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giovedì 22 maggio 2014

 

LA GRANDE SOCIETA': PAN-EUROPEISMO PER LA MORTE DEI POPOLI

la pace di Richard Coudenhove-Kalergi

 

 (Il presidente Van Rompuy riceve il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012)

 

In questo ricco post di Bazaar, ritroviamo le "connessioni" che risolvono le apparenti contraddizioni nel cui disorientamento generale si nutre il nuovo poter€: nomi che si intrecciano, da von Mises a Funk, e un indiavolato proletario aristocratico fa "gemmare" un profluvio di think-tank per ritrovare la dimensione neo-feudale di un'Europa senza il peso insopportabile della democrazia. Ci siete dentro, anche se vi diranno di no: siete "meticci" e dotati di visione ristretta, quindi dovete credere...e obbedire. Al più "sognare". Punto.

 

Idealismo pragmatico, realpolitik e pacifismo della morte.

 

“Die Folge ist, daß Mischlinge vielfach Charakterlosigkeit, Hemmungslosigkeit, Willensschwäche, Unbeständigkeit, Pietätlosigkeit und Treulosigkeit mit Objektivität, Vielseitigkeit, geistiger Regsamkeit, Freiheit von Vorurteilen und Weite des Horizontes verbinden.”

(Richard Coudenhove-Kalergi, padre fondatore del progetto pan-europeo, Praktischer Idealismus[1], 1925, p. 21.)

 

Sul fatto che qualcosa non torni in tutto il progetto di integrazione europea, ce ne stiamo accorgendo. 

Che Maastricht sia stata solo la materializzazione di una nuova forma di organizzazione sociale totalitaria[2], da innervare nella culla mondiale della democrazia, è patente tanto quanto tutta l'infrastruttura ideologica della scuola austriaca, mimetizzata in quella ORDO-liberale di Friburgo, sia dalle origini l'architettura politico-economica che naturalmente cercava nell'Europa della cultura e della socialdemocrazia, il punto nevralgico delle spinte mondialiste occidentali.

Per capire cosa sia il mondialismo, è necessario risalire almeno all'illuminismo, quando la Pace Perpetua kantiana si sposa con le rivoluzioni americane e francesi e alla “Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino[3]: poiché fino ad ora l'universo godibile coincide più o meno con il globo terraqueo, chiamato anche “mondo”, un obiettivo ambizioso poteva essere quello di estendere questi grandi risultati politici a tutto il genere umano, tramite un unico “governo mondiale”. 

Come sottolineò un paio di secoli dopo Schmitt[4] negli anni'60 del secolo breve,  gli USA avrebbero dovuto trainare quest'ultima parte del processo di globalizzazione, difendendola e combattendo le necessarie guerre causate dalla resistenza che gli incivili degli altri continenti avrebbero profuso spasmodicamente, nel tentativo di sopravvivere all'importazione della democrazia: «maledetti protezionisti».

Si vis pacem para bellum. 

Notare che Schmitt vede proprio negli Stati nazionali il progresso verso la pace, proprio in quanto la nazionalizzazione dell'Europa porta ad una “civilizzazione dei conflitti bellici” e ai primi tentativi di  regolamentare i rapporti internazionali. (L'ordinamento giuridico nazionale già risolve i conflitti politici senza la necessità dell'eliminazione fisica dell'avversario).

Ma perché si realizza prima la globalizzazione dei mercati piuttosto che quella di questo illuminatissimo governo mondiale? Per lo stesso motivo per cui ci hanno piantato il free&peace-keeping €uro prima dell'edificazione degli altrettanti illuminati USE: «maledetti protezionisti».

D'altronde, se regole e norme ci donano la libertà individuale, anche vincoli e condizionalità ci donano la libertà sociale, o no? Chang e porcellini periferici potrebbero non condividere.

Quindi, il percorso tracciato con il servo della Corona Adamo Smith e perfezionato con Ricardo, con la migrazione London 2 Washington trova le gambe nerborute degli Yankee e la bandiera che sventola non è più quella dell'Impero, ma quella dei 10 emendamenti e della democrazia con la scritta “libertas, con lo scudo crociato si vince”. Rigorosamente da esportare[5].

