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Agosto 14, 2019

Il Lavaggio del Cervello Come Difendersi

Il termine “lavaggio del cervello” venne usato per la prima volta negli anni Cinquanta dal giornalista americano Edward Hunter. Lo utilizzò per denunciare il trattamento ricevuto dai soldati americani nei campi di prigionia cinesi durante la Guerra di Corea. Le tecniche per farlo sono state documentate sin dai tempi del “Libro Dei Morti” dell’Antico Egitto e usate da partner, genitori, falsi veggenti, leader di sette, società segrete, rivoluzionari e dittatori, i quali abusano degli altri per averli nelle loro mani e li manipolano contro la loro volontà. Questi metodi non richiedono l’utilizzo di armi futuristiche o poteri sovrannaturali, si basano piuttosto sulla comprensione della psiche umana e sul desiderio di sfruttarla a proprio vantaggio. Capendoli meglio, puoi imparare a proteggere te stesso e gli altri.

Riconoscere le tattiche di lavaggio del cervello.
1) Ricorda: le persone che cercano di lavare il cervello agli altri tendono a prendere di mira la gente debole e vulnerabile. Non tutti finiscono per diventare prede del controllo mentale, ma certi soggetti sono più fragili di fronte a determinati tipi di lavaggio del cervello in momenti particolari della propria vita. Un bravo manipolatore sa cosa cercare, e i suoi bersagli sono gli individui che in un certo istante affrontano difficoltà o un cambiamento non necessariamente voluto. Ecco alcuni dei possibili candidati:
– Persone che hanno perso il lavoro e temono per il proprio futuro. – Persone recentemente divorziate, soprattutto quelle che hanno vissuto una brutta esperienza. – Persone che soffrono di malattie croniche, specialmente se non le capiscono. – Persone che hanno perso una persona cara, soprattutto se si trattava di un rapporto profondo e non hanno molti altri amici. – Giovani che vanno via di casa per la prima volta. Vengono presi di mira soprattutto dai leader delle sette religiose.
– Scoprire sufficienti informazioni sulla persona presa di mira e sulle sue idee è una tattica predatoria piuttosto diffusa. Conoscerla meglio permette di spiegarle perché sta vivendo questo momento difficile coerentemente con le sue convinzioni. Successivamente, la strategia può essere estesa applicando i valori di questa persona alla spiegazione di quello che sta accadendo in generale, modificando impercettibilmente la sua interpretazione.
2) Attento alle persone che cercano di isolare te o qualcuno che conosci dalle influenze esterne. Siccome la gente che subisce una tragedia personale o un grosso cambiamento nella propria vita è incline a sentirsi sola, un manipolatore abile lavora per amplificare la sensazione di solitudine. Tale isolamento può assumere svariate forme:
– Se si tratta di giovani coinvolti in una setta, potrebbe essere attuato prevenendo che abbiano contatti con amici e familiari.
– Se si tratta di una relazione manipolatoria, vuol dire non perdere mai di vista la vittima o non consentirle di avere contatti con la famiglia e gli amici.
– Per i prigionieri di un campo di lavoro, significa essere isolati dagli altri detenuti ed essere sottoposti a forme di tortura impercettibili o evidenti.
3) Osserva gli attacchi volti all’autostima della vittima. Il lavaggio del cervello funziona solo quando il perpetratore si trova in una posizione di superiorità rispetto alla vittima. Questo significa che la persona presa di mira deve essere distrutta affinché il manipolatore possa ricostruirla a sua immagine e somiglianza. Può essere fatto usando mezzi mentali, emotivi o fisici per un certo intervallo di tempo, al fine di logorare fisicamente ed emotivamente il bersaglio:
– Le torture mentali potrebbero iniziare mentendo alla vittima, per poi procedere mettendola in imbarazzo o minacciandola. Questa forma di supplizio può essere attuata con parole o gesti, passando da espressioni di disapprovazione all’invasione del suo spazio personale.
– Le torture emotive ovviamente non sono meno violente di quelle fisiche, e potrebbero aumentare progressivamente. Per esempio, potrebbero iniziare con insulti verbali, per poi procedere con la persecuzione, il plagio e azioni disumanizzanti, come spogliare la vittima per fotografarla o anche solo guardarla.
– Le torture fisiche potrebbero includere il patimento di fame, freddo, privazione del sonno, botte, mutilazioni e via dicendo, e nessuna di esse è accettabile a livello sociale. La tortura fisica viene comunemente usata da genitori e partner violenti, ma anche nelle prigioni e nei campi di “rieducazione”.

