Fonte: Marco Della Luna

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03/02/2020

 

L’apocalisse ai tempi del pensiero debole e dei virus rinforzati

di Marco Della Luna

1. All’inizio della pandemia, l’Eterno prese seco il suo servo prediletto, Benedetto, che dimorava in quegli anni nella casa di Marta, e lo condusse nei luoghi deserti, in cima a un monte, e poi fece un grande silenzio delle voci del vento, degli uomini e degli animali della terra e del cielo;

2. e ciò fatto, mostrò a Benedetto la successione delle generazioni, dispiegandola dinnanzi agli occhi di lui come un oceano di onde, dal giorno presente indietro nei secoli, e le stelle come granelli di polline; indi parlò a Benedetto così:

3. «Lascia riposare ordunque la tua teologia e scrivi le parole mie, o Benedetto, servo mio, affinché le genti sappiano; giacché come io ho dato loro gli occhi per vedere, così ho anche dato loro la memoria per ricordare, e il discernimento per distinguere l’inganno.

4. Molti falsi profeti sono venuti, e seguitano a venire; molti hanno parlato e continuano a parlare nel mio nome, preannunciando catastrofi, rivolgimenti e apocalissi delle terre, dei mari e delle temperie, delle genti e dei regni.

5. Essi parlano di fuoco dai cieli e di sangue dai fiumi, di estati roventi come fornaci, di notte nel dì, di sole nero come pece, e stelle che cadono dal cielo in notti senza ombre, di ogni sorta di rovina e di persecuzione, di draghi e di bestie terrifiche nate dai magici abomini degli uomini; alcuni hanno anche predetto la fine del mondo; e, in nome di queste cose, vi inducono a seguirli sulla loro strada.

6. E voi chiamate questi uomini profeti, maestri, sapienti; e chiamate voi stessi loro discepoli, prestate loro fede e donate loro i vostri averi, vestite le vesti che essi vi danno e pagate per ascoltare le loro parole, andando per le strade che essi indicano a voi, non per quelle che io vi ho insegnate.

7. Ma prima di far tutto ciò e di tenerli in conto di guide spirituali, o Benedetto, vi siete forse chiesti quante catastrofi si sono avverate, quante apocalissi, quanti rivolgimenti del mondo, di tutte quelle che costoro vanno così predicando e predicendo?

8. No, non ve lo siete chiesti. Eppure io vi ho dato occhi per vedere e una lingua per chiedere e una memoria per ricordare, e il discernimento per distinguere l’inganno. Io sono l’Eterno, io feci coloro che camminavano su questa terra prima che voi foste.

9. Se aveste fatto uso del senno che vi ho dato, simile al mio, e della memoria che vi ho data, avreste riso di questi profeti, e ridereste ancora, e li paghereste affinché vi facciano ridere, non affinché vi facciano guida verso me e verso la verità e verso la salvezza, che essi non conoscono, e direste loro:

10. “Ecco, o voi mentitori, o voi folli, o voi ingannatori e avidi di danari mal guadagnati, guardate, da mille e mille anni voi e altri come voi, venuti prima di voi, andate preannunciando cataclismi che non si inverano, apocalissi che non avvengono, catastrofi che nessuno vede mai, e financo la fine del mondo; ma, da quando l’uomo, creato dall’Eterno, scrive gli annali della sua storia, niente di ciò che andate predicendo si è mai avverato.”.

11. Ma voi non parlate loro così, voi preferite credere alle loro storie e vane visioni, e tenerli in conto di vostri maestri, mentre io vi ho dato occhi e senno per vedere la loro frode e la loro follia, o pecore sciocche. Io sono l’Eterno.

