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17 febbraio 2018

 

Bologna antifascista. In piazza in migliaia

 

In democrazia ognuno ha il diritto di parola, è un diritto costituzionale, riservato a tutti tranne a chi professa l’ideologia fascista. Ma nonostante queste premesse il comune di Bologna ieri ha dato legittimità al comizio di Roberto Fiore nell’ambito della campagna elettorale di Forza Nuova.

È storicamente dato che Bologna è una città antifascista, ma non è storicamente dato che il governo di questa città si nasconda dietro la par condicio per dare spazio a un comizio fascista. Dalle prime ore della mattina il movimento bolognese ha presidiato la piazza, facendosi promotore dell’antifascismo in una città medaglia d oro della resistenza e ora in preda di un PD complice, o peggio, del fascismo attuale.

Dopo essere stato caricato dalle forze dell’ordine il presidio è cresciuto, incontrando la partecipazione di altre realtà politiche tra cui Eurostop e Potere al Popolo, che fanno dell’antifascismo una pratica quotidiana e un pilastro portante della propria esistenza, ma anche pezzi dell’Anpi e de?la sinistra più in generale.

 

Per quanto riguarda l’informazione di questo giornale, militante e antifascista, pubblichiamo il comunicato di Eurostop e quello di Potere al Popolo:

 

COMUNICATO EUROSTOP

L’antifascismo è del popolo.

 

L’unità dei settori popolari è l’unico antidoto al ritorno fascista nella politica e nella società.

Oggi a Bologna si sono mobilitate, in un corteo determinato e numeroso, come non si vedeva da anni in città, le forze popolari cittadine per fare quello che nessun partito di governo si decide a fare: condannare e respingere esplicitamente chi sventola bandiera fascista.

Questi soggetti, che storicamente risultano fuori tempo massimo, tornano oggi ad ammorbare le nostre città e i nostri quartieri, con retoriche mirate a dividere i settori popolari, sfruttati e senza diritti, indicando nel migrante il finto nemico.

Finto perché a toglierci lavoro, casa e diritti, sono proprio quei partiti di governo, PD su tutti, che riforma dopo riforma stanno mettendo in seria difficoltà una parte consistente della popolazione.

Dunque per governanti del genere fa molto comodo avere come tacito alleato la Lega, o Forza Nuova o Casapound. Soggetti che offrono una distrazione rispetto ai reali problemi di questo Paese, come la totale sudditanza a Unione Europea e BCE, l’inasprirsi di politiche estere e interne militariste e securitarie, l’obbligo di una manovra finanziaria lacrime e sangue di applicazione del Fiscal Compact contro il quale nessuno di questi partiti ha il coraggio di prendere posizione.

A Bologna si è ripetuto un copione già visto piu volte: il PD che guida la giunta comunale concede piena agibilità politica a Forza Nuova, appellandosi a leggi elettorali, democrazia formale e al generico “diritto di parola” che non si nega a nessuno.

A giudicare dall’esposizione mediatica garantita ai nuovi fascisti e decisamente negata a realtà come Potere al Popolo, appare evidente l’ipocrisia di tali affermazioni e quanto il PD, sempre più “minnitiano”, e la crescita di gruppi neofascisti siano pienamente due facce della stessa medaglia.

Definire “democratico” il dare libertà di parola a chi si richiama al regime fascista è una contraddizione in termini, oltre che un insulto alla nostra storia, nata dalla Resistenza. La controprova è il trattamento riservato a chi ha l’onestà e il coraggio di combattere frontalmente l’avanzare di fascisti vecchi e nuovi.

Dal palesemente antidemocratico tentativo di vietare la manifestazione di Macerata – un fallimento politico goffamente mascherato sotto la gestione tecnica – agli arresti di Piacenza, dove l’amministrazione comunale ha permesso l’apertura di una sede di Casapound, ne avevamo già un chiaro esempio.

A chi si scandalizza per ciò che è successo a Piacenza, è bene ricordare che i pestaggi di manifestanti da parte delle forze dell’ordine sono all’ordine del giorno in ogni corteo e presidio, così come molti altri strumenti repressivi meno evidenti, ma molto più subdoli.

Oggi a Bologna, non contenti di aver liberato la piazza del comizio di Roberto Fiore, occupata sin dalla mattina da attivisti antifascisti, le forze dell’ordine hanno utilizzato cariche e idranti sul corteo.

Ma la risposta antifascista popolare è stata di altissimo livello: oltre alla presenza militante delle realtà di movimento cittadine, le realtà politiche presenti in prima fila come Potere al Popolo ed Eurostop hanno saputo dare vita a uno spezzone popolare partecipato da attivisti di base e abitanti dei quartieri, che hanno resisisto senza farsi intimidire, perché consapevoli dell’obiettivo politico.

Ed è questo l’antifascismo che pratichiamo e che praticheremo nelle piazze e nella realtà quotidiana: quello dell’unità dei settori popolari contro un PD sfruttatore e contro le nuove destre che speculano su questo sfruttamento.

