Originale: The Atlantic

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28 ottobre  2018

 

Un presidente americano che si piega alle richieste del terrore 

di Vann R. Newkirk II

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Sabato mattina, durante i servizi religiosi dello Shabbat, un uomo armato è entrato nella Sinagoga Tree of Life (Albero della Vita) a Pittsburgh e ha aperto il fuoco. L’indagine è in corso e i primi resoconti sono spesso imprecisi. Sembra, però, che il sospetto, un uomo bianco che si chiama Robert Bowers, abbia ucciso e ferito molte persone e che ha inflitto ferite pericolose per la vita ai poliziotti, prima di essere portato in detenzione. Si riferisce che abbia urlato: “Tutti gli Ebrei devono morire” prima di sparare.

Alla fine di quella mattina il Presidente Trump ha  reagito. “Si deve fare qualcosa,” ha detto ai giornalisti mentre saliva a bordo dell’Air Force One per andare in Indiana.

Il presidente ha negato che le leggi dell’America sulle armi avessero nulla a che vedere con questo atto di violenza armata. Ha fatto capire che le vittime avrebbero evito il disastro se si fossero armate. “Se avessero avuto una protezione all’interno, i risultati sarebbero stati molto migliori,” ha detto Trump. Con queste parole ha espresso una posizione comune nelle sue reazioni alla violenza nei due anni scorsi: che l’unico modo di combattere il terrore è di cedere a questo.

Trump continua a sostenere che il suo settarismo disinvolto e la sua xenofobia, le sue esortazioni a usare misure extralegali contro gli oppositori politici e la sua delegittimazione dei media, sono irrilevanti riguardo alla violenza. Il Trumpismo, richiede, invece, che la violenza venga risolta dalla militarizzazione locale: accresciuta sicurezza nelle scuole, fornire di armi gli insegnanti, e ora, l’adozione dì armi in luoghi intesi letteralmente a essere rifugi dai flagelli del mondo. Tutto considerato, quello che il Trumpismo sembra intendere,  è la creazione – o forse l’espansione – dell’apparato di uno stato di polizia.

La violenza ha dominato le conversazioni nazionali nella settimana scorsa. I giorni prima della sparatoria di Pittsburgh, un uomo armato ha ucciso due uomini di colore che facevano la spesa in un supermercato Kroger, a Jeffertown, in Kentucky, proprio dopo che era stato visto tentare senza successo di entrare in una vicina chiesa riservata alle persone di colore. Venerdì, le autorità federali preposte all’applicazione della legge, hanno arrestato Cesar Sayoc, il sospetto presumibilmente responsabile di avere inviato più di una dozzina di probabili pacchi di esplosivi alla CNN e ai leader del Partito Democratico. Un furgone di sua proprietà era ricoperto di propaganda a favore di Trump  e un account di Twitter che sembra appartenesse a Cesar, era pieno di teorie cospiratorie, di esplicite minacce di violenza, di anti-semitismo e di razzismo.

Venerdì, proprio nello stesso discorso in cui Trump ha dapprima affrontato l’arresto di Sayoc, si è anche messo a ridere per un coro di sostenitori che chiedevano di mettere in carcere George Soros, il miliardario attivista e filantropo che era stato uno dei presunti obiettivi di Sayoc.  Durante un comizio nella Carolina del Nord, in un momento successivo di quella sera, malgrado la promessa che “la violenza politica non deve essere mai, mai permessa in America, e farò qualsiasi cosa in mio potere per farla finire,” il presidente ha anche ripetuto le affermazioni di essere un “nazionalista,” ha deriso i “globalisti”, e ha attaccato i media. Proprio il giorno successivo, il presidente ha suggerito che guardie armate dovrebbero essere fuori dai luoghi di culto e che le leggi sulle armi non potevano impedire una strage.

Nell’affrontare quella che sembra una marea crescente di violenza – una marea che Trump stesso accresce e  incoraggia, il rimedio delle armi semplicemente si arrende alle richieste di quello spargimento di sangue. Lo scopo della violenza politica e del terrorismo non è necessariamente di eliminare o anche sempre di creare un conteggio di corpi, ma di  togliere potere  alle persone, di spargere il contagio del terrore,  di frantumare  le comunità in bunker che si autoconservano e annullare proprio l’idea che un destino comune sia perfino possibile. Gli ordini di armare le persone accelerano questo processo e promuovono l’idea che la società non può ridurre il livello globale di danni, e incentivano gli impulsi autoritari della gente che cerca l’ordine. Storicamente, l’antisemitismo, la xenofobia e il razzismo sono state le tre punte della violenza politica che hanno distrutto le democrazie e che hanno portato con sé l’autoritarismo nel modo più rapido. Storicamente le società gestite dalla polizia sono state le loro compagne, in opposizione ai loro antagonisti.

Il discorso della violenza armata si diffonderà. La National Rifle Association* e i suoi politici preferiti continueranno a sostenere che l’unica soluzione è di tutelare le persone con maggiore potenza di fuoco. Le tensioni per i reati di odio che sono essi stessi sempre violenza politica, aumenteranno.

I fedeli feriti, uccisi e traumatizzati, nella Sinagoga Tree of Life, non sono martiri creati per un altro noioso “dibattito” americano, e non lo sono i due uomini di colore uccisi in Kentucky mentre facevano la spesa, né gli impiegati delle poste e i politici  la cui vita è stata messa a rischio da esplosivi. Le violenze fatte a ognuno di loro sono, però, parte di una narrazione sul presente dell’America. I crimini di odio sono in aumento fin dal 2016. La bufera nazionale di violenza armata infuria ancora. E dall’uccisione di nove parrocchiani di colore per mano di Dylann Roof nella Chiesa

Emanuel Africana Metodista Episcopale di Charleston, nella Carolina del Sud, nel 2015,  e dal massacro di 26 persone nella Prima Chiesa Battista di Sutherland Spring, in Texas, fino a oggi, i luoghi di culto sono obiettivi preminenti di quella violenza.

Oggi ci sono delle vite che si devono piangere. Ci sono persone che sono state eliminate in un luogo previsto dalla legge e dalla tradizione per essere inviolato, mentre festeggiavano una giornata importante di riposo e di bontà. Ora ci sono famiglie a cui è stato rifilato il peso crudele del dolore. Nel modo più basilare, un accordo di pace è stato infranto. Se tutte le persone fossero state armate prima del fatto, Trump avrebbe ragione di dire che ci sarebbe stata una situazione molto diversa.” Quell’accordo sarebbe stato già infranto. Sarebbe già cominciato il disfacimento.

 

nota

https://it.wikipedia.org/wiki/National_Rifle_Association


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/an-american-president-bends-to-the-demands-of-terror/

 

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