Agli inizi del '900 abbiamo quindi un allegro switch del progetto mondialista: ovvero l'imperialismo del British Empire a suon di liberismo e cannoniere, si riveste, si cosmetizza con la tradizione latomistica e pacifista che ha visto le rivoluzioni liberali gettare le basi delle democrazie. 

Dal progetto più rivoluzionario e progressista della storia umana, a quello più reazionario ed elitista mai concepito, anche se con le dovute eccezioni e sfumature: eccezioni e sfumature che semplicemente richiamano ad un'eterogenesi di questa distopia incipiente.   

Il progetto politico della mondializzazione nasce, quindi, nel momento in cui a nostro Signore viene sostituito il Grande Architetto;  e qui una serie di ingegneri si presta a fornire gli strumenti “tecnici” per far star in piedi la Grande Società mondializzata.

Come è noto, per far star in piedi certi progetti architettonici sono necessari bravi ingegneri: più il progetto è bislacco e insensato, più l'ingegnere deve scervellarsi[6]

Quando il progetto è veramente demenziale – per quanto disegnato con squadre e compassi[7] - è dirimente un grandissimo finanziatore: l'ingegnere firma il progetto, si intasca la busta e tanti saluti. 

Chi sono quindi i moderni finanziatori del mondialismo? Ovviamente collettivisti e socialisti che, nel periodo che ci interessa, si chiamano Warburg, nella persona di Max, e finanziano con 60000 marchi un "proletario" democratico di nome Richard Nikolaus von Coudenhove-Kalergi.

Da bravo cittadino cosmopolita ripropone una Giovine Europa, con un po' meno passionarietà[8] mazziniana, ma sicuramente con uno stile e delle movenze molto più glamour: 1923, nasce il manifesto pan-europeo[9]. Quali dovevano essere i suoi principi fondanti? Liberalismo (ma pensa...), Cristianità (???), responsabilità sociale (vabbè) e pro-europeismo (ma dai?).

Kalergi proponeva pragmaticamente come risolvere il problema dell'eterogeneità antropologico-culturale affinché sia possibile un governo stabile: quale miglior pace per i popoli se non la morte degli stessi, no? Pratico!

Ma non con rozzissime guerre, démodé, ma con un bel progetto eugenetico.  Pacifico.

Nel 1901 è un antisemita convinto, pubblica i suoi strali xenofobi in un trattato: Das Wesen des Antisemitismus, sulle orme di suo padre, vero cosmopolita antisemita e poliglotta che parlava correttamente 16 lingue.

Come vuole la tradizione distopica del '900, Kalergi entra nella loggia massonica di Vienna all'inizio degli anni'20[10].

Il socialismo viene da costui identificato come affermazione politica degli ebrei dell'Europa orientale in una lotta fratricida con l'aristocrazia capitalistica, di cui la figura di spicco, negli anni '20, è Trotskij.

(Il matrimonio tra plutocrazia ebraica e nobiltà europeo-cristiana sembra trovi in quegli anni  celebrazione con la genesi nel sionismo) 

«L'uomo del futuro sarà un bastardo. Le razze di oggi e le classi spariranno a causa della scomparsa di spazio, tempo e pregiudizi [e frontiere, ndt]. [...] La razza eurasiatica - negroide del futuro, simile nel suo aspetto esteriore a quello degli antichi Egizi, sostituirà la diversità dei popoli con una diversità di individui» (Praktischer Idealismus, 1925, p. 22.)

Non vuoi la guerra tra popoli? Elimina i popoli.

Vuoi la pace sociale? Elimina le classi.

