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mercoledì 3 ottobre 2018

 

Mimmo Lucano, sindaco di Riace: accoglienza e integrazione agli arresti

di Camillo Pignata 

Il sindaco Domenico Lucano, considerato, per il suo impegno a favore degli immigrati, tra le 50 personalità più influenti nel mondo da Fortune, è agli arresti domiciliari per aver favorito l'immigrazione clandestina.

E’ colpevole o innocente? Il punto non è la colpevolezza o l'innocenza del sindaco.

Questo lo decideranno magistrati.

 

Il punto è un giudizio di valore su una legge(Bossi/Fini), che costringe i migranti alla clandestinità, assolve chi vuol tenerli nel degrado, e condanna chi vuole salvarli.

 Il punto è il rispetto di una una legge ingiusta, che non lascia spazio alla solidarietà, prevista dall’art 2 della costituzione, se non quello della sua violazione.


O si rispetta la legge e si viola la solidarietà, o si rispetta la solidarietà e si viola la legge.

Il punto è un ministro che gongola perché hanno messo le manette al modello Riace, un esempio di accoglienza e di integrazione, riconosciuto ed apprezzato, anche a livello internazionale.

 

Il punto è una stampa di destra che gongola, per ragioni che niente hanno a che fare con l’indagine, che pure come dice lo stesso gip, è costellata da inesattezze, congetture ed errori procedurali grossolani, ma perché il buonismo della sinistra è stato sconfitto.

Il punto è che la classe dirigente di questo paese se ne fotte non solo dei principi della nostra carta, dei trattati e delle convenzioni internazionali, e per quanto nazionalista e sovranista, anche prestigio internazionale dell’Italia.

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giovedì 4 ottobre 2018

 

Disobbedienza civile e soluzione politica al tema dell’integrazione

di Aldo Funicelli 

 

Il sindaco di Riace Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari a seguito di una indagine, iniziata almeno un anno fa (non da oggi, col governo giallo-verde): le carte sono passate dal vaglio di un pm e di un gip che, di fatto, ha ridimensionato le accuse. 

 

Il sindaco ha fatto disbbedienza civile, non ha osservato le leggi che riteneva ingiuste, ma non per fini personali. La legge è uguale per tutti, anche per chi pensa che i migranti vadano accolti e integrati.


Dunque niente complotto e niente mafia capitale.

Ancora una volta si sbaglia se ci si schiera per bande di tifosi sulla vicenda del sindaco di Riace. Certo, dal punto di vista della propaganda schierarsi acriticamente dalla parte del complotto o dalla parte dei buonisti che lucrano sull'immigrazione farà prendere consenso e qualche like.


Ma non servirà ad integrare e nemmeno a far risparmiare soldi allo stato.


La strada è politica: un sindaco, un rappresentante dello Stato, può fare disubbidienza, ma poi si assume le responsabilità. Il suo deve essere un segnale affinché i rappresentanti a Roma cambino le leggi in tema di immigrazione.

Tutto il resto sono solo chiacchiere, anche ridicole se arrivano da un partito che per anni ha campato ambiguamente su secessione, guardie padane e ha gestito in modo non legale (così dice una sentenza di primo grado) i fondi pubblici. Il partito si chiamava Lega nord per l'indipendenza della Padania.

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