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23 agosto 2018

 

La Germania alza il tiro, contro gli Usa: “Europa cardine dell’ordine internazionale”

di Sergio Cararo

 

Nell’aria c’è un cambiamento epocale nelle relazioni tra l’Europa e gli Usa, e lo è sul piano economico quanto su quello strategico. Il ministro tedesco degli Esteri Heiko Maas ha proposto di creare un sistema di pagamenti internazionale indipendente dagli Stati Uniti, in modo che Bruxelles possa gestire le proprie operazioni finanziarie in tutta libertà. Tra i motivi di questa rottura dei vecchi rapporti di forza tra i paesi capitalisti c’è l’accordo firmato tra Iran e potenze occidentali e che Trump ha disdetto minacciando sanzioni ai paesi che continuano a commerciare con Teheran.

 

In un articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Handelsblatt, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas oltre alle questioni economiche, ha detto anche altre cose molto importanti e molto pesanti: “L’obiettivo principale della nostra politica estera è quindi quello di costruire un’Europa forte e sovrana. Solo in stretta collaborazione con la Francia e gli altri europei è possibile raggiungere un equilibrio con gli Stati Uniti. L’ Unione europea deve diventare il cardine dell’ordine internazionale, un partner per tutti coloro che si sono impegnati in questo ordine. È predestinata per questo, perché l’accordo e l’equilibrio sono nel suo DNA”. Ed ancora, è scritto nell’articolo: “È nel nostro stesso interesse rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza del Nord Atlantico. Non perché Donald Trump stabilisca sempre nuovi obiettivi percentuali, ma perché non possiamo contare su Washington come prima”.

 

La proposta economica è quella di istituire un canale di pagamenti privilegiato che sia indipendente dagli Stati Uniti: creare un Fondo Monetario Europeo e anche un sistema Swift indipendente” (ossia un circuito di pagamento e comunicazioni finanziarie riservato e criptato con sede in Belgio).

 

Secondo Maas per l’Europa e le sue aziende è di vitale importanza mantenere intatto l’accordo nucleare con l’Iran. “Ogni giorno in cui l’accordo continua a esistere è meglio” per tutti, perché l’intesa consente di scongiurare una crisi altamente esplosiva in Medioriente.

 

Wall Street Italia sottolinea come secondo il direttore del Global Public Policy Institute, un think-tank tedesco, “mai prima d’ora un funzionario di governo in Europa aveva osato tanto”. Per Thorsten Benner la richiesta di Maas per una maggiore autonomia finanziaria e monetaria rispetto agli Stati Uniti “è la più decisa” di sempre.

 

Maas ha proposto la creazione di un’alleanza equilibrata con gli Stati Uniti, che preveda che gli europei vadano a colmare il vuoto lasciato dalle politiche di chiusura degli Stati Uniti nel mondo. Secondo il ministro degli Esteri tedesco l’Europa deve “formare un contrappeso ogni volta che gli Usa oltrepassano la linea rossa“.

 

Il quotidiano economico internazionale Financial Times interpreta le parole di Maas secondo cui l’UE ha preso l’impegno di proteggere le aziende di casa dalle misure punitive adottate dal governo Trump. Le multinazionali europee hanno paura di perdere l’accesso al ricco mercato americano.

 

Il Segretario di Stato Usa Mike Pompeo e il Segretario del Tesoro Steven Mnuchin, hanno respinto al mittente l’appello fatto dai ministri di Francia, Germania e Regno Unito per l’esclusione dalle sanzioni di alcuni settori nevralgici dell’industria europea come energia, healthcare e finanza..

 

La sfida tedesca all’egemonia degli Stati Uniti nel sistema dei pagamenti mondiali si iscrive in un contesto di crescente tensione diplomatica tra la Germania e l’America. Sia l’amministrazione Trump sia il Fmi hanno criticato Berlino per l’eccessivo surplus commerciale e per pratiche giudicate sleali in materia commerciale.

 

L’ambizione di mettere fine al dominio del dollaro, e quindi degli Usa nelle transazioni economiche mondiali, è un progetto emerso qui e là ormaida tempo. Ma ogni singolo paese che ha provato a rompere il giogo è finito o sotto bombardamenti statnitensi o bersaglio di indesiderate operazioni di “regime change”.

 

Ma la spinta a cambiare le regole e gli strumenti delle transazioni internazionali è venuta crescendo enormemente dall’inizio del XXI Secolo: dall’Iraq ai paesi Brics, dall’Iran al Venezuela. L’establishment Usa ne è ben consapevole da almeno due decenni ed ha fatto – e sta facendo di tutto – per impedirlo. Soprattutto per impedire che il declino degli Usa come potenza imperialista egemone si palesi agli occhi di tutti. E sono disposti a tutto per evitarlo. Anche da questo incubo peggiore dell’America First è venuto fuori uno come Trump.

 

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