Questa è concreta utopia: non quella dei programmi costituzionali moderni che hanno rischiato di far governare la democrazia addirittura al demos stesso![11]

D'altronde, riprendendo la citazione  iniziale tradotta in lingua periferica:

«Il risultato è che nei meticci si uniscono mancanza di carattere, assenza di scrupoli, debolezza di volontà, instabilità, crudeltà, infedeltà con obiettività, versatilità e agilità mentale, assenza di pregiudizi e ampiezza d’orizzonti.»

Contrapposto ai consanguinei che, invece: «[...] ereditano tratti comuni, la volontà, le passioni, i pregiudizi, le inibizioni con un grado sempre maggiore nella discendenza. Si distinguono per lealtà, pietà filiale, senso della famiglia, appartenenza. Saranno dotati di resistenza, testardaggine, energia caratterizzati da ristrettezza mentale, pregiudizi, mancanza di obiettività, ristrettezza di orizzonti». (Praktischer Idealismus, 1925, p. 20.) 

Quindi cosa propone il simpatico architetto genetico dopo svariate argomentazioni di indubbia qualità scientifica?

“Sanguemisti” e “purosangue” hanno pro e contro: si riproduce artificialmente una classe unica di prolet bastardi, senza carattere, senza scrupoli, instabili, crudeli, infedeli, forzatamente ignoranti e che accettino senza troppe paturnie la loro condizione di sub-umani e li si fa governare da una aristocrazia dove il sangue è quello della vecchia nobiltà europea e quello degli ebrei (?). 

Nella sua pan-visione della società, il nostro pacato elitista rappresenta un'Europa cristiana in cui la selezione darwiniana avrebbe fatto emergere due genie superiori: una militarmente vincente, su cui edificare la costruzione europeista, quella germanica e una spiritualmente vincente, fondante l'etica occidentale, che nel male e nel bene è emersa in tutte le maggiori arene competitive dell'intelletto umano, dalle arti alle scienze, dal pensiero politico all'affermazione capitalistica: quella semitica, da cui ha origine l'etica cristiana stessa. (In oriente la forza militare sarebbe invece rappresentata dai Giapponesi mentre quella etica sarebbe rappresentata dai Cinesi).

La nuova aristocrazia sarebbe dovuta quindi risultare dalla fusione della nobiltà di sangue con quella emersa per nobiltà di spirito, in particolare quella ebraica. (Anche Lenin, come intellettuale passionario, rappresenterebbe questa nuova aristocrazia dello spirito).

D'altronde l'antisemitismo nasce, secondo il nostro, dal claustrofobico limite culturale e spirituale e dall'invidia per i risultati nelle scienze e nella finanza dei figli di Sion (Sion, il monte della Pace, che per traslazione è anche Gerusalemme,  città della Pace): gli ebrei hanno le doti sia dei “sanguemisti”, essendo cosmopoliti forzatamente, sia le doti dei “purosangue”, avendo conservato tramite l'appartenenza culturale-religiosa e il matriarcato, un fortissimo senso identitario, nonostante non fosse esistito per millenni una qualsiasi forma statuale di riferimento, se non una Terra Promessa.

 

D'altronde, «[...] tutti i promotori di una moralità cristiana, religiosa e non religiosa, da Augustine a Rousseau, da [quel “federalista cosmopolita”, ndt] di Kant a Tolstoij, erano spiritualmente ebrei per scelta. Nietzsche è stato l'unico non ebreo, l'unico Europeo laico.»

Quando nei primi anni '30 venne proposta l'idea pan-europea ad Adolf Hitler, noto pittore del giro pan-viennese, pare non l'abbia presa molto bene...

Inutile dire che il potente finanziere Hjalmar Schacht, indeciso su come conseguire il medesimo risultato tramite il nuovo progetto di Sacro Romano Impero, faceva sia parte del e finanziava il movimento federalista pan-europeo sia il partito nazista. Di rifa o di rafa...

 

Se non si considera il legame tra nobiltà e Impero Carolingio non si comprende il fantomatico asse(immetrico) franco-tedesco: soprattutto non si comprende il mitico premio Carlo Magno[12].

