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24 giugno 2018

 

Al mini-vertice di Bruxelles Conte spiega la proposta italiana in 10 punti

di Enrico Oliari

 

Ma l’Europa è spaccata tra Visegrad e l’asse franco-tedesco. E c’è chi vuole gli hot spot in Italia.

 

In un periodo mai così turbolento per la questione migranti si è svolto oggi a Bruxelles un “mini-vertice” in previsione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Il premier italiano Giuseppe Conte ha messo sul tavolo dei “Sedici” (assenti i Visegrad) la proposta italiana, “completamente nuova e basata su un nuovo paradigma di risoluzione dei problemi della migrazione”. L’European Multilevel Strategy for Migration del governo italiano si articola in dieci punti che prevedono “una puntuale politica di regolazione e di gestione dei flussi migratori, che sia realmente efficace e sostenibile”, come ha osservato Conte.
Si tratta di nuovi e più forti accordi tra l’Ue e i paesi di transito e di provenienza, come quelli stipulati con Niger e Libia “grazie al quale abbiamo ridotto dell’80% le partenze nel 2018”; di una collaborazione con l’Oim e l’Unhcr per istituire gli hot spot nel Nordafrica al fine di valutare le richieste d’asilo e di offrire assistenza giuridica gratuita, nonché di rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa; di rafforzare le frontiere esterne; di ridisegnare il Trattato di Dublino, il quale prevede che la gestione del richiedente asilo debba essere fatta nel paese d’arrivo, ma “solo il 7% dei migranti sono rifugiati”; di superare quindi il criterio del Paese di primo arrivo, perché “chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”; di stabilire la responsabilità comune tra i Paesi Ue sui salvataggi in mare, nonché fare una separazione fra concetto di “porto sicuro” e di Stato competente alla gestione della richiesta d’asilo; di contrastare in modo condiviso la tratta degli esseri umani e di combattere le organizzazioni criminali; di istituire centri d’accoglienza in tutti i Paesi europei, non solo in Italia e Spagna; di contrastare i movimenti secondari attraverso intese tecniche tra i paesi interessati; di rispettare le quote stabilite da ogni Paese per quanto riguarda i migranti economici e di introdurre contromisure finanziare per chi non accoglie i rifugiati (Juncker da tempo parla di 250mila euro per richiedente asilo non accettato in base alle quote).
Conte ha inoltre ribadito il “no” dell’Italia alla proposta di Francia e Spagna di istituire gli hot spot nei paesi europei di arrivo, ovvero in Italia, Grecia e Spagna, ma il punto, per lui che ha parlato per primo, ora è superare la resistenza dell’asse franco-tedesco, con Merkel che vorrebbe accordi bilaterali e trilaterali per “aiutarci a vicenda e trattarci reciprocamente in modo equo e onesto”.
Prima del vertice Macron, che da giorni è in un continuo rimpallo di accuse con il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini proprio sui migranti, ha detto che serve “una soluzione europea attraverso la cooperazione dei Paesi dell’Ue, che si tratti di una collaborazione a 28 o tra più Stati che decidono di andare avanti assieme. Questo richiede la responsabilità di ciascuno e spirito di solidarietà per condividere il peso che alcuni Paesi conoscono”.
Anche per il premier maltese Joseph Muscat, che alle navi delle ong chiude i porti e che è in un braccio di ferro con Roma, “Adesso non è il momento di puntare il dito contro qualcuno, ma credo che si debbano trovare soluzioni, non è un gioco allo scaricabarile”.
Dal premier spagnolo Pedro Sanchez sono arrivate parole forti prima dell’incontro di Bruxelles: “Ci sono governi come quello italiano – ha dichiarato in un’intervista per El Pais – che stanno facendo politiche anti-europee e dove l’egoismo nazionale è più diffuso”. Ha comunque ammesso che “questo ha anche a che fare con la mancanza di solidarietà dimostrata in precedenza dall’Ue nei riguardi di un Paese che ospita già mezzo milione di esseri umani provenienti dalle coste libiche”.
Ora è da vedere la reazione delle varie cancellerie alla proposta di Conte, con già Merkel e Macron che all’incontro di Meseberg del 19 giugno hanno poco velatamente minacciato di rispedire in Italia i richiedenti asilo da lì provenuti. E sono centinaia di migliaia.

 

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