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27 Ago 11

Signoraggio bancario, Kennedy e gli altri Presidenti Usa assassinati
di Nino Caliendo

Quattro nomi: Abramo Lincoln, James Garfield, William McKinley, John Fitzgerald Kennedy.

Chi sono questi quattro signori? Cosa hanno in comune?

I quattro signori in questione sono stati tutti Presidenti degli USA, tutti sono stati assassinati durante il mandato presidenziale e, analizzando bene i particolari, tutti si proponevano di cambiare il sistema monetario americano estromettendo la Banca Centrale. I primi tre avevano cominciato a pensarlo, Kennedy lo stava mettendo in atto.

John Fitzgerald Kennedy aveva iniziato a mettere in atto il “cambiamento”, quando, coincidenza delle coincidenze, fu ucciso, nel 1963, a Dallas, proprio dove ha la sede il più grande socio finanziario della Federal Reserve Bank (la Banca Centrale degli Stati Uniti).

L’assassinio di Kennedy cos’altro fu se non un avvertimento ai futuri Presidenti e ai politici di tutto il mondo che chi comanda sono i banchieri, attraverso un sistema mafioso potentissimo e internazionale?

Kennedy fece un intelligente tentativo per cominciare a togliere alla Federal Reserve il suo potere di affittare il denaro al governo facendosi pagare un interesse. Per questo, firmò l’Ordine Esecutivo (qualcosa di simile al nostro Decreto Presidenziale) n° 11.110, che ridava al governo statunitense il potere di emettere moneta senza passare per la Federal Reserve.

L’Ordine dava al Ministero del Tesoro americano il potere di mettere in circolazione nuova moneta, cioè “to issue silver certificates against any silver bullion, silver or standard silver dollar in the Treasury” (“emettere certificati sull’argento contro qualsiasi riserva d’argento, argento o dollari d’argento nel Tesoro”). Ciò significa che per ogni oncia d’argento presente nella cassaforte del Tesoro, il governo americano poteva mettere in circolazione nuova moneta.

In tutto, Kennedy mise in circolazione banconote per 4,3 miliardi di dollari.

Con un colpo di penna, Kennedy stava per mettere fuori gioco la Federal Reserve Bank.

Se fosse entrata in circolazione una quantità sufficiente di “banconote Kennedy”, il cui valore era basato sull’argento e da esso garantito, sarebbe diminuita, fino ad essere azzerata, la domanda di banconote della Federal Reserve.

Ciò sarebbe accaduto perché le “banconote Kennedy” venivano garantite dall’argento di proprietà dello Stato, mentre le banconote della Federal Reserve, ieri come oggi, sono garantite dal niente. Esattamente come gli euro emessi dalla Banca Centrale Europea (BCE).

L’Ordine Esecutivo n° 11.110 emesso da Kennedy, azzerando il bisogno di comprare il denaro dalla Federal Reserve, avrebbe, dunque, impedito al debito pubblico americano di raggiungere gli altissimi livelli attuali, poiché consentiva al governo di ripagare il suo debito senza il gravame degli interessi richiesti dalla banca centrale per la creazione di nuova moneta.

Ma, nel frattempo, John Fitzgerald Kennedy venne assassinato e, cinque mesi dopo, finì l’emissione della “banconota Kennedy”.

A quanto pare, chi tenta di estinguere il debito pubblico, eliminando il controllo dei governanti reali (cioé, la mafia bancaria e finanziaria), viene ucciso.

Kennedy aveva sfidato il governo monetario attaccando i due sistemi che sono da sempre usati per far aumentare il debito: la guerra e la creazione di pezzi di carta denominati moneta da parte di una banca centrale privata (le banche centrali, compresa la Banca d’Italia, sono tutte private e i loro soci sono le altre banche e le finanziarie). L’altro “delitto” di Kennedy fu il suo sforzo di far uscire gli Stati Uniti dal pantano della guerra del Vietnam.

Ma oggi cosa succede? Mentre il debito americano e di molti altri Paesi, tra i quali l’Italia, sta raggiungendo cifre astronomiche sempre più incredibili, continuano ad emergere scuse per provocare sempre di più nuovi conflitti nel mondo.