 

Come si può immaginare, il progetto federalistico pan-europeo piacque molto ai pacifisti della scuola austriaca tanto che il Conte Kalergi, preoccupato da altre eterogeneità, ovvero quelle che infastidivano il progetto di moneta unica, si rivolse nell'immediato dopoguerra ad un simpatico economista per la consulenza tecnica, certo von Mises.

 

E il cerchio si chiude.

 

La visione aristocratico feudale dei federalisti mondialisti, sposa la gioia dei nipotini degli Asburgo della Scuola austriaca che si fonda sul “neo-feudalesimo” di Carl Menger (1840-1921), fermo oppositore delle politiche di industrializzazione prussiana, simili a quelle esecrate degli USA.

Un altro cuginetto di von Hayek, Eugen von Böhm-Bawerk si trovava allineato con il marxista Nikolai Bukharin[13], in quanto erano accomunati, in quegli “estremi che si toccano”, dalla passione per  la “teoria della sovrapproduzione” marxiana che avrebbe fatto esplodere il capitalismo.

 

Un altro simpatico intellettuale germanico, fu il “filosofo individualistico” Jacob Burckhardt, inspiratore prima di Friedrich Nietzsche e poi di Martin Heidegger che constatava la superiorità intellettuale tedesca: in piena sintonia con Kalergi, disprezzava profondamente il risultato finale del Rinascimento, considerandolo uno dei peggiori momenti della storia poiché pose fine all'alleanza medioevale delle oligarchie aristocratiche con la Chiesa che, dal suo punto di vista, rappresentava il punto più alto di civilizzazione. Egli prevedeva l'avvento dei totalitarismi come il naturale distillato di “industrializzazione”, “Stato nazionale” e “demagogia”. Hayek riprenderà questi temi sia in The Road to Serfdom ma, in particolare, in Counter-Revolution of Science (1952).   

 

L'uso della tecnica per eliminare la tecnica stessa. Fantastico.

 

E' proprio in questo rifiuto dell'industrializzazione che la scuola deflazionista austriaca si differenzia dalla scuola classica, del liberismo angloamericano o da quel pastrugno teutonico che è l'ordoliberismo, l'assetto economico ordinamentalizzato con Maastricht.  

 

Il movimento pan-europeo e la Società di Mont Pelerin che condividono figure guida come von Hapsburg e Walter Lippman, sono strutture gemellate. 

La seconda si ramifica negli anni in un numero sterminato di think tank che formeranno gli intellettuali, gli spin doctor e le future classi dirigenti per la realizzazione della Grande Società hayekiana, la pan-terra (senza terùn) kalergiana e la “Grande Democrazia” spinelliana (poraccio, lui che era un sincero socialista![14]). 

Uno di questi privatissimi consessi diventerà quel parto della mente di Ribbentrop[15] chiamato Commissione Europea, organo destinato a realizzare quel progetto ben più ampio che nasce in seno alla Commissione Trilaterale[16].

 

Possiamo quindi credere al nostro Coudenhove-Kalergi che nel'43, in "Crusade for Pan-Europe: Autobiography of a Man and a Movement", scrisse che: «Haushofer, Schacht, e Funk hanno fatto e probabilmente ancora fanno qualsiasi cosa per convincere Hitler della necessità di creare qualcosa di simile ad una federazione europea sotto l'egemonia teutonica.»

 

L'uso del capitale per eliminare il capitale:

 

«Nella penuria di sangue e nobiltà d'animo, non era sorprendente che una terza classe di persone prese temporaneamente il potere: la plutocrazia. La forma di costituzione che ha sostituito il feudalesimo e l'assolutismo è stata la democrazia; una forma di governo plutocratico.

Oggi la democrazia è la facciata della plutocrazia [cfr. Hayek il sistema “idraulico sanitario”]: perché la gente non avrebbe tollerato una plutocrazia palesata. 

Nelle democrazie repubblicane e monarchiche gli statisti sono i burattini, i capitalisti la mente che detta le linee guida della politica; essi governano attraverso l'acquisto di opinione pubblica, degli elettori, attraverso le imprese e le relazioni sociali con i ministri [tramite attività di lobby, ndt].