4) Diffida di quelli che cercano di convincerti del fatto che l’appartenenza a un gruppo sia preferibile al mondo esterno. Insieme all’abbattimento della resistenza della vittima, è importante fornire un’alternativa apparentemente più attraente rispetto al mondo che conosceva prima di incontrare il manipolatore. Ciò può essere fatto con diversi metodi:
– Si permette di avere contatti solo con le altre vittime del lavaggio del cervello. Questo crea una sorta di pressione proveniente dai propri simili che incoraggia la nuova adepta a voler essere come gli altri e a venire accettata dal gruppo. Ciò potrebbe essere rafforzato mediante contatti fisici, riunioni, orge o attraverso mezzi più rigidi, come un codice di abbigliamento, una dieta controllata o altre regole severe.
– Si ripete il messaggio attraverso diversi mezzi, come cantare e ricantare le stesse frasi o dire certi slogan, spesso enfatizzando parole o espressioni chiave.
– Imitazione del ritmo del battito cardiaco umano attraverso la cadenza dei discorsi del leader o un certo accompagnamento musicale. Questa tecnica può essere potenziata con un’illuminazione né troppo tenue né troppo forte e una temperatura che stimola il rilassamento.
– Alla vittima non si dà mai il tempo di pensare. Questo può significare non lasciarla mai da sola o bombardarla sempre con le stesse lezioni riguardanti argomenti che vanno oltre la comprensione logica. Si scoraggiano le sue domande.
– Si matura una mentalità “noi contro loro”, secondo la quale il leader ha ragione e il mondo esterno ha torto. L’obiettivo è raggiungere un’obbedienza cieca, in modo che la vittima offra i propri soldi e la propria vita al manipolatore, per sostenere i suoi traguardi.
5) Ricorda che i manipolatori spesso offrono ricompense dopo aver “convertito” la vittima. Dopo averla completamente distrutta e portata all’obbedienza estrema, essa può essere “rieducata”. Questo passaggio può durare poche settimane o diversi anni, dipende dagli obiettivi del lavaggio del cervello.
– Una forma estremizzata di compiacenza nei confronti dei propri carnefici è nota con l’espressione “sindrome di Stoccolma”. La sua origine? Nel 1973, durante una rapina in banca, due malviventi trattennero quattro ostaggi per 131 ore. Dopo il salvataggio, le vittime si ritrovarono a identificarsi con i sequestratori, al punto che una si fidanzò con uno di loro e un’altra creò un fondo finanziario volto a pagare le loro spese legali. Patty Hearst, rapita dall’Esercito di Liberazione Simbionese nel 1974, viene considerata un’altra vittima della sindrome di Stoccolma.
6) Bisogna riconoscere i nuovi parametri di pensiero nel cervello della vittima. Una buona parte della “rieducazione” viene fatta mediante alcune delle stesse tecniche di condizionamento operante usate per premiare e punire la vittima mentre si cercava di distruggerla. Le esperienze positive vengono adesso utilizzate per ricompensarla, dal momento che pensa come desidera il manipolatore; le esperienze negative servono invece a punire le ultime tracce di disobbedienza.
– Un modo per premiare la vittima? Darle un nuovo nome. Questo solitamente viene associato alle sette, ma anche l’Esercito di Liberazione Simbionese lo fece quando ribattezzò Patty Hearst con il nome di “Tania”.
7) Il processo non finisce qui. Per quanto un lavaggio del cervello sia risultato efficace e accurato, la maggior parte dei manipolatori trova sia necessario mettere alla prova la profondità del controllo esercitato sui soggetti. Ciò può essere verificato in diversi modi, a seconda degli obiettivi del carnefice. I risultati determinano cosa va fatto affinché la vittima rimanga in questo stato. – Estorcere soldi è uno dei metodi usati, tra l’altro serve a far arricchire il manipolatore. La sensitiva Rose Marks usava il suo controllo sulla scrittrice Jude Deveraux per truffarla: ne ricavò ben 17 milioni di dollari in contanti e proprietà, rovinando la sua carriera. – Commettere atti criminali, con il manipolatore o per lui. Ne fu un esempio Patty Hearst, che accompagnava l’Esercito di Liberazione Simbionese a fare rapine.

