Originale: https://consortiumnews.com

http://znetitaly.altervista.org/

3 gennaio 2020

 

Memo: un’altra ‘marcia dei folli’, questa volta in Iran

di VIPS

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

MEMORANDUM PER: Il presidente

DA: Professionisti Veterani dell’Intelligence per l’Assennatezza

OGGETTO: Un’altra ‘marcia dei folli’?

 

L’assassinio mediante droni del comandante della forza iraniana Quds, generale Qassem Soleimani, evoca il ricordo dell’assassinio dell’arciduca austriaco Ferdinando nel giungo del 1914, che condusse alla Prima guerra mondiale. Il leader supremo dell’Iran, ayatollah Ali Khamenei, è stato rapido nell’avvertire di “pesante vendetta”. Che l’Iran contrattaccherà quando e dove sceglierà, è quasi una certezza. Una spirale a una Terza guerra mondiale non è più solo una possibilità remota, particolarmente considerando la molteplicità di obiettivi vulnerabili offerti dalla nostra vasta impronta militare nella regione e nelle acque vicine.

Quello che i suoi consiglieri possono aver evitato di dirle è che l’Iran non è stato isolato. Proprio il contrario. Solo una settimana fa, ad esempio, l’Iran ha lanciato la sua prima esercitazione navale congiunta con Russia e Cina nel Golfo di Oman, in una sfida senza precedenti agli USA nella regione.

 

Cui bono?

E’ tempo di dire pane al pane. Il paese che si attende di beneficiare di più da ostilità tra Iran e USA è Israele (con l’Arabia Saudita al secondo posto). Come senza dubbio lei sa, il primo ministro Benjamin Netanyahu sta lottando per la sua sopravvivenza politica. Egli continua ad attendere da lei il genere di regalo che non finisce mai. Analogamente, appare che lei, suo genero e altri miopi consiglieri filoisraeliani siate suscettibili all’influenza del primo ministro israeliano tanto quanto lo è stato l’ex presidente George W. Bush. Alcuni giornalisti citano la sua assunzione di una responsabilità personale nell’offrire all’Iran un casus belli altrettanto incomprensibile. Guardando a solo circa un decennio fa, vediamo uno schema facilmente distinguibile.

L’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon ebbe un grande ruolo nell’indurre George W. Bush a distruggere l’Iraq di Saddam Hussein. Solitamente taciturno, il generale Brent Scowcroft, consigliere per la sicurezza nazionale dei presidenti Gerald Ford e George W. Bush, avvertì nell’agosto del 2002 che “l’intervento statunitense contro l’Iraq… potrebbe trasformare l’intera regione in un calderone”. Bush non gli prestò ascolto, inducendo Scowcroft a spiegare al The Financial Times nell’ottobre del 2004 che l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon aveva “ipnotizzato” il presidente George W. Bush; che Sharon “se lo giocava col mignolo”. (Scowcroft fu prontamente sollevato dal suo incarico di presidente del prestigioso Comitato Consultivo sullo Spionaggio all’Estero del presidente).

Nel settembre del 2002, ben prima dell’attacco all’Iraq, Philip Zelikow, che era segretario esecutivo della Commissione sull’11 settembre, dichiarò pubblicamente in un momento di insolita sincerità: “La ‘vera minaccia’ dell’Iraq non era una minaccia agli Stati Uniti. La minaccia taciuta  era a Israele”. Zelikow non spiegò come l’Iraq (o l’Iran), privi di armi nucleari, non sarebbero stati dissuasi dall’attaccare Israele, che avevo una paio di centinaia di armi simili.

 

Generali zombie

Quando un’arrendevole dirigenza militare statunitense da “stiamo tuttora vincendo in Afghanistan”, secondo il principio di Peter inviasse altre truppe (prevalentemente dalla leva tra i poveri) a farsi ferire e uccidere in ostilità con l’Iran, è probabile che stavolta gli statunitensi guarderanno oltre gli arrendevoli media in cerca di risposte riguardo al motivo. Sarebbe per Netanyahu e il regime oppressivo in Israele? Molti statunitensi si sveglieranno ed è probabile una grave ripercussione.

Gli eventi potrebbero determinare un aumento del genere di antisemitismo già responsabile di attacchi terroristici nel nostro paese. E quando i sudari arriveranno dall’estero, potrà esserci un limite per le famiglie e gli statunitensi pensanti a quanto a lungo i media prevalenti filoisraeliani potranno prenderli per il naso.

Quelli che possono preferire di pensare che il generale Scowcroft si fosse alzato con il piede sbagliato il 13 ottobre 2004, quando diede l’intervista al The Financial Times, possono trarre profitto dalle parole uscite direttamente dalla bocca di Netanyahu. Il 3 agosto 2010, in un memorandum formale dei VIPS per il suo predecessore, abbiamo offerto un po’ di “Netanyahu in parole sue”.