Al posto della struttura sociale feudale abbiamo quella plutocratica: la nascita non è più determinante per la posizione sociale, ma il reddito. La plutocrazia di oggi è più potente della aristocrazia del passato: perché nessuno è al di sopra di lei come lo Stato, che è suo strumento e complice.

Quando c'erano vera nobiltà di sangue, il sistema di aristocrazia per nascita era proprio come quello di oggi dell'aristocrazia per quantità di denaro: la prima casta dominante era dotata di buon senso, di responsabilità, di cultura, di tradizione mentre la classe che governa oggi non ha sentimenti di responsabilità e ha cultura e tradizione da bar. Le poche eccezioni non cambiano questo fatto.

Mentre l'ideologia del feudalesimo era eroica e religiosa, la società plutocratica non conosce valori superiori al denaro e alla bella vita: il valore di una persona è in funzione di ciò che ha, non secondo di ciò che è.

Tuttavia, in un certo senso, i dirigenti della plutocrazia hanno formato un'aristocrazia, una élite: per accumulare grandi fortune sono necessarie un certo numero di eccellenti qualità: l'energia, la prudenza, la saggezza, la presenza di spirito, l'iniziativa, il coraggio e la generosità. A causa di queste qualità, gli imprenditori di successo su larga scala legittimano la loro natura di conquistatori moderni tramite la loro volontà superiore e il loro potere mentale che li ha portati vittoriosamente sopra la concorrenza.

Tuttavia, questa superiorità dei plutocrati è valida solo all'interno del popolo della classe operaia, che scompare immediatamente quando questi affaristi si misurano contro i rappresentanti di spicco delle professioni ideali.

Come l'aristocrazia del sangue e dello Spirito, così anche quella del denaro è attualmente in un periodo di decadenza. I figli e nipoti di coloro che sono stati grandi imprenditori, la cui volontà è stata temprata dalle difficoltà e dal lavoro, avevano portato dal nulla al potere,  per lo più sono rampolli che si danno alla vita godereccia e all'inazione. Solo raramente ereditano la capacità dei propri padri. […] Potenza ed efficienza entrano in conflitto: e così minano la giustificazione interna del capitalismo. Lo sviluppo storico ha accelerato questo decadimento naturale. […]

La plutocrazia europea è squallida al contrario della missione etica americana tanto quanto quello che riguarda la loro estetica. [...]

Una volta che la classe dirigente cessa di essere un simbolo di valori etici ed estetici, la loro caduta è inarrestabile. La plutocrazia è, rispetto ad altre aristocrazie, povera di valori estetici. Essa svolge le funzioni di un'aristocrazia politica, senza gli stessi valori culturali della nobiltà da offrire.

La ricchezza è tollerabile, ma solo in veste di bellezza, giustificata solo come portatore di una cultura estetica. […] non è mai successo che in Europa continentale il feudalesimo e l'assolutismo abbiano abdicato volontariamente, se non per paura del ripetersi del terrore giacobino che portò alla  fine della nobiltà francese e del re. Così è la spada di Damocle del terrore bolscevico che riesce ad ammorbidire più velocemente i cuori dei plutocrati e a fare più concessioni alle richieste sociali, che in duemila anni il vangelo di Cristo[17].» (Praktischer Idealismus, 1925, p. 39-43)

 

Le prime considerazioni che si possono fare sono:

 

1 - l'essenza della superiorità razziale non sta quindi nell'etnia di per sé, ma in quella selezione di sangue di qualità cosmopolita che è la vera natura di classe, che non può essere comprata neanche con il denaro.

 

2 – emergono almeno due grandi blocchi di pensiero reazionario che si contrappongono nel progetto mondialista: uno che trova nella scuola classica del pensiero angloamericano, del capitalismo sfrenato, del consumismo obeso promosso da una classe dirigente “antiestetica”, “ignorante” e poco “spirituale” che, nella sua espressione europea, trova completa amoralità e irresponsabilità. (Come dargli torto...). Il suo imperialismo è sfacciatamente guerrafondaio. (Il ruolo “estetico” degli USA cambia del tutto con lo switch definitivo dopo il secondo grande conflitto?)