12. Quanti di loro parlano per frodarvi dei danari vostri e per farvi lavorare per loro senza mercede, e lasciare loro beni in testamento, tutti quelli dovreste portarli davanti ai giudici, e invocare il loro giudizio, dicendo:

13. “Ecco, giudici, rendete giustizia su questi truffatori, che falsamente parlano nel nome dell’Eterno, che approfittano dei semplici di spirito, che si fanno forti del tremore dei deboli e dei creduli, del tremore che essi suscitano nei vecchi e nelle donnette, negli stolti e nei fanciulli e nei malati, con le loro parole di minaccia e di punizioni celesti e di preannunciate catastrofi che mai si avverano!

14. Ciò fanno con frode, per carpire i loro danari e il loro lavoro senza mercede, in cambio di vane promesse, minacce e lusinghe.”

15. E i giudici li puniranno secondo giustizia e nel timor di Dio, dell’Eterno, perché solo l’Eterno dei Cieli annuncia con diritto punizioni celesti; guai all’empio che si arroga di farlo in nome suo!

16. Quanti di loro invece parlano di apocalissi credendo nelle loro proprie parole, quelli dovreste portarli nei luoghi dove si rinchiudono i folli, dicendo loro:

17. “Ecco, saremo misericordiosi con voi, state qui dentro e fate curare la testa vostra; vi asterrete dalle sostanze che vi confondono e agitano il senno, così come vi asterrete dalle privazioni e dalle violenze contro natura verso la carne vostra, in cui l’Eterno vi pose, affinché i sensi vostri non siano parimenti turbati”;

18. Ciò dovreste fare, o Benedetto, servo mio, acciocché costoro non nuocciano a sé né a voi a cagione delle loro convinzioni deliranti.

19. In verità vi dico, che ogni moneta che donerete loro e ogni ora che per loro lavorerete, nel mio giudizio vi sarà addebitata con gli interessi composti; perché io sono l’Eterno, l’Iddio dell’anatocismo.

20. Qualcuno di voi insorgerà contro di me, dicendo: “Signore, il figlio tuo ci ha predetto grandi rivolgimenti e tribolazioni, e ha aggiunto “guai alle donne incinte”; non dovremmo credere al figlio tuo? Non è egli il nostro Maestro, che tu stesso ci hai mandato acciocché ci menasse a te?”

21. O popolo di poco acume, non avete letto laddove è scritto “il Verbo si è fatto carne”? Non avete letto che il figlio mio si è fatto vero uomo in vera carne, per dare a voi tutti la potestà di dirvi figli di Dio, e per dare alla carne dell’uomo la risurrezione dello spirito?

22. E come avrebbe potuto condividere e amare, conoscere e redimere, la carne vostra e la umanità vostra, senza condividere e accettare in sé anche la fallacia e follia che fa parte della natura di esse e di voi?

23. In verità, in verità vi dico che egli prese su di sé la follia vostra e la fallacia vostra ancor prima di prendere su di sé la sua croce; e solo io, l’Eterno, conosco quale delle due fu per lui l’onere maggiore, e quale delle due lo piegò di più e per prima sotto il proprio peso.

24. E quell’onere fu anche mio, perché il figlio mio è uno con me; e attraverso di lui io conobbi il peso della croce e la trafittura dei chiodi nella carne dell’uomo.

25. No, non dovete credere tutto ciò che egli disse né a tutto ciò che egli credette, poiché egli fu uomo, come gli uomini fallace e talora persino folle. Io vi dico che il calice che dovette bere nella veglia prima della sua passione era l’amaro calice del risveglio e della verità.

26. Io lasciai che conoscesse il dolore e la paura, l’inganno e la morte, l’oblio di sé stesso e di me.

27. Io gli inviai il calice affinché prima di morire si ricordasse di essere dio, e si svegliasse dalla follia dell’essere uomo, e della paura di perdere il corpo. E la bevanda gli fu amara, perché dolce è la follia della carne.

28. No, non dovete credere tutto ciò che egli disse né tutto ciò che egli credette, poiché i fatti hanno smentito la sua predizione.

29. Infatti, di ciò che egli preannunziò, nulla si è avverato; eppure vi aveva detto che tutto ciò che prediceva si sarebbe avverato prima che fosse passata una generazione.