 

Includiamo qui un estratto quale contesto storico:

Calcoli di Netanyahu

Netanyahu ritiene di avere le carte vincenti, in larga misura a causa del forte sostegno di cui gode nel nostro Congresso e presso i nostri media fortemente filoisraeliani. Considera la sua [di Obama] riluttanza persino a menzionare pubblicamente controversi problemi bilaterali nella sua recente visita, quale affermazione di trovarsi nella posizione migliore nella relazione. 

Durante gli anni elettorali negli Stati Uniti (comprese le elezioni di medio termine) i leader israeliani sono particolarmente fiduciosi circa il potere di cui loro e la lobby del Likud godono sulla scena politica statunitense. 

L’atteggiamento di Netanyahu emerge in un video registrato dieci anni fa e trasmesso sulla TV israeliana, in cui egli si è vantato di come ha ingannato il presidente Clinton a credere che lui (Netanyahu) stesse contribuendo ad attuare gli accordi di Oslo, quando in realtà li stava distruggendo.

Il video mostra un atteggiamento sprezzante, e meraviglia, nei confronti di Stati Uniti così facilmente influenzati da Israele. Netanyahu dice:

‘Gli Stati Uniti sono qualcosa che può essere mosso facilmente. Mosso nella giusta direzione… Non ci intralceranno… L’ottanta per cento degli statunitensi ci appoggia. E’ assurdo.’

Il giornalista israeliano Gideon Levy ha scritto che il video mostra che Netanyahu è ‘un artista del raggiro… che pensa di avere Washington in tasca e che si può ingannarla…’ aggiungendo che tale comportamento ‘non cambia con gli anni’.

 

Raccomandazione

Abbiamo concluso il primo Memorandum per il Presidente (George W. Bush) dei VIPS con questa critica del discorso del Segretario di Stato Colin Powell all’ONU in precedenza quel giorno:

“Nessuno ha l’esclusiva della verità; né noi coltiviamo illusioni che la nostra analisi sia ‘irrefutabile o innegabile’ [come Powell ha affermato essere la sua]. Ma dopo aver visto il segretario Powell oggi, siamo convinti che lei riceverebbe un servizio migliore se allargasse la discussione… oltre il circolo di quei consiglieri chiaramente decisi a una guerra per la quale non vediamo alcun motivo convincente e le conseguenze indesiderate della quale saranno probabilmente catastrofiche”.

   

Siamo tutti in un momento liminale. Scriviamo con una sensazione di urgenza suggerendole di evitare di non raddoppiare gli sforzi per la catastrofe.

 

Per il gruppo direttivo dei Professionisti Veterani dell’Intelligence per l’Assennatezza

 

William Binney, ex direttore tecnico, World Geopolitical & Military Analysis, NSA; cofondatore SIGINT Automation Research Center (in pensione)

Marshall Carter-Tripp, ex funzionario del Foreign Service e direttore di divisione State Department Bureau of Intelligence and Research (in pensione)

Daniel Ellsberg, associato VIPS

Graham Fuller, ex vicepresidente, National Intelligence Council (in pensione)

Robert Furukawa, capitano, Civil Engineer Corps, Riserva della Marina degli Stati Uniti (in pensione)

Philip Giraldi, CIA, funzionario Operazioni (in pensione)

Mike Gravel, ex aiutante, funzionario controlli top secret, Communications Intelligence Service; agente speciale dei Corpi di Controspionaggio ed ex senatore degli Stati Uniti

Mattew Hoh, ex capitano, Corpo dei Marines Iraq; ex funzionario del Foreign Service, Afghanistan (associato VIPS)

Michael S. Kearns, Capitano, Aviazione (in pensione); ex istruttore capo SERE per le Operazioni di Ricognizione Strategica (NSA/DIA) e Unità delle Missioni Speciali (JSOC)

John Kiriakou, ex funzionario dell’Antiterrorismo ed ex investigatore anziano, Senate Foreign Relations Committee

Karen Kwiatkowski, tenente colonnello Aviazione USA (in pensione) presso l’Ufficio del Segretario della Difesa al controllo della fabbricazione di falsità sull’Iraq, 2001-2003

Edward Loomis, scienziato della crittografia informatica e direttore tecnico della NSA (in pensione)

Ray Mc Govern, ex ufficiale della Fanteria/Spionaggio dell’esercito USA e relatore della CIA al presidente (in pensione)

Elizabeth Murray, ex vice funzionario dello Spionaggio Nazionale per il Vicino Oriente e analista politica della CIA (in pensione)

Todd E. Pierce, ex maggiore, magistrato militare dell’esercito USA (in pensione)

Scott Ritter, ex maggiore, Corpo dei Marines USA, ex ispettore dell’ONU per gli armamenti, Iraq

Coleen Rowley, agente speciale dell’FBI ed ex assistente legale della divisione di Minneapolis (in pensione)

Sarah Wilton, comandante, Riserva della Marina USA (in pensione) e dell’Agenzia dello Spionaggio della Difesa (in pensione)

Robert Wing, ex funzionario del Servizio Estero del Dipartimento di Stato USA (associato VIPS)

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: https://consortiumnews.com/2020/01/03/vips-memo-doubling-down-into-yet-another-march-of-folly-this-time-on-iran/

 

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