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14/06/2018

 

Sui migranti scontro senza precedenti in Germania: il ministro dell'Interno minaccia la rottura con Merkel

di Claudio Paudice

 

Resa dei conti sul Piano Immigrazione tra Seehofer e la Cancelliera: il voto in Baviera spaventa la Csu. E c'è chi auspica la resa dei conti con voto di fiducia nel Bundestag

 

La crisi politica sull'immigrazione che sta affrontando in queste ore l'Unione cristiano-sociale tedesca e che rischia di trascinare con sé tutto il Governo Merkel IV fotografa plasticamente la distanza siderale tra i buoni propositi espressi a parole nei consessi dell'Unione Europea e le feroci divisioni che si celano all'interno dei singoli Paesi membri. La Germania, motore dell'Ue, non fa eccezione. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer ha minacciato la cancelliera di andare avanti da solo nell'attuazione del piano sull'immigrazione adottando con decisione ministeriale le nuove norme se non sarà trovata una intesa soddisfacente per la Csu, partito gemello alla Cdu della Merkel ed espressione del lander della Baviera, sui respingimenti.

 

Seehofer è fautore della linea dura. Il suo piano, che doveva essere presentato martedì scorso ma poi slittato sine die a causa dei dissidi con la cancelliera, prevede respingimenti di massa di migranti non solo di coloro già respinti al confine tedesco che tentano di rientrare ma pure di quelli già registrati in altri Paesi Ue e di tutti quelli senza documenti validi. Una posizione troppo dura, che la cancelliera Merkel difficilmente riuscirebbe a sostenere a Bruxelles, consapevole che se dalla Germania arrivasse un segnale così aggressivo sul piano dell'immigrazione verrebbe letto come un "liberi-tutti" per gli altri Paesi, Italia inclusa visto il recente caso della nave Aquarius, ma anche per l'Austria. Alla Merkel non è piaciuto affatto quell'asse che ieri è stato saldato senza il suo placet tra il suo ministro all'Interno, l'omologo austriaco e Matteo Salvini, come annunciato dal premier austriaco Kurz. Non a caso ha provato a correggere la linea auspicando "una soluzione unitaria europea" della questione migranti. Nei fatti nel Governo tedesco si è creata una spaccatura che molti nella Csu non faticano a definire "storica" e forse insanabile.

 

Merkel rifiuta la linea drastica sull'immigrazione in nome dei principi di solidarietà europea che difende e ha chiesto più tempo all'alleato bavarese per negoziare soluzioni al vertice Ue in programma per la fine di giugno. Richiesta bocciata perché nella Csu non ci sono margini per sfumature: "Dobbiamo attuare rapidamente il regolamento per il respingimento ai confini. Dobbiamo preoccuparci della popolazione locale, non solo e in modo permanente di tutta Europa", ha dichiarato il capo dell'esecutivo della Baviera, Markus Soder. In caso estremo, c'è anche chi si dice pronto ad affrontare l'annosa questione dell'immigrazione con un voto di fiducia in Parlamento: "Dal 2015 discutiamo di questo tema, bisogna decidere e se necessario anche con la questione della fiducia", ha dichiarato il deputato della Cdu Axel Fischer al Bild. Per il capogruppo della Csu, Alexander Dobrindt, si tratta di una "situazione storica".

 

La preoccupazione della Csu è tutta rivolta al suo lander, la Baviera, che ad ottobre sarà chiamata al voto. Il ritorno a settembre scorso dell'estrema destra dell'AfD nel Bundestag, anche grazie a una martellante campagna elettorale sull'immigrazione, ha messo il partito democristiano bavarese in allarme. Di qui la linea ferma di Seehofer, disposto ad andare a uno scontro senza precedenti con Merkel pur di non arretrare sull'immigrazione. Un passo indietro sarebbe l'assist perfetto per l'AfD.

 

I guai per la Cancelliera però non sono finiti, perché l'alleato nella Grosse Koalition non sta a guardare i due litiganti in silenzio: "Spettacoli teatrali a scopi elettorali ora sono inopportuni", ha detto la leader del partito socialdemocratico Andrea Nahles dopo che il Parlamento ha interrotto la seduta per la lite sui migranti tra Cdu e Csu. L'ipotesi del ministro degli Interni Seehofer di respingere già al confine i migranti "non è contenuta nel contratto di governo", ha specificato Nahles.

 

Angela Merkel si trova così incastrata tra le pretese di durezza della Csu, spaventata dal voto bavarese in autunno, e il richiamo al Contratto di governo della Spd. Per la prima volta la fiducia nella capacità di mediazione della Cancelliera non appare più inscalfibile.

 

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