Fonte: Comedonchisciotte

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/

20/06/2020

 

La spinta di Anthony Fauci alla ricerca pericolosa ha contribuito a creare la pandemia COVID-19?

di Matthew Cullinan Hoffman

Traduzione di Cinthia Nardelli

 

Cominciamo con il primo capitolo di questo lungo articolo di Matthew Cullinan Hoffman per LifeSiteNews. Riteniamo che leggerlo tutto di seguito sia un’impresa per pochi coraggiosi ma, d’altra parte, siamo convinti che si tratti di un articolo di estrema importanza, ottimamente documentato sotto tutti i punti di vista, e che pone interrogativi esistenziali sui quali è bene riflettere, visto che sono in gioco, senza esagerazioni, la salute, la libertà, la democrazia e l’economia del mondo intero. La storia del mondo è ad un punto di svolta drammatico ed è bene che tutti noi ci rendiamo conto di quello che sta succedendo e cominciamo a pensare a quanto possiamo fare per difenderci dalla follia di un manipolo di criminali internazionali, che non si faranno alcuno scrupolo, e non indietreggeranno davanti a niente pur di portare avanti il proprio progetto. Se è per questo poi, si sono già preparati, come si può leggere in questo articolo:

 

Allarme Oms: “C'è un virus molto più mortale del Covid”

https://www.corrieredellosport.it/news/attualit/cronaca/2020/06/15-70746646/allarme_oms_c_e_un_virus_molto_piu_mortale_del_covid_/

 

http://lifesitenews.com/

15 giugno 2020 

 

Gli americani hanno validi motivi per mettere in dubbio la leadership di Fauci nella risposta al COVID-19.

di: Matthew Cullinan Hoffman

 

Mentre i giornalisti e le agenzie governative continuano a indagare sulle origini della pandemia COVID-19, sembra sempre più probabile che il nuovo coronavirus sia stato scatenato, inavvertitamente o forse no, da un laboratorio cinese di virologia di Wuhan, dove si stavano conducendo pericolose ricerche di “gain of function” (ingegneria genetica) sui coronavirus dei pipistrelli, della famiglia COVID-19.

Tuttavia, il potenziale scandalo è amplificato dal fatto che i cinesi non stavano conducendo questi pericolosi esperimenti da soli; gran parte della ricerca presso i laboratori dell’Istituto di virologia di Wuhan era sostenuta, favorita e finanziata dalla direzione degli Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti e dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, in coordinamento con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e varie università e istituti statunitensi.

Se alla fine sarà dimostrato che l’Istituto di virologia di Wuhan ha scatenato il nuovo coronavirus nel mondo, allora non solo la Cina, ma anche gli Stati Uniti e l’establishment sanitario globale saranno coinvolti nella peggiore crisi socioeconomica e politica del XXI secolo, una pandemia che ha ormai causato la morte di oltre 400.000 persone e devastato l’economia globale.

Il caso circostanziale contro i laboratori gestiti dall’Istituto di virologia di Wuhan è fondato, anche se non è definitivo. I ricercatori del Wuhan Institute of Virology si sono specializzati nei coronavirus di pipistrello, che sono più strettamente correlati al nuovo coronavirus che causa il COVID-19 e ammettono di aver campionato almeno un virus identico per il 96% del suo genoma. Questo parente del nuovo coronavirus, RaTG13, è quello più noto agli scienziati; il secondo è il coronavirus del pangolino che è uguale solo per il 91%.

Inoltre, la teoria inizialmente caldeggiata dal governo cinese, secondo cui la pandemia sarebbe scaturita dalla manipolazione di animali selvatici in un mercato di Wuhan, è stata talmente svilita da essere ufficialmente scartata dalle stesse autorità cinesi. Questa teoria era l’alternativa più valida alla teoria dell’origine di laboratorio del COVID-19.

Ora un nuovo studio di ricercatori australiani ha sottolineato l’evidenza che il virus si è sviluppato in cellule umane, possibilmente in una coltura cellulare di laboratorio, prima di essere diffuso nel mondo. Di fronte allo studio australiano, il dottor Francis Collins, direttore del National Institutes of Health, sembra aver fatto marcia indietro rispetto al proprio racconto sul coronavirus. In passato aveva riportato di uno studio che affermava che il virus era di origine naturale, e ora dichiara di non poter escludere la possibilità che, qualunque sia la sua origine, sia sfuggito ad un laboratorio.

