liberationfr - "Je pensais que c'était violent mais pas que c'était la guerre à ce point là". Les occupants expulsés de la ZAD de Notre Dame Des Landes avaient appelé à un rassemblement pacifique dimanche pour reconstruire ce qui avait été détruit par les forces de l'ordre. Notre photographe Cyril Zannettacci a été blessé par une grenade lancé par les forces de l'ordre. Voici une des dernières images de son reportage.


http://www.labottegadelbarbieri.org/

mercoledì 18 aprile 2018

 

Zad: gli sgomberi di Macron e la lotta della " Zone À Defendre "

 

L'espressione ZAD (Zone à defendre) è un neologismo militante usato per designare territori che vengono occupati in opposizione a un progetto che si sta creando/installando. Sulla zona, spesso riadattata con progetti ambientali o agricoli, si creano occupazioni e comunità. La Zad di Notre Dame des Landes è nata in opposizione a un progetto di aereoporto, con una lotta che durava da oltre 20 anni e che il Governo Macron ha abbandonato definitivamente a gennaio. Sul territorio - che corrisponde a circa 3 quartieri parigini) si sono installate diverse forme di vita e autonomomia il cui progetto politico va ora al di là dell'opposizione all'aeroporto. Il 9 aprile una violenta operazione di esplusione è iniziata sulla Zad di Notre Dame. 

 

Più sotto l’aggiornamento di domenica 15 aprile

 

La cronaca del 9 aprile

E’ cominciata nella notte del 9 aprile l’operazione della gendarmerie francese per sgomberare la ZAD (sigla francese per zona da difendere) di Notre Dame des Landes occupata da ormai dieci anni da contadini e allevatori supportati da centinaia di attivisti per impedire la costruzione del nuovo mega “aeroporto del Gran Ouest”. A gennaio il governo Macron aveva annunciato insieme l’abbandono del progetto e l’intenzione di “reinstaurare la legalità” sul territorio.

 

 

La storia della ZAD è una lunga storia di lotta, di resistenza e di vittoria. Nel 2009 mentre le autorità tentavano di obbligare gli abitanti di Notre Dames des Landes a lasciare le proprie abitazioni per far posto al faraonico nuovo aeroporto di Nantes, alcuni attivisti avevano raggiunto contadini e pastori occupando le zone destinate ai lavoratori prendendo possesso di una parte della abitazioni abbandonate e costruendone di nuove. La ZAD ha iniziato a crescere diventando luogo di resistenza e di sperimentazione agricola, le terre sono state re-investite e coltivate di nuovo, è stato costruito un forno per il pane, laboratori meccanici e di falegnameria, persino una biblioteca, facendo un punto di riferimento per la difesa del territorio, l’autodeterminazione e ia sperimentazione di nuove forme di vita che rimettano in questione i fondamenti stessi dello sfruttamento della terra e dell’uomo.

 

Nel 2012 il governo aveva tentato la prova di forza cercando di sgomberare e distruggere abitazioni e strutture ma aveva dovuto indietreggiare davanti alla determinazione del movimento contro l’aeroporto che aveva resistito per giorni fino a quando una manifestazione composta da decine di migliaia di persone arrivate da tutta la Francia aveva invaso di nuova la ZAD ricostruendo le abitazioni distrutte.

 

 

Lo stato francese ha alla fine dovuto piegarsi davanti alla resistenza. Il 17 gennaio scorso ha annunciato l’abbandono del mega-aeroporto, riconoscendo le ragioni del movimento: il progetto è inutile e costosissimo per le casse dello stato, con un impatto ambientale terribile sulle zone umide di Notre dames des Landes dove vivono diverse specie protette. Una sconfitta cocente che brucia per mesi tra i difensori dell’aeroporto “e del suo mondo” come dicono gli zadisti, per sottolineare il modello economico e sociale devastante che impongono grandi opere e affini.

