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14 luglio 2018

 

Migranti, svuotato il barcone: 442 su navi militari. Salvini: «Vadano a Malta o in Libia»

di Silvia Morosi e Fiorenza Sarzanini

 

Intervenute Gdf, Guardia Costiera e un pattugliatore di Frontex. Portati nell'isola siciliana anche diversi bambini. Secondo fonti del Corriere la decisione di dove destinare le navi è bloccata perché spetta a Salvini e Toninelli 

 

E' stato completato poco dopo le 8,30 di sabato mattina il trasbordo dei 450 migranti che da ieri erano su un barcone a largo di Linosa: 176 persone sono sul pattugliatore «Protector» inserito nel dispositivo Frontex, e altre 266 sul «Monte Sperone» della Guardia di Finanza. Otto persone, tutte donne e bambini, sono invece state trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari: due donne sono in dolce attesa. Il barcone era partito ieri mattina dalle coste libiche di Zuara ed era entrato nella zona Sar (Search and Rescue) italiana. Alle 22 di ieri sera si trovava a poche miglia da Lampedusa e da Linosa, poi i pescatori della zona lo hanno visto cambiare rotta e puntare verso la costa siciliana. 

Direzione? Malta o Libia

A meno di 24 ore dallo sbarco a Trapani dei 67 migranti a bordo della nave Diciotti, è di nuovo braccio di ferro con Malta. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini e Danilo Toninelli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica italiana, già ieri avevano intimato alle autorità della piccola isola nel Mediterraneo d'intervenire quando l'imbarcazione si trovava in acque di salvataggio e ricerca maltesi. Da La Valletta, però, avevano replicato che le persone a bordo avrebbero espresso il desiderio di procedere verso Lampedusa. Salvini non ha ceduto, ma anzi ha rilanciato e informato il premier che «occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti di esseri umani e stimolare un intervento europeo» (Mattarella cerca una linea univoca sul tema). Per questo ha insistito affinché alle due navi (Frontex e Guardia di Finanza) con a bordo gli immigrati arrivati ieri nelle vicinanze di Lampedusa venga data indicazione di fare rotta verso Sud. 

 

Salvini: «In Italia solo con mezzi legali»

«In Italia si arriva solo con mezzi legali», ha spiegato il ministro dell’Interno. «Si nutrono e curano tutti a bordo, mettendo in salvo donne incinte e bambini, ma non si arriva in nessun porto. Non possiamo cedere, la nostra fermezza salverà tante vite e garantirà sicurezza a tutti». A Conte, Salvini ha anche aggiunto: «Da quando siamo al governo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ci sono stati oltre 27mila sbarchi in meno! Se vogliamo mantenere questi risultati positivi, non possiamo mostrare debolezze». Il ministro ha informato della situazione dei migranti a bordo delle navi della Gdf e di Frontex il premier Giuseppe Conte, ribandendo la sua linea: nessun porto italiano per i migranti. «Occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti e stimolare un intervento europeo», avrebbe sottolineato Salvini a Conte, insistendo sull'opportunità che alle due navi venga data indicazione di fare rotta verso Malta o la Libia. Dunque, avrebbe ribadito, non verrà dato accesso ai porti italiani.

 

Stop sulla decisione del porto

Secondo fonti del Corriere della Sera la decisione del trasbordo è stata presa per non essere accusati di mancato soccorso. Il porto di sbarco dovrà essere scelto da Salvini e Toninelli: avendo la Guardia Costiera completato l’attività di coordinamento, adesso è il Viminale a dover decidere che cosa fare. La rotta dove portare i migranti trasbordati dal barcone arrivato ieri sera dalla Libia non la decidiamo noi, è un'operazione della Guardia costiera e noi seguiamo il loro comando», ha detto la portavoce di Frontex, Ewa Moncure. «Si tratta di un'operazione italiana e Frontex non può prendere decisioni», ha precisato. 
C’è un precedente che risale al governo Maroni quando una nave della Guardia di Finanza riportò migranti in Libia e questo fu ritenuto un respingimento che è vietato dalle convenzioni internazionali e dai trattati ai quali l’Italia aderisce.

 

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