Video: https://youtu.be/WVmIHqVLf9c

 

http://www.occhidellaguerra.it/

Ott 29, 2016

 

“Non dimenticate i cristiani perseguitati”

 

I cristiani di Bartella, la città appena liberata dalle bandiere nere dello Stato islamico, sollevano la croce sulla chiesa appena sgombrata dai jihadisti. Pregano e cantano per la vittoria. Qualcuno ha la voce rotta. Qualcuno prova una gioia incontenibile. L’interno della chiesa è stato dato alle fiamme dagli uomini di Al Baghdadi. Degli arredi interni è rimasto in piedi poco o nulla.

 

Con queste immagini si apre il convegno “Help christians“, organizzato da Regione Lombardia assieme alla fondazione vaticana Aiuto alla Chiesa che Soffre e a Gli Occhi della Guerra. Un convegno per accendere i riflettori sulla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e fortemente voluto dall’assessore alle Culture, Identità e Autonomie, Cristina Cappellini: “Dalla Siria all’Iraq, dal Pakistan alla Nigeria, il sangue cristiano macchia il mondo. Help christians è un messaggio di speranza della comunità cristiana che vuole tornare a vivere. L’amore e la speranza contro l’odio e la disperazione”. Il presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Cattaneo, sprona invece i presenti a rompere il silenzio sul dramma dei cristiani perseguitati per “rendere concreta la vicinanza dell’Occidente ai nostri fratelli mediorientali”. Alfredo Mantovano, presidente italiano di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ripercorre invece il dramma della persecuzione dei cristiani dal Medio Oriente fino alla Corea del Nord, evidenziando anche l’ipocrisia dell’Occidente. Fausto Biloslavo, moderatore dell’incontro, racconta invece della sua esperienza al fronte e delle preoccupazioni dei cristiani di Damasco, nel 2013, quando Obama pensava di bombardare la Siria. Andrea Pontini, amministratore delegato de ilGiornale.it, sottolinea l’importanza del ruolo dei media e, soprattutto, della necessità di raccontare i fatti attenendosi alla realtà e, quindi, alla verità.

Monsignor Mtanios Haddad ricorda invece gli errori dell’Occidente in Siria, cominciando innanzitutto dalle primavere arabe che hanno “cancellato la convivenza tra religioni. Voi siete responsabili di questo. Non avete capito cosa è la convivenza, non avete rispettato una democrazia che andava verso uno Stato laico per imporre una democrazia falsa secondo i vostri interessi, ovvero gli interessi dell’America. E per farlo gli americani hanno sfruttato l’ignoranza di qualche Paese che voleva distruggere la Siria. Hanno dato le armi ai ribelli per portare avanti i loro interessi”.

Ma non solo. Monsignor Haddad ricorda anche le lettere inviate dai patriarchi ai cristiani: “Cari fratelli, non lasciate la vostra terra, andate in Libano o in Giordania per poi tornare più facilmente nelle vostre case. Ma non andate oltre il mare perché la vostra terra ha bisogno di voi”.

Secondo Haddad, “la vera medicina per noi cristiani è rimanere a casa. Abbiamo bisogno di ponti umanitari per far tornare a casa i siriani”.

E conclude: “Basta embarghi alla Siria perché fanno più morti delle bombe. Fate tornare gli ambasciatori in Siria e fate tornare a casa i giornalisti che distorcono la verità”.

 

Rebwar Basa, sacerdote di Mosul, ha visto l’avanzata dei terroristi. Non solo quella dello Stato islamico del 2014, ma anche quella del 2004, subito dopo la guerra in Iraq. “I jihadisti hanno disrutto il mio seminario e pure la statua di San Giorgio. Hanno distrutto anche una statua della madonna di Lourdes. Non hanno avuto rispetto per niente”. La comunità cristiana viene continuamente minacciata dai jihadisti di ogni bandiera, che, dopo una serie di avvertimenti, uccidono anche il vescovo di Mosul, Monsignor Rahho. Un altro martire per questa terra maledetta dai terroristi, ma benedetta da Dio.

top