Identificare una vittima.
1) Osserva se la possibile vittima si caratterizza per un mix di fanatismo e dipendenza. Una persona che ha subito un lavaggio del cervello può dare l’idea di essere presissima dal gruppo e/o di avere una vera e propria ossessione nei confronti del leader. Contemporaneamente, sembra essere incapace di risolvere i problemi senza l’aiuto del gruppo o della sua guida.
2) Osserva se acconsente a tutto. Una vittima sarà indiscutibilmente d’accordo con qualsiasi cosa dica il gruppo o il leader, incurante delle difficoltà o delle conseguenze dovute al rispetto assoluto delle regole. Questo potrebbe anche spingerla ad allontanarsi dalle persone che non condividono lo stesso interesse nei confronti del manipolatore.
3) Osserva se mostra un certo distacco dalla realtà. Chi subisce il lavaggio del cervello tende a essere svogliato, riservato e privo della personalità che lo contraddistingueva prima di essere sottoposto a questo processo. È particolarmente evidente nelle vittime di una setta o che vivono una relazione manipolatoria.
– Alcune vittime potrebbero interiorizzare la propria rabbia. Questo può causare depressione e svariati disturbi, provocando in alcuni casi anche dei suicidi. Altre potrebbero sfogare l’ira su chiunque considerino la causa del problema, spesso attraverso un confronto verbale o fisico.

Disinnescare il lavaggio del cervello.
1) Il soggetto deve sapere che gli è stato lavato il cervello. Questa comprensione viene spesso accompagnata da negazione e angustia, perché comincia a mettere in dubbio quello che ha praticato senza essere più abituato ad avere spirito critico. Progressivamente, questo individuo dovrebbe acquisire una maggiore consapevolezza sui metodi di manipolazione ai quali è stato sottoposto.
2) Esponilo a idee che contraddicono quelle del lavaggio del cervello. Mettilo di fronte a molteplici opzioni, senza sovraccaricarlo di troppe possibilità in una volta sola: vedrai che acquisirà una prospettiva nuova e più ampia, dall’alto della quale sfiderà le credenze impiantate nella sua mente dal manipolatore.
– Alcune di queste stesse idee contrastanti potrebbero presentare tracce di manipolazione. In un caso del genere, è utile impegnarsi per cercare di presentarle nella maniera più imparziale possibile. – Una forma più forte di questa esposizione sta nell’obbligare il soggetto a rivivere l’esperienza mettendola in scena. In questo caso, però, dovresti dargli delle opzioni per reagire al lavaggio del cervello. Questo tipo di terapia richiede uno psicoterapeuta esperto di psicodramma.
3) Incoraggia il soggetto a prendere le proprie decisioni basandosi sulle nuove informazioni acquisite. All’inizio potrebbe sentirsi ansioso nel farlo, o potrebbe provare vergogna perché in questo momento o in passato ha fatto scelte sbagliate. Tuttavia, con la pratica, questa tensione sparirà.

Consigli.
Guarire dagli effetti del lavaggio del cervello senza essere assistito da nessuno è possibile. Nel 1961, lo psichiatra Robert J. Lifton e lo psicologo Edgar Schein fecero uno studio che dimostrò che pochi dei prigionieri di guerra esposti alle tecniche di lavaggio del cervello cinesi si convertirono al comunismo, e quelli che lo fecero rinunciarono a queste idee dopo essere stati liberati.

Avvertenze.
Se da un lato potrebbero essere usate tecniche di ipnosi per fare il lavaggio del cervello a qualcuno, ipnotizzare non è sinonimo di lavare il cervello. In quest’ultimo caso si usa infatti un sistema di ricompense e punizioni superficiale per avere impatto sulle vittime, e l’obiettivo è sempre quello di frantumare la resistenza delle persone a cui viene inflitto. L’ipnosi solitamente inizia facendo rilassare qualcuno e richiede di accedere alle parti più profonde della psiche; generalmente non prevede premi e castighi. Nonostante il lavoro che implica, l’ipnosi spesso agisce più velocemente del lavaggio del cervello in un soggetto. – Negli anni Ottanta alcuni specialisti, chiamati “deprogrammatori”, spesso venivano chiamati da genitori preoccupati per allontanare con la forza i propri figli dalle sette che li avevano coinvolti. Molti di questi stessi professionisti, però, usavano tecniche simili a quelle del lavaggio del cervello, al fine di sottoporre i soggetti “salvati” a un contro indottrinamento. In ogni caso, questi metodi si sono rilevati in molti casi inefficaci, dal momento che il lavaggio del cervello va rafforzato continuamente; rapendo i ragazzi da “curare”, sono diventati essi stessi criminali.

Neuroschiavi

di Marco Della Luna

e Paolo Cioni

 

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