Fonte: www.zerohedge.com

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24 agosto 2018

 

La Germania chiede un sistema globale di pagamento indipendente dagli Stati Uniti

Traduzione di HMG

 

Con un sorprendente voto di “sfiducia” nei confronti del monopolio statunitense sull’infrastruttura globale di pagamento, il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas ha chiesto la creazione di un nuovo sistema indipendente dagli Stati Uniti. Questo permetterebbe a Bruxelles di non dover rispondere a Washington per le proprie operazioni finanziarie, e sarebbe anche un mezzo per salvare l’accordo nucleare tra Iran ed Occidente.

Scrivendo sul quotidiano tedesco Handelsblatt, Maas ha dichiarato: “L’Europa non dovrebbe permettere che gli Stati Uniti agiscano sulle nostre teste e a nostre spese. Per questo è essenziale rafforzare l’autonomia europea stabilendo canali di pagamento indipendenti dagli Stati Uniti, creando un Fondo Monetario Europeo e costruendo un sistema Swift indipendente”, ha scritto, ripreso da FT.

 

Maas ha affermato che è essenziale che l’Europa rispetti l’accordo con l’Iran. “L’alternativa sarebbe l’esplosione di una crisi molto pericolosa che minaccerebbe il Medio Oriente”. Il sottotesto è chiarissimo: l’Europa non vuole più essere un vassallo del monopolio statunitense sui pagamenti globali, ed ora perseguirà aggressivamente la propria rete “Swift”, indipendente dai capricci di Washington.

 

Swift, una rete di pagamenti globale con sede in Belgio, consente alle istituzioni finanziarie di tutto il mondo di inviare e ricevere informazioni sulle transazioni finanziarie. Il management del sistema afferma che Swift è politicamente neutrale ed indipendente, sebbene sia stato precedentemente utilizzato per bloccare alcune transazioni e far rispettare le sanzioni statunitensi contro vari paesi, in particolare l’Iran. Nel 2012, il quotidiano danese Berlingske ha scritto che le autorità statunitensi sono riuscite a sequestrare il denaro trasferito da un imprenditore danese ad una banca tedesca, per un lotto di sigari cubani sanzionati dagli Stati Uniti. La transazione è stata effettuata in dollari USA, cosa che ha permesso a Washington di bloccarla.

 

Secondo Thorsten Benner, direttore del Global Public Policy Institute, un think-tank con sede a Berlino, l’intervento di Maas è stato “l’appello più forte mai fatto per l’autonomia finanziaria e monetaria dell’UE nei confronti degli Stati Uniti”.

 

L’articolo del ministro degli esteri tedesco evidenzia la profondità del dilemma che affligge i politici europei: da una parte lottano per mantenere vivo l’accordo con l’Iran, dall’altra devono affrontare le ricadute delle sanzioni americane contro le società che intrattengono rapporti commerciali con Teheran.

 

Maas ha anche chiesto la creazione di una “partnership equilibrata” con gli USA. L’Europa, ha detto, deve “formare un contrappeso quando gli Stati Uniti attraversano le linee rosse”.

Come aggiunge il FT, l’UE ha promesso di proteggere le imprese europee da misure punitive adottate da Washington; queste però sono più interessate a mantenere il proprio accesso al redditizio mercato statunitense che alle opportunità più modeste presentate dall’Iran.

 

Lo scorso mese Washington ha respinto un appello europeo per esentare dalle sanzioni le industrie cruciali. Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, e Steven Mnuchin, Segretario del Tesoro, hanno respinto formalmente un appello per lasciar fuori i settori finanza, energia e sanità, redatto dai ministri di Germania, Francia, Regno Unito e UE.

La cosa riguarda anche lo Swift: a meno di vincere un’esenzione dalle sanzioni, gli Stati Uniti richiedono, entro l’inizio di novembre, che si taglino dalla propria rete le banche iraniane prese di mira, pena il dover affrontare possibili contromisure contro sia i membri del cda sia le istituzioni finanziarie che li impiegano. Questi potrebbero includere il blocco degli asset ed il divieto per gli individui di viaggiare negli Stati Uniti, nonché restrizioni sulla capacità delle banche di fare affari negli USA.

 

Il forte avvertimento di Maas contro il dominio statunitense sui pagamenti globali arriva in un contesto di relazioni tra Germania e Stati Uniti nel loro stato peggiore da decenni. Trump ha rimproverato Berlino per il suo ampio avanzo commerciale, le sue spese militari relativamente basse ed il suo sostegno a Nord Stream 2, un nuovo gasdotto che porterà il gas russo direttamente in Germania.

 

D’altro canto, Berlino non ha visto di buon occhio il ritiro americano dall’accordo con l’Iran e dal trattato sul clima di Parigi, l’imposizione di dazi sull’importazione di acciaio ed alluminio UE ed il fatto che Trump abbia messo in discussione l’impegno americano nei confronti della NATO.

 

In breve, l’Europa ne ha finalmente avuto abbastanza e pensa di contraccare Trump dove fa veramente male: i soldi.

 

 

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