 

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COMUNICATO POTERE AL POPOLO

Come in molte città in questi giorni, anche a Bologna è stato permesso il comizio elettorale di una delle formazioni fasciste più violente e squadriste del panorama politico della destra estrema. Si tratta di Forza Nuova e del suo segretario Roberto Fiore, terrorista nero già a capo di Terza Posizione, il quale la scorsa settimana si è contraddistinto per aver dato sostegno a Luca Traini, l’autore del primo attentato terroristico avvenuto in questo paese da molti anni.

Sin dalle 12.30 un centinaio di antifascisti si sono mobilitati per occupare piazza Galvani e impedire il comizio di Fiore, hanno resistito per l’intera giornata, sino alle 18.30, quando poi in piazza Maggiore si sono concentrate migliaia di persone sino a colmarla con una una marea popolare come non se ne vedeva in città da molto tempo.

Un corteo compatto e capace di esprimere posizioni molto chiare, fatto di migliaia di donne e uomini determinati a dare battaglia e dimostrare ancora una volta di meritare la medaglia d’oro alla resistenza.

Registriamo ancora una volta che la politica locale dimostra invece tutta la sua internità alle logiche nazionali del PD. Le dichiarazioni di sindaco e istituzioni sono tutte rivolte a condannare le azioni di resistenza militante, legittimando il diritto di forze apertamente fasciste a manifestare il proprio odio per gli ultimi.

Potere al Popolo era in piazza con uno spezzone organizzato e molto partecipato, dalla parte giusta della barricata al contrario di chi si dichiara antifascista di maniera dall’alto dei palazzi.

Dichiariamo tutta la nostra solidarietà ai compagni feriti in piazza, ai compagni arrestati per i fatti di Piacenza e ai fermati delle ultime ore a Bologna, e ne chiediamo la scarcerazione immediata.

Permettere il comizio di Fiore è un atto ignobile e provocatorio, strumentale alle logiche di comodo del Partito Democratico sempre pronto a giocare sulle tensioni sociali da lui stesso prodotte per poi porsi come unico garante di stabilità. Ma, a Bologna come a Macerata, ancora una volta in pochi giorni questa logica è stata smascherata e messa all’angolo!

Bologna reagisce compatta e determinata contro i fascisti e la gestione militare della Questura che chiude una città per difendere Forza nuova. L’unica resistenza è quella Popolare.

 

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Tutto questo casino, oltretutto, per garantire che questi quattro stracciaculi potessero fare la loro comparsata, con i “grandiosi risultati” che possiamo vedere (non arrivano a 15; quelli intorno sono fotografi o poliziotti di scorta):

 

 

 

 

 

 

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Per rendersi conto dell’infamia impossessatasi della giunta bolognese (Pd di quasi stretta osservanza renziana) è utile confrontare il suo comportamento tenuto ieri con Forza Nuova e

quello della giunta di Brescia, che certo non è imutabile di “estremismo piazzaiolo”. E vogliamo farlo con un articolettto tratto dal berlusconianissimo Tg24 di Mediaset (per dire l’abisso in cui è sprofondato il cosiddetto antifascismo di Merola e del Pd):

A dicembre a Brescia è stata approvata la delibera comunale che prevede il diniego di autorizzazioni all’utilizzo di sale, spazi e aree pubbliche a organizzazioni e movimenti dichiaratamente neofascisti e razzisti. La decisione del Comune lombardo è stata confermata dal Tar che ha respinto il ricorso di CasaPound: il movimento di estrema destra riteneva che la delibera fosse lesiva della “libertà di opinione” e “espressione del pensiero”.

 

Da Pavia a Milano, passando per Genova, Pisa, Bologna e Torino: sono sempre di più le città in cui vigono dispositivi per togliere spazi ai neofascisti.

 

Il provvedimento, adottato da palazzo Loggia e confermato dal Tar, è identico a quello che decine di Comuni hanno già approvato per arginare l’avanzata dei movimenti di estrema destra. Chi fa richiesta di spazi pubblici deve dichiarare la propria estraneità al “fascismo, razzismo, antisemitismo e omofobia” e firmare un documento con il quale “si riconosce nei principi antifascisti della Costituzione”.

 

Dopo la delibera è arrivato il ricorso al Tar, poi respinto, di CasaPound. In provincia di Brescia, a Trenzano, c’è il primo e unico sindaco del movimento di estrema destra, Andrea Trenzano, già denunciato per un post “nostalgico” su Facebook della scorsa estate: “Il fascismo tornerà, mi sento fascista, Stato di m…”.

 

Il Tar, però, ha bocciato in fase cautelare il ricorso giudicando “legittima” e “in linea con i principi democratici costituzionali” la decisione dell’amministrazione della città di Brescia, segnata nel profondo dalla strage nera di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 che costò la vita a 8 persone con 102 feriti.

 

Da http://www.tgcom24.mediaset.it

 

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