Anche l’ex capo dei servizi segreti esteri della Gran Bretagna, l’MI6, ritiene che l’evidenza favorisca la teoria dell’origine di laboratorio. Sir Richard Dearlove ha recentemente dichiarato al quotidiano britannico Telegraph: “Penso che tutto sia iniziato come un incidente in un laboratorio cinese”, sebbene ritenga che siano necessarie ulteriori indagini per confermare o scartare l’ipotesi. “Si pone la questione: se la Cina dovesse mai ammettere la responsabilità, pagherà un risarcimento? Penso che farà riflettere ogni paese del mondo su come affrontare i rapporti con la Cina e su come la comunità internazionale si posiziona nei confronti della leadership cinese”, ha detto Dearlove nel programma podcast Planet Normal del Telegraph.

Dopo aver esaminato in modo esaustivo le prove a favore della teoria di laboratorio di Wuhan, due eminenti virologi, Jonathan R. Latham e Allison Wilson, hanno concluso recentemente che “una fuga dal laboratorio è di gran lunga l’ipotesi principale per spiegare le origini del Sars-CoV-2 e della pandemia COVID-19”. Il Bulletin of Atomic Scientists approva l’articolo di Lathamm e Wilson, e afferma che la teoria dell’origine di laboratorio è una “possibilità plausibile, anche se non provata”. Aggiungono che “non è assolutamente una teoria cospirazionista“.

L’inquietante possibilità che un laboratorio di virologia di Wuhan sia l’origine dell’epidemia non solo incolperebbe i ricercatori cinesi, ma la stessa istituzione sanitaria globale che ha collaborato alla ricerca attraverso una partnership tra le agenzie sanitarie statunitensi, il governo comunista cinese e le Nazioni Unite. La leadership morale in questo sforzo di ricerca internazionale sono stati, indiscutibilmente, gli U.S. National Institutes of Health, guidati dal Dr. Francis Collins e dal Dr. Anthony Fauci, i cui nomi sono ora famosi anche per la loro “guida” nella pandemia di coronavirus.

A questo potenziale scandalo si aggiunge il motivo futile di una ricerca così pericolosa: una spinta ossessiva ai vaccini e ai trattamenti antivirali per affrontare le epidemie di massa, un approccio che è stato ampiamente screditato in oltre 60 anni di esperienza. Mentre i vaccini hanno avuto un effetto relativamente limitato sulle nuove forme pandemiche di influenza, gli scienziati hanno ripetutamente messo in guardia contro la ricerca sempre più pericolosa sui virus che potrebbero scatenare epidemie che dovrebbero in teoria sconfiggere.

Nel frattempo, gli Stati Uniti e la maggior parte delle nazioni del mondo, si sono trovati tremendamente impreparati di fronte all’insorgere della pandemia. Negli Stati Uniti, Fauci, Collins e altri alti funzionari della sanità si sono rivelati incapaci di prevenire un’epidemia per la quale si supponeva che avessero passato decenni a prepararsi, litigando e dibattendo per sei settimane al fine di sviluppare un test per il nuovo coronavirus, mentre la malattia si diffondeva senza essere riconosciuta tra la popolazione americana. In altri Paesi, come Corea, Singapore e Taiwan, i test e la ricerca dei contatti dei viaggiatori in arrivo sono stati immediatamente messi in atto, risparmiando alla gente e all’economia devastanti “lockdown”.

A seguito del caos provocato dalla crisi, Fauci e gli altri leader della sanità hanno sostanzialmente imposto la reclusione di milioni di persone nelle proprie case e la chiusura dell’economia globale, a imitazione della Cina comunista, un paese con il quale hanno collaborato per decenni nonostante il triste record di menzogne e insabbiamenti sulle epidemie. Fino a poco tempo fa, incoraggiavano gli Stati a proseguire lo stato di reclusione e di “distanziamento” forzato fino alla produzione di un vaccino, un progetto che potrebbe richiedere anni. Hanno anche emesso un fiume di linee guida discutibili e spesso contraddittorie che potrebbero aver aggravato il bilancio dei morti di COVID-19 piuttosto che migliorarlo.