All’indomani della vittoria sono iniziate le trattative sulla sorte di questo pezzo di terra sottratto alle logiche dello Stato e del profitto. Il governo sperava di dividere il movimento tra una sua presunta componente “radicale” e gli agricoltori storici che però si sono presentati compatti rivendicando il fatto che le terre sottratte alla rendita e al profitto con la lotta dovessero rimanere tali, garantendo una permanenza agli occupanti e agli abitanti della prima ora, permettendo di continuare la coltivazione delle terre e le sperimentazione di forme di vita sottratte alle logiche del capitalismo. Un grande corteo per le strade di Nantes, il 31 marzo scorso, aveva chiarito che ogni tentativo di sgombero avrebbe incontrato una strenua resistenza.

 

Allora se il Divide non funziona l’imperativo è chiaro: Impera. Stamattina le autorità hanno deciso di premere sull’acceleratore tentando di sbarazzarsi con la forza di questa fastidiosa “zona di non diritto” per usare le parole della prefettura nel suo comunicato di stamattina. Dalle 3 di questa mattina 2.500 uomini sono stati dispiegati attorno alla zona, con ogni tipo di attrezzatura, tra cui dei tank. Il governo – tramite il ministro dell’interno Gerard Collomb – annuncia che si tratta solo di sgomberare gli “illegali”, 100 persone residenti in case, capanne o altri posti occupati, che non hanno accettato la messa in regola proposta dallo Stato dopo l’annuncio dell’abbandono del progetto dell’aeroporto ma in realtà sono circa 40 gli edifici che il governo ha annunciato di voler distruggere. Il governo assicura inoltre che dopo le espulsione i gendarmi resteranno sul posto per impedire eventuali rioccupazioni.

 

 

Alle 4:45 sono iniziate le operazioni di sgombero, con i gendarmi che provano faticosamente a risalire la strada dipartimentale che attraversa la ZAD incontrando resistenza e barricate. Da quanto riferiscono canali del movimento la tattica è quella di soffocare la zona sotto un lancio di lacrimogeni continuo che è andato avanti per diverse ore. Intorno alle 8:30 la polizia è riuscita ad arrivare alle Fosses noires, dove c’è stato un duro scontro con lanci di molotov e sassi sulla polizia costretta a bloccarsi.

 

Alle ore 10 la polizia ha cominciato ad allontanre i giornalisti, impedendo alla stampa di accedere alla zona come hanno testimoniato direttamente diversi cronisti delle maggiori testate nazionali. Verso le 11, i gendarmi sono riuscti a rimontare la strada detta “delle chicanes” (D281), e, otto ore dopo l’inizio delle operazioni, la polizia è infine riuscita ad effettuare le prime demolizioni con i bulldozer, tra cui la distruzione dell’enorme tendone da circo in cui si tenevano assemblee e altri eventi.

 

La resistenza si organizza sulla zad già da diversi giorni e nessuno è stato colto impreparato. Per ora si contano barricate, persone rifiugiate sugli alberi e una difesa determinata per rallentare l’entrata della gendarmerie. Sono stati annunciati già 80 appuntamenti in tutte le città della Francia alle 18:00 per protestare contro lo sgombero. La Confedration payasanne, il sindacato degli agricoltori, ha chiesto di mobilitarsi in solidarietà con ciò che sta succedendo mentre gli abitanti della ZAD hanno chiesto di raggiungere la zona nei prossimi giorni per quella che si annuncia già come una lunga battaglia. Seguiranno aggiornamenti nella giornata. Zona da difendere, oggi più che mai. 

 

 

Aggiornamento ore 18.30. Davanti a diverse prefetture del paese sono stati convocati presidi e manifestazioni in solidarietà alla resistenza della zad di Notre-Dames-des-Landes. Al pomeriggio il bilancio della battaglia conta la distruzione di almeno nove luoghi di vita collettiva nei bocages (hangar, serre, ovili) con il ferimento sicuro di almeno 6 persone e l’arresto di altre 7. Mentre lo Stato promette di proseguire domani con le operazioni di espulsione dalla zad il movimento non si arrende e rilancia per domani una sua assemblea generale. Nonostante la sproporzione di forze in campo la resistenza è stata tenace e multiforme. Ai gas e ai mezzi blindati gli abitanti della zad hanno resistito salendo sui tetti, issando barricate, creando blocchi con i trattori. Un po’ di inventiva e di fortuna hanno permesso di dar fuoco per due volte ai mezzi meccanici che distruggevano le abitazioni, mentre a più riprese il Dio del fango dei bocages ha intrappolato i poliziotti e i loro mezzi.