 

L'altro trova un nuovo “giusnaturalismo desecolarizzato” in un nuovo progetto elitista, che si rifà all'organizzazione medioevale, assolutista, agricola e che fonda il diritto di governo tramite il diritto divino che si compie con la selezione darwiniana che avrebbe permesso di conservare il senso identitario: una aristocrazia dello spirito, formata dalla classe cosmopolita dell'antica nobiltà e da coloro che professano discipline ideali, in cui si sono distinti gli ebrei e l'altra che è stata selezionata dalle “leggi della jungla” del mercato. 

 

Entrambi i progetti si poggiano in Europa sul ruolo del panzer teutonico: il primo pare abbia cercato un nuovo ordine mondiale tramite il mostro nazista, il secondo tramite il pacifismo cristiano-liberale[18] ordoliberista. (Il progetto federalistico spinelliano, proprio perché viziato in origine dagli stessi elementi di politica economica del pensiero neoclassico, ovvero condividendo gli ideologemi che presuppongono federalismo e liberalismo destrorso freedom from, viene inglobato, senza colpo ferire, nella balena bianca che da De Gasperi si riproduce sino ad Andreatta, figliando quel coso politicamente bianchiccio e rossastro, esteticamente mortadelloso[19], che ci ha ficcato in questo macello con l'aiuto degli elitisti Ciampi, Amato, Padoa Schioppa, Monti e Draghi, che sembra essere il vero cervellone della banda italica)

 

3 – questa favola bucolica e decrescista si diffonde tramite Kalergi in tutti (ma proprio tutti) gli ambienti che contano: dall'aristocrazia, alla finanza e agli intellettuali tramite le istanze “pacifiste” propugnate come realpolitik. Problema enormemente sentito in tutti gli strati sociali.

 

Il problema viene imputato ovviamente agli Stati nazionali democratici, espressioni cosmetiche della plutocrazia: d'altronde, se gli scarafaggi da imbastardire definitivamente sono tutti gli altri, tutto ciò che è brutto e antiestetico è la causa dei conflitti bellici, cioè del non plus ultra del male e del brutto. E in questo troviamo le origini della convergenza dell'estrema sinistra marxista con l'estrema destra neo-aristocratica hayekiana.

 

Identitarismo cosmopolita di classe versus identitarismo dei popoli?

 

Che il problema sia proprio la loro stessa esistenza come classe, non gli viene neanche in mente. Che il problema sia proprio la risoluzione del conflitto distributivo, a partire dall'istruzione e dall'informazione, non gli passa proprio per la zucca reale. L'apoteosi della nevrosi e del fenomeno proiettivo.

 

D'altronde, un male non può curare sé stesso.

 

Kalergi argomenta che la tecnologia è il vero problema, in quanto i conflitti bellici diventeranno talmente distruttivi che passeranno il punto di non ritorno dell'estinzione della specie. La seconda guerra mondiale conferma apparentemente tutte le sue teorie: lo stesso Churchill entra nel movimento federalista pan-europeo. (Gesto che pare venga – (in)spiegabilmente - visto dai progressisti spinelliani come il passaggio da un pensiero reazionario ad uno progressivo...).

 

A fine anni '70 il mitico Gunnar Myrdal, colui che per aver contributo enormemente alla socialdemocrazia e alla inclusione sociale fu obbligato a condivire il Nobel con Hayek, definendo il concetto di “circular causation with cumulative effects[20] in cui analizza le conseguenze dello stallo nucleare, argomenta esattamente proprio il contrario.

 

Vai a convincere a chi si guarda allo specchio che il braccio destro è in realtà quello sinistro: cosa ha combinato l' Albertone relativistico!