Come è potuto accadere? Come è stato possibile gettare nel caos il mondo a causa delle decisioni sbagliate di una piccola élite di funzionari sanitari e burocrati globali?  La storia può ben cominciare con l’ossessione di Anthony Fauci per i vaccini e i trattamenti antivirali, piuttosto che con i test e il confinamento delle epidemie. Il desiderio di trattamenti piuttosto che di prevenzione ha portato Fauci e Collins ad appoggiare la controversa e pericolosa ricerca sul “gain of function” dei virus, che è stata, in effetti, delocalizzata in Cina perché vietata negli U.S.A. (dal presidente Obama, nel 2014, n.d.t.).

 

Pericolosi studi di ” gain of function ” sui virus animali promossi da Fauci e Collins 

 

Anthony Fauci e Francis Collins hanno promosso e sostenuto pubblicamente pericolosi studi di ” gain of function ” sui virus da quando, nel 2011, sono stati annunciati i primi esperimenti del genere. Tali studi, che cercano di rendere i virus infettivi in nuove specie di mammiferi e persino nell’uomo, sono stati condotti nell’Istituto di Virologia di Wuhan, l’origine sospetta dell’epidemia di COVID-19 che ora sta dilagando in tutto il mondo, e sono stati fatti in parte con i finanziamenti dei National Institutes of Health, così come dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti.

Fauci sostiene da tempo che il modo principale per rispondere alle epidemie è quello di produrre vaccini e altri farmaci per la malattia. Questo lo ha portato a spingere per una ricerca controversa sui virus universalmente riconosciuta come altamente pericolosa, ancor più delle precedenti ricerche che hanno portato a epidemie e pandemie.

La ricerca “Gain of Function” intende prendere i virus animali da pipistrelli, uccelli e altri portatori di virus non umani e modificarli geneticamente per alterarne il meccanismo di azione, consentendo loro di diventare infettivi in altre specie animali, anche nell’uomo. I ricercatori medici hanno ripetutamente espresso preoccupazione per tali esperimenti, sostenendo che potrebbero inavvertitamente causare nuove pandemie.

Questo nuovo campo di sperimentazione è stato avviato alla fine degli anni 2000 da Ron Fouchier, un ricercatore dell’Università Erasmus in Olanda, in risposta a focolai di un altro virus, un “virus dell’influenza aviaria” della varietà H5N1 che poteva infettare le persone ma non poteva essere trasmesso da persona a persona. Fouchier voleva sapere se una mutazione poteva permettere al virus H5N1 di diventare trasmissibile nei mammiferi, così lo modificò e cercò di farlo passare attraverso una popolazione di furetti. Ha avuto successo, ha annunciato i suoi risultati nel 2011 e li ha pubblicati su Science nel 2012. Un altro scienziato, Yoshihiro Kawaoka dell’Università del Wisconsin-Madison, ha pubblicato risultati simili lo stesso anno su Nature, dopo aver infettato i furetti con un virus ibrido creato nel suo laboratorio.

La pubblicazione di entrambi gli studi ha generato allarme e ha incontrato serie resistenze. Prima della pubblicazione, il National Science Advisory Board for Biosecurity (NSABB) degli Stati Uniti ha sollecitato la rimozione di alcuni dettagli dalla versione degli studi in questione, a causa del potenziale pericolo di utilizzo per il bioterrorismo. Tuttavia, il loro consiglio è stato alla fine rifiutato e gli articoli sono stati pubblicati per intero.

In risposta alla contestazione, il dottor Fauci e il suo superiore, il dottor Collins, sono intervenuti in difesa della discussa nuova ricerca nel dicembre 2011, in un articolo pubblicato dal Washington Post, in cui hanno ammesso che gli studi erano stati in parte finanziati dai National Institutes of Health. Nel pezzo, i due hanno fornito un’appassionata difesa degli studi di “Gain of Function”. Il titolo della dichiarazione era esplicito fino al punto di affermare: “Un rischio di virus influenzale che vale la pena di correre“.

“Informazioni e intuizioni importanti possono venire dalla generazione di un virus potenzialmente pericoloso in laboratorio”, hanno scritto i due, insieme a Gary Nabel, direttore del Vaccine Research Center della NIAID.