 

aggiornamenti

Il fango, i trattori e la resistenza determinata della ZAD sono riusciti martedì, a fare rallentare e a tratti indietreggiare l’apparato militare, malgrado l’enorme squilibrio di forze. Dopo avere temporeggiato mercoledì mattina, la gendarmeria è poi passata all’attaco con brutalità di pomeriggio, caricando tra l’altro un picnic musicale e intergenerazionale di difesa della zona detta Fosses noires a cui stavano partecipando più di 500 persone. Il movimento NDDL dichiara che la piu parte delle capanne sono state distrutte e non sa se altri edifici saranno di nuovo attaccate e distrutte nei prossimi giorni. Ma in ogni caso il movimento promette di riscostruirle tutte, una ad una, e denuncia l’inutilità, la violenza e persino l’illegalità di quest’operazione di sgombero.

Tantissimi in tutto il paese sono rimasti sconvolti dalla brutalità dell’operazione di sgombero e dalla distruzione di edifici storici della lotta e che ospitavano progetti agricoli collettivi. Già da lunedì la distruzione della fattoria e posto di ritrovo “les cent noms” cristallizzava la rabbia del movimento. Rabbia aumentata dall’ipocrisia delle dichiarazione della prefetta, che continua a ripetere in varie conferenze stampa che il dialogo resta aperto con chiunque abbia la volontà di presentare ufficialmente un progetto agricolo, e che lo sgombero degli edifici è effettuato senza violenza esagerata e in tutta legalità. Un residente dei ” cents noms ” ha già fatto ricorso per espulsione illegale. Mercoledì sera la polizia ha tagliato l’elettricità nella zona per le case ancora in piedi, mentre durante la giornata subappaltava a un’azienda la rimossione di tutte le auto degli abitanti dalla zad o di chi era venuto a sosternerli parcheggiati in zona. Alcuni esperti attestano che l’operazione di sgombero della zad è la più grossa operazione militare sul suolo francese metropolitano dal 1968. Blindati, elicotteri, droni, LBD, flashball e granate di ogni tipo (lanciate anche dagli elicotteri). Armi che i gendarmi spesso non usano secondo le stesse prescrizioni che dovrebbero seguire secondo gli ufficiali, lanciandoli in mezzo alla folla o non riuscendo proprio a lanciare e ferendosi cosi da soli, come è successo martedi. Le squadre di “medic” contano 80 feriti fin’ora, tra cui alcuni molto gravi (perdite di occhi, ferite al viso). Accusano inoltre le forze dell’ordine di impedire l’evacuazione dei feriti, bloccando le ambulanze. Dopo che è stato loro vietato l’accesso alla zona lunedì, anche i giornalisti sono stati deliberatamente presi di mira dalle granate della gendarmeria, e si contano a oggi 3 cronisti feriti. Una nube di gas ricopre quasi costantemente la zona, avvelenando le mucche allevate dagli zadisti ed entrando dentro le case a qualsiasi ora, mentre le pile di lacrimogeni si accumulano a terra. Il movimento NDDL denuncia un operazione di comunicazione e di immagine da parte dello stato completamente inutile ma che rischia di costare la vita a qualcuno.

Le azioni in sostegno alla zad si susseguono da lunedì 9 aprile in tutta la Francia e anche all’estero. Circa 3.000 persone hanno sfilato per le vie di Nantes già lunedì sera, una barricata è poi stata incendiata sulla tangenziale nella notte. Ovunque in Francia sono organizzati cortei, presidi di solidarietà, bloccate strade, occupati di municipi, alcune università occupate si sono auto-nominate ZAD in segno di vicinanza e uno sciopero è stato dichiarato in un’aziende della provincia di notre-Dame-des-Landes. Certi consiglieri ecologisti europei hanno richiesto al parlamento europeo un incontro urgente con il primo ministro francese in seguito alla violenza dello sgombero. La Confederation paysanne (uno dei maggiori sindacati dei contadini) ha chiamato ad andare in massa alla Zad. Centinaia di associazione hanno firmato un communicato per il fermo immediato delle operazione di sgombero e di distruzione della Zad tra cui la Lega dei Diritti dell’Uomo, Attac, e vari associazioni ambientaliste. Il sito di Zad nadir pubblicano foto e lettere di sostegno dalla Palestina, dal Portogallo, dal Libano, e anche dalla val di Susa.Macron ha ribadito oggi in un intervista televisiva che “l’ordine repubblicano sarà restaurato”. Il governo sembra quindi volere proseguire quest’operazione militare spettacolare dove si mette in scena come garante dell’ordine, anche se l’assurdità dei mezzi dispiegati e il costo dell’operazione – di 275’000€ al giorno secondo il giornale “Le Telegramme” – cominciano ad essere (timidamente) criticati dai media mainstream.