30. Povero figlio mio, che conobbe nello spirito la fallacia della carne vostra! E poveri voi, che siete chiamati a svegliarvi dalla fallacia della carne così come egli si dovette svegliare da essa, pur non essendo voi dèi, mentre egli invece un dio era ed è, santo, santo, santo, nei secoli dei secoli!

31. Nulla si è avverato di quanto il figlio mio aveva predetto, nel termine che egli stesso aveva prefisso; eppure ancora voi credete nelle sue parole ,di quando era nella vostra carne piuttosto che nelle mie, che sono nel vostro spirito, o Benedetto!

32. O forse è egli mai ritornato nella gloria e nei cieli al mio fianco? O si è mai avverata la grande tribolazione e la catastrofe che egli aveva date per certe e imminenti, destinate ad avvenire entro la generazione corrente?

33. Ma guardate orsù intorno a voi, e dietro di voi, nei secoli che sono trascorsi da quando egli se ne è andato: niente ha confuso la notte col giorno, l’acqua col fuoco, le terre coi mari; il mondo rimane solido al suo posto come sempre è stato, come io lo feci, come io lo volli, non come lo vogliono i profeti della falsità.

34. O forse insorgerete contro di me, e mi direte che il mondo in questi giorni è ritornato nel caos come era prima della mia creazione? E sosterrete che io abbia creato invano, e che la creazione dell’Eterno sia stata rovesciata dall’uomo?

35. E seguiterete a riverire i falsi maestri che vi insegnano il contrario di ciò che vi mostrano gli occhi che io, l’Eterno, vi ho dato?

36. Mira, o Benedetto, dinnanzi a te: una lunga sequenza di secoli di ordine delle cose io vi ho data, in cui nulla di tutto ciò è successo, nulla di quanto vi predissero i falsi profeti e il mio stesso figlio, reso fallace dalla follia della carne vostra.

37. Una lunga sequenza di secoli in cui il dì e la notte si succedono con ordine, e le acque restano separate dalle terre, e la terra fruttifica ogni anno secondo la natura delle piante, e le donne partoriscono come sempre;

38. e così secondo natura avvennero i terremoti, le eruzioni e diluvi, pure il diluvio che voi attribuite alla mia ira, e dopo il quale la vita riprese come prima, come pure dopo gli altri diluvi, già venuti, e a venire.

39. La verità sta davanti agli occhi che io, l’Eterno, vi ho dati: il mondo che io ho creato si corrompe molto lentamente, secolo dopo secolo, così come molto lentamente si corrompe il corpo dell’uomo che invecchia, anno dopo anno.

40. O genti di poco senno, quanti altri secoli dovranno consumarsi, prima che capiate che io, l’Eterno, non ho alcuna ragione di stravolgere il mondo della mia creazione?

41. Che io, il Signore dell’universo, preservo le terre, e non lo distruggo?

42. Che la vera distruzione, la vera tribolazione, la vera catastrofe non è quella del mondo fuori di voi, ma del corpo vostro, che invecchia, si ammala e muore?

43. Che non vi è luogo né strada sulle terre o nei cieli dove possiate correre per sottrarvi a questa catastrofe, alla vera catastrofe, che continuamente avviene attorno a voi, e che voi non volete riconoscere, mentre vi indaffarate tanto per le catastrofi che non avvengono e non avverranno, e credete ai loro falsi predicatori?

44. Che i flagelli, i prodigi e i rivolgimenti che sono descritti nelle apocalissi non sono il futuro del mondo, ma il futuro di ogni nato di donna, il quale vivrà nel proprio animo tutte queste cose, mentre il suo animo si scioglierà dalla carne?

45. Che la catastrofe che avviene è la morte vostra individuale; ed essa tanto vi angoscia, da apparire, nelle fantasie vostre, come un’incombente fine del mondo; e così invero essa apparve pure alla mente del figlio mio, quando alla carne di lui sovvenne il pensiero della propria morte; ed egli allora, ingannato, profetò parole di illusione.