 

4 – il deprecato «capitalismo improduttivo» dei figli dei plutocrati, che si aggiunge alla naturale «cachistocrazia» del plutocrate (selezionato dalla natura “forte fuori” - le capacità - ma “brutto dentro” - lo spirito), rivela lo stesso sdegno morale che la neo-aristocrazia avrà dei parassiti che nelle moderne socialdemocrazie godranno dell'immeritata spesa pubblica improduttiva.

 

Per quel principio quantistico per cui sia i liberali che i marxisti non seguono il principio di non contraddizione, il capitale dei finanzieri parassitari non olet alla causa.

 

5 – un altro spunto di riflessione è che l'esperimento sovietico ha creato un sistema di successione al potere svincolato da legami di sangue in tutto il blocco orientale. Problema, grave problema.

 

La Rivoluzione russa e i Bolscevichi stanno alla aristocrazia plutocratica come la Rivoluzione francese e i giacobini stanno all'aristocrazia feudale.

 

Non so voi, ma ad un personaggio così, che si vanta di appartenere ad una classe purosangue che non ha mai «annusato l'odore di fattoria» e che propone a differenza di una guerra lampo nazistoide, un nuovo ordine mondiale tramite le atroci sofferenze di un lento processo eugenetico, che spazio gli dareste al di fuori del Paolo Pini?

 

Per capire l'influenza che ha avuto costui nella costruzione della UE, si ricorda che l'Inno alla Gioia che viene vilipeso durante le cerimonie del Sacro Romano Tecno-Impero, è stato suggerito dal nostro elitista che conta una mescola di sangue di assoluta qualità. Annata 1894.

 

note

[1]     Ideliasmo Pragmatico – Aristocrazia, Tecnologia, Pacifismo:

      https://archive.org/stream/Coudenhove-Kalergi-Praktischer-Idealismus/Coudenhove-kalergiRichard-PraktischerIdealismus-Adel-Technik-Pazifismus1925191S.#page/n0/mode/2up

[2]     http://albertocostanzo.blogspot.it/p/ue-e-dintorni.html

[3]     http://orizzonte48.blogspot.in/2014/01/un-po-di-storia-costituzionale-il-grand.html

[4]     http://www.amazon.com/Nomos-Earth-International-Publicum-Europaeum/dp/0914386301/ref=tmm_pap_title_0

[5]     Ma siamo sicuri che Londra non c'entri più niente? Così solletichiamo chi ha letto “Il Golpe Inglese” e chi si sollazza leggendo il padre dei cospirazionisti LaRouche....

[6]     http://img.weburbanist.com/wp-content/uploads/2010/11/strange-skyscrapers-wooden-russia.jpg

[7]     Guardate che hanno inventato Autocad

[8]     https://en.wikipedia.org/wiki/Lev_Gumilev

[9]     http://www.paneuropa.org/ Si notano le traduzioni in tutte le lingue d'Europa, dialetto bergamasco compreso.

[10]    Il rito iniziatico era costituito dall'ascolto del compositore Schoenberg per diversi giorni consecutivi, senza orologi, cercando di cogliere i segnali di quando il fraseggio avrebbe indicato la fine dell'esibizione.

[11]    http://www.trilateral.org/download/doc/Governability_Debate_Continued1.pdf

[12]    https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Carlo_Magno

[13]    http://gesd.free.fr/bukleisu.pdf

[14]    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/04/storia-non-troppo-segreta-della-pace.html

[15]    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/04/per-un-pugno-di-euro-parma-evon.html

[16]    http://www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf

[17]    L'avvento del socialismo viene accostato ad un tentativo di ritorno alla moralità del capitalismo come lo fu il cristianesimo con l'ebraismo.

[18]    Prego, non ridere:

       http://www.cattolici-liberali.com/pubblicazioni/OpinionieCommenti/2009/OrdoliberalismoDiBenedettoXVI.aspx

[19]    Trova l'intruso: 1- http://www.youtube.com/watch?v=EFuhwJX2R9w 2- http://www.youtube.com/watch?v=G35Cb2oc8V8

[20]    https://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=4278944

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