ripreso da http://www.osservatoriorepressione.info

 

domenica 15 aprile 2018

 

Cosa sta succedendo durante la chiamata di questa domenica o la magia della zad!

 

Nonostante il blocco del governo, una folla tra 15.000 e 20.000 persone è riuscita ad ogni costo ad incontrarsii sulla zad questa domenica. Nuovi gruppi continuano ad arrivare sul luogo questo pomeriggio. Da stamattina, tutto è stato fatto per rompere questo grande slancio di solidarietà: sbarramenti e controlli ovunque, checkpoint polizieschi alle uscite della tangenziale con avvertimento ai conducenti di non andare sul posto. È la prima volta che lo stato cerca così di impedire una grande manifestazione di questo tipo sullo zad e fare aumentare la tensione. Ma qui lo spirito collettivo non si lascia intimidire in questo modo: i sostenitori conoscono i sentieri, i campi e sorpassano in gruppi i blocchi di polizia. Il movimento che ha ottenuto l ’abbandono del progetto d’aeroporto si ritrova oggi di nuovo oggi con tutta la sua forza e diversità per difendere la zad.

Momento solenne alla fattoria di Bellevue alle 14: le migliaia di bastoni piantati l’8 ottobre 2016 sono stati spiantati. Avevamo giurato di venire a prenderli il giorno in cui la zad sarebbe tornata sotto attaccato. È giunto il momento! Persone di tutte le età sono ripartite sulla strada di suez, scortando una grande struttura di legno portata da un convoglio di trattori. Questa bellissima costruzione è stata realizzato questa settimana con legno della zad sotto “l’hangar del futuro della zad” da dozzine di falegnami. Per ora è montato sul campo della wardine e potrà essere spostato in seguito. Centinaia di persone si passano di mano in mano gli assemblaggi di legno. È su questo stesso campo che nel 2012, durante la manifestazione di rioccupazione, che le catene umane avevano trasportato la massa di materiali per costruire un villaggio della Chateigne.

Oggi centinaia di bastoni sono stati immediatamente piantati in torno al cantiere per proteggere questo nuovo edificio, che fungerà da non-mercato e sala riunioni che inizialmente doveva essere portato direttamente al Gourbi e per sostituire l’area comune distrutta giovedì. Nel frattempo altri gruppi importanti di manifestanti, bastoni in mano, traboccano da tutti i lati il dispositivo di polizia posto sulla D81, e attraversano la strada per passare a est sulla zona proibita e occupata questa mattina da colonne gendarmi. Una costruzione mobile viene portata attraverso i campi. Più di un centinaio di persone sono ancora sequestrate da questa mattina alla fattoria de La Grée. Dei sostenitori cercano di raggiungerli. Ci annunciano la presenza del prefetto all’incrocio della Saulce. Dopo la manifestazione determinata di oltre 10.000 persone ieri tra sindacalisti, studenti e sostenitori della zad, la prefetta potrà constatare di nuovo che non potrà schiacciare il nostro desiderio collettivo col terrore e la distruzione! Intanto le azioni di solidarietà continuano in molte città in Francia e in tutto il mondo questo fine settimana.

La zad ferita è sempre magica! Presto maggiori informazioni sul seguito degli eventi di questo pomeriggio.

ripreso da https://zad.nadir.org dove trovate altri aggiornamenti – e tutta la storia – in francese

 

 

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