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30 novembre 2018

 

La maschera della menzogna di Merkel è caduta.

di Giuseppe Masala

 

Nei giorni tragici in cui la piccola Grecia si batteva per evitare il commissariamento tutti gli esperti di politica militare notarono l’enorme pressione turca sui confini greci: continui sconfinamenti nello spazio aereo greco da parte dell’aeronautica militare turca e altrettanto continue violazioni da parte della Marina Militare. 

 

Una forma di pressione fortissima, un messaggio mafioso alla piccola Grecia: o accetti la Trojka o, se esci dall’Euro, aspettati la guerra in casa scatenata dai turchi. 

 

Non pare questa un’affermazione azzardata in considerazione del fatto che il Sultano della Sublime Porta è uno dei più fedeli alleati della Germania da almeno cento anni. 

Andando ancora più avanti in quegli anni, peraltro, viene da domandarsi se i francesi, altri fantocci in mano alla Merkel, avrebbero mai colpito a tradimento l’Italia in Libia senza l’avvallo di Berlino; per non parlare poi della schifosa tratta degli africani fatta per anni con il chiaro intento – tra l’altro – di destabilizzare l’Italia.

 

Ora, a pochi giorni dal tanto atteso incontro argentino tra Trump e Putin, ecco ci risiamo: l’Ucraina, vero e proprio protettorato tedesco (il terzo in cento anni; prima Skoropadskij, poi il nazista Bandera e ora Poroshenko), organizza una provocazione che ha l’effetto concreto di mandare a monte il summit.

 

Certamente è questa una vittoria tedesca nel perseguimento del loro principale obbiettivo geostrategico: evitare che si saldino i due maggiori nemici della Germania, Washington e Mosca. 

 

Questo certamente non vuol dire che i russi e gli americani non sappiano come stiano le cose: anche se ovviamente la Merkel nasconde la mano e spudoratamente e pubblicamente si offre come mediatrice tra russi e ucraini. Mediazione peraltro già respinta in maniera sprezzante dal Cremlino che sa benissimo che Poroshenko è un fantoccio in mano alla Merkel. 

 

Una cosa comunque è chiara; la spregiudicatezza e la doppiezza della politica estera della Merkel e della Germania sono ormai abbastanza scoperte. 

 

Io credo che a Berlino stiano giocando una partita davvero spregiudicata e pericolosissima, che alla lunga pagheranno carissima. E forse manco tanto alla lunga.

 

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