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giovedì 28 maggio 2020

 

Egitto, proseguono gli arresti dei giornalisti

di Riccardo Noury

Amnesty International 

“Sostegno al terrorismo” e “diffusione di notizie false”. Le accuse sono sempre le stesse così come lo stesso è il destino cui vanno incontro i giornalisti indipendenti in Egitto: il carcere.

 

Dopo il breve fermo e successivo rilascio su cauzione di Lina Attalah, direttrice del portale Mada Masr, negli ultimi 10 giorni sono stati arrestati almeno altri tre giornalisti: Sameh Hanin, cristiano copto, Haisam Hasan Mahgoub e Moataz Abdul Wahab.

 

La fonte è la Rete araba di informazione sui diritti umani, la stessa che il 21 maggio ha denunciato l’arresto ad Alessandria di una sua ex ricercatrice, Shayma Samy (nella foto presa da Twitter), che collaborava col giornale di un partito socialista.

 

Dopo tre giorni, deve ancora comparire negli uffici della procura. Tecnicamente la sua è l’ennesima sparizione.


 

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17 maggio 2020

 

Il bavaglio di Al Sisi: arrestata Lina Attalah, direttrice dell'ultimo sito di informazione indipendente

 

Le forze di sicurezza hanno prelevato la giornalista di Mada Masr, mentre stava intervistando Laila Soueif, madre del blogger Alaa Abdelfatah, uno dei volti più noti della rivoluzione del 2011.

 

Repressione senza fine. Il Faraone Al Sisi è uno dei principali nemici del Sultano Erdogan ma i loro metodi sono davvero simili: è stata arrestata in Egitto la direttrice del sito di informazione indipendente Mada Masr, considerato da molti osservatori come l'ultima testata libera del Paese.

 

La redazione ha twittato che le forze di sicurezza hanno prelevato Lina Attalah, mentre stava intervistando Laila Soueif, madre del blogger Alaa Abdelfatah, uno dei volti più noti della rivoluzione del 2011.

Secondo quanto riferisce Mada Masr, Attalah è già comparsa davanti a un giudice ed è stata trasferita nel carcere di Tora. Lina Attalah era già stata fermata per alcune ore a novembre insieme ad altri giornalisti in una retata delleforze di sicurezza nella redazione.

Successivamente il sito aveva lavorato con più cautela ma negli ultimi mesi ha ripreso a condurre inchieste delicate e ad alimentare polemiche contro il presidente Abdel Fattah Al-Sisi in genere trascurate dagli altri media egiziani. 

"Lina Atallah, caporedattore di Mada Masr, è stata arrestata dalle forze di sicurezza nelle vicinanze della prigione di Tora mentre conduceva un'intervista con Leila Suef e la madre dell'attivista Alaa Abdel Fattah. Un funzionario della prigione ha detto all'avvocato di Mada Masr che è stata trasferita alla procura senza chiarire l'accusa prevista", recita il tweet fissato sul profilo del giornale.


 

https://www.elle.com/it/

18/05/2020

 

Lei è Lina Attalah, la giornalista arrestata in Egitto per aver difeso il diritto a una stampa libera

di Elisabetta Moro

 

"Una stampa libera di cui il pubblico può fidarsi è vitale, a maggior ragione durante una crisi sanitaria"

 

Lina Attalah è stata arrestata. Di nuovo. La notizia arriva dall'Egitto dove la giornalista stava intervistando Laila Soueif, la madre dell’attivista e blogger Alaa Abd El Fattah incarcerato lo scorso settembre. È stata fermata dalle forze dell'ordine egiziane fuori dal complesso carcerario di Tora al Cairo dove si stava svolgendo l'intervista, è stata trattenuta con accuse non divulgate e interrogata da un pubblico ministero. Lina Attalah è nota per aver co-fondato nel 2013 il blog di informazione Mada Masr che rimane, secondo vari osservatori per i diritti umani, l'ultima testata indipendente del Paese. Cosa succederà adesso? La situazione è ancora fumosa, ma cerchiamo di capire meglio i fatti finora accertati.

 

Lina, insieme alla redazione di Mada Masr, si occupa giornalmente di preservare quello che è uno degli ultimi bastioni della libertà di stampa in Egitto, dove il regime del presidente Abdel Fattah el-Sissi reprime duramente ogni forma di opposizione incarcerando giornalisti e attivisti (vedi Patrick Zaki, ndr) e controllando ormai quasi tutte le testate. Il lavoro dei reporter indipendenti in questo scenario è dunque assai rischioso e sembra, a quanto riporta il The Guardian, che, con il diffondersi della pandemia, le misure repressive si siano fatte ancora più stringenti (del resto l'abbiamo visto in molti Paesi del mondo). Lina Attalah - che si è, tra le altre cose, occupata anche del caso Regeni - era già stata incarcerata a novembre quando un gruppo di poliziotti in borghese aveva fatto irruzione nella redazione di Mada Masr (che in Egitto è bloccato già dal 2017 come molti altri siti web di informazione, ndr)per poi venire rilasciata su pressione della comunità internazionale. 

 

L'arresto di domenica, invece, è avvenuto dopo che la giornalista stava appunto cercando di intervistare la madre di Alaa Abd El Fattah, conosciuto per essere stato uno dei protagonisti della primavera araba egiziana e per aver fondato insieme alla moglie il blog Manalaa dove esprimeva le sue idee democratiche e progressiste. L'attivista al momento è rinchiuso nel carcere di Tora noto per le condizioni precarie e poco igieniche in cui sono costretti a vivere i detenuti e per la presenza di una famigerata area di massima sicurezza chiamata Al Aqrab "lo scorpione". Proprio per protesta nei confronti delle condizioni carcerarie, aggravate dal diffondersi del coronavirus, El Fattah è in sciopero della fame da aprile e sua madre stava tentando di fargli avere dei medicinali e del disinfettante. Mentre Lina cercava di intervistare la donna davanti al carcere, è stata quindi fermata dalla polizia, le è stato sequestrato il telefono e le è stato impedito di contattare il suo avvocato durante tutto l'interrogatorio. Come ha fatto sapere Mada Masr su Twitter, però, la giornalista è stata poi rilasciata pagando una cauzione di 2.000 sterline egiziane, circa 117 euro. Ancora non sappiamo se ci saranno ulteriori conseguenze dopo il fermo e le accuse alla giornalista non sono state rese pubbliche dalle autorità.

 

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