46. Quando capirete che il compito vostro non è rincorrere i falsi profeti in fuga da catastrofi che non avvengono, o in preghiere estenuanti e inutili per impedire disastri che io, l’Eterno, non voglio?

47. Che il fine dell’uomo è risvegliarvi nello spirito prima che la catastrofe della carne, la morte corporale, sopravvenga e ottenebri i suoi sensi e fermi la sua ascesa, e che non dovrebbe perder tempo in cose vane?

48. O pecore matte, quanti altri secoli ci vorranno, prima che capiate che non dovete dar retta a chi vi grida: “Ecco, una calamità sta per colpire quel paese, accorrete e pregate per tre ore”, o “Ohimé, una peste mandata dal cielo ci minaccia, buttiamoci in terra e digiuniamo tutti affinché la peste sia scongiurata!”

49. Ché se poi qualche accidente capita, costui vi dirà: “E’ perché non avete pregato abbastanza!”; e se nulla capita, vi dirà: “E’ perché io vi ho insegnato come pregare!” Ogniqualvolta così udrete, rammentatevi del Mentitore che tanto costò al progenitore vostro, Adamo!

50. Costoro rubano il tempo vostro, gli averi vostri, le forze vostre, distogliendovi dal vero cammino vostro, che io vi ho insegnato e che ho preparato per voi, per il bene vostro; e ridono di voi alle spalle vostre contando i guadagni fatti. In nome mio, dite loro che vadano piuttosto a lavorare nelle cave di pietra.

51. Eppoi, guardatevi ancora intorno, guardate indietro nei secoli, usate gli occhi della carne e quelli dello spirito, che io vi ho dati con pari amore, o popolo amante della cecità! Sì, invero non sono mancati i grandi rivolgimenti nella storia del mondo, ve lo concedo.

52. Io, l’Eterno, ne menzionerò solo alcuni, affinché comprendiate; e voi, popolo mio, dalla durissima cervice, badate di non chiudere nuovamente gli occhi del cuore, affinché io non ve li tolga, come in origine ve li donai, o Benedetto!

53. Forse che non hanno cambiato la vita vostra le macchine che vi trasportano nei cieli, attraverso i mari e lungo le strade della terra? E quelle che vi mostrano le cose lontane come se fossero vicine? E quelle che vi fanno colloquiare con genti lontane come se fossero nella carne dinnanzi a voi? E quelle che pensano per voi, uomini dalla mente pigra?

54. E le sostanze che vi proteggono dalle malattie prima che queste vi colpiscano, e quelle che vi mondano da esse se vi hanno colpiti? E’ tutto ciò, che ha portato i rivolgimenti nella vita vostra, nel mondo!

55. O voi, confusi di senno, non intendete che voi stessi siete gli artefici dei rivolgimenti del mondo, con le invenzioni dello spirito vostro, delle arti delle mani vostre, nel bene e nel male? O vorreste esser tanto insani, da affermare che ve li abbia mandati io?

56. Alcuni tra voi posseggono armi che possono distruggere la vita nel mondo: perché vi ostinate a credere che intenda distruggerla io, che l’ho creata?

57. Pensate al microscopio, al telescopio, a tutte le creazioni dell’ingegno vostro cui tanto si opposero i falsi preti delle false chiese, i quali, attendendo le catastrofi annunciate dai falsi profeti, ostacolano la crescita dell’uomo e l’avverarsi delle vere trasformazioni, così nelle arti della materia come nel progresso dello spirito.

58. Orsù, dunque, bando alla pigrizia del fatalismo e agli insegnamenti dei falsi maestri, e operate per la gioia e il risveglio dello spirito, che con me avete in comune, e che anela a proclamarvi a piena voce figli miei e a riunirsi a me.

59. Io sono l’Eterno, questo mondo è il mio carnevale, chi vuol esser lieto sia, del doman non do certezza.»

 

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