Tuttavia, hanno rassicurato sul fatto che si sarebbero adottate misure di “massima sicurezza” per proteggere la popolazione dal pericolo di epidemie. “I virus ingegnerizzati sviluppati durante gli esperimenti sui furetti sono mantenuti in laboratori di massima sicurezza”, hanno scritto. “Gli scienziati, i redattori delle riviste e le agenzie di finanziamento coinvolte stanno lavorando insieme per garantire che l’accesso a informazioni specifiche, che potrebbero essere usate per creare agenti patogeni pericolosi, sia limitato a coloro che hanno la necessità accertata e legittima di sapere”.

Dopo la pubblicazione degli articoli, eminenti scienziati come Marc Lipsitch, professore di epidemiologia alla Harvard School of Public Health, hanno ripetutamente lanciato l’allarme contro la ricerca. Nel 2014 lo scienziato ha organizzato una grande coalizione di eminenti ricercatori di virologia, chiamata Cambridge Working Group, che ha pubblicato uno “Statement on the Creation of Potential Pandemic Pathogens” (Dichiarazione sulla creazione di potenziali agenti patogeni pandemici), esprimendo la loro preoccupazione circa la possibilità di una pandemia scatenata da un laboratorio di virologia, soprattutto in considerazione del gran numero di violazioni della sicurezza che si erano verificate di recente.

“I recenti incidenti che hanno riguardato il vaiolo, l’antrace e l’influenza aviaria in alcuni dei principali laboratori statunitensi ci ricordano la fallibilità anche dei laboratori più sicuri, il che rafforza l’urgente necessità di un’approfondita rivalutazione della biosicurezza”, ha dichiarato il gruppo. “Questi incidenti hanno subito un’accelerazione e si sono verificati in media due volte alla settimana con agenti patogeni regolamentati nei laboratori universitari e governativi di tutto il Paese”.

Per quanto riguarda i controversi studi di Gain of Function, il gruppo ha osservato che “i rischi di incidenti con ‘potenziali agenti patogeni pandemici’ di nuova creazione sollevano nuove e gravi preoccupazioni. La creazione in laboratorio di ceppi di virus pericolosi altamente trasmissibili e inediti, soprattutto ma non solo per quanto riguarda l’influenza, comporta rischi sostanzialmente maggiori. Un’infezione accidentale in un simile contesto potrebbe scatenare focolai che sarebbero difficili o impossibili da controllare. Storicamente, i nuovi ceppi di influenza, una volta stabilita la trasmissione nella popolazione umana, hanno infettato un quarto o più della popolazione mondiale nel giro di due anni”.

Gli sforzi di Lipsitch e del gruppo di lavoro di Cambridge sembravano avere successo: nello stesso anno, il 2014, il National Institutes of Health ha sospeso i fondi a tali ricerche ed ha lanciato una massiccia revisione delle procedure dopo la scoperta di fiale di agenti patogeni mortali, a lungo inutilizzate e incontrollate, presso un laboratorio della Food and Drug Administration nel proprio campus, che ha rivelato fallimenti sistematici della sicurezza nei laboratori degli Stati Uniti.

Tuttavia, i sostenitori della ricerca sul gain of function alla fine hanno prevalso quando il Department of Health and Human Services degli Stati Uniti ha iniziato a permettere il finanziamento di tali esperimenti nel 2018 – una decisione che è stata pubblicamente applaudita da Anthony Fauci, il cui NIAID ha iniziato a pagare per la ricerca in una struttura statunitense. L’approvazione, che figura nel documento“Guiding Funding Decisions about Proposed Research Involving Enhanced Potential Pandemic Pathogens”, ha permesso esplicitamente la creazione di virus che potrebbero causare una pandemia, cioè un “agente patogeno pandemico potenziale” (PPP), persino uno la cui potenza è stata rafforzata artificialmente, qualora vengano soddisfatti determinati criteri.

Tuttavia, nel frattempo, i National Institutes of Health avevano già iniziato a finanziare la ricerca sul coronavirus presso un’altra organizzazione al di fuori degli Stati Uniti: il Wuhan Institute of Virology, in Cina. L’istituto, che da anni riceveva denaro dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti, ora riceverebbe parte di una sovvenzione di 3,7 milioni di dollari dal NIH incanalata attraverso un’altra organizzazione, la “EcoHealth Alliance”.

 


Link: https://www.lifesitenews.com/news/did-anthony-faucis-promotion-of-dangerous-research-help-create-the-covid-19-pandemic

 

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