbligo vaccinale, questa decisione assume un significato politico. La ricerca deve proseguire, non possiamo più perdere tempo.

 

L’alluminio si trova ovunque, dall’acqua al dentifricio. Eppure, stiamo bene…

Ne mangiamo tutti I giorni! Ma il 99,7 % di questo alluminio è espulso attraverso le vie inferiori e l’ 80% del restante 0,3, solubile, è eliminato dai reni. I vaccini, invece, e in questo sta la grande differenza, sono iniettati nei muscoli, oltrepassano interamente la barriera cutanea. Sotto forma di aggregazioni insolubili, l’alluminio è spinto all’interno del nostro organismo e là si deposita.

 

Provocando quali conseguenze?

I nostri studi dimostrano che se rimane troppo a lungo nelle cellule, può provocare un esaurimento immunitario, ovvero un affaticamento del nostro sistema immunitario, perfino sconvolgerlo. Ipotizziamo ci sia un collegamento tra la miofascite dei macrofagi (una lesione muscolare, ma non tutti i ricercatori concordano sulle cause n.d.r.) e la moltiplicazione della sindrome da fatica cronica associata a disturbi cognitivi.

L’antipolio ne contiene, milioni di bambini sono stati vaccinati e non si registrano molti problemi!

 

La stragrande maggioranza non presenta in effetti alcun danno clinico del sistema nervoso. Ma l’aumento del numero di iniezioni rischia di aumentare automaticamente il numero dei problemi. Il nostro studio sottolinea anche che potrebbe esserci una predisposizione genetica, da qui la necessità di proseguire le nostre ricerche per confermare, comprendere e rimediare.

 

Voi avete lavorato sui topi. I risultati sono validi anche per gli umani?

È grazie agli animali se abbiamo accresciuto le nostre conoscenze in biologia. In Spagna, un lavoro è stato condotto sulla pecora, molto più vicino all’uomo, e ha evidenziato un’infiammazione del sistema nervoso centrale presso alcuni degli animali vaccinati.

Non temete di provocare un rifiuto ancora più massiccio delle vaccinazioni?

Al contrario! Ciò che le persone detestano è di essere forzati senza essere convinti. Se diciamo a queste persone «ok, alcuni causano problemi ma faremo delle ricerche e troveremo delle soluzioni», assumerebbero un atteggiamento molto meno diffidente. Esistono delle alternative all’alluminio come il fosfato di calcio. Personalmente non sono affatto contrario ai vaccini, sarei un folle ad esserlo.

 


Link: http://www.leparisien.fr/societe/aluminium-dans-des-vaccins-nous-ne-pouvons-plus-perdre-de-temps-22-09-2017-7277523.php

22.09.2017

 

 

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