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6/7/2011 ore 23,10

Fermata Anche La Dignite’
da Quentin Girard a bordo della Dignitè

Per due ore, nel tardo pomeriggio di Mercoledì, la “Dignity” è stata ormeggiata a Ormos Kouremenos, un piccolo porto nella parte più orientale di Creta. Ha bisogno di fare rifornimento  un’ultima volta prima di salpare per Gaza. Improvvisamente dopo aver già fatto 1000 litri di rifornimento e nell’attesa del secondo, una vedetta della guardia costiera si avvicina, una cannoniera della guardia costiera greca appare. I passeggeri della “Dignité” immediatamente comprendono. In questa piccola baia dove ci sono solo barche da pesca in legno, sanno che è lì per loro. La guardia costiera  si sta avvicinando. La Guardia Costiera chiede educatamente i documenti.  Così è iniziata una discussione di due ore a bordo con il controllo dei documenti.  A bordo i militanti – tra cui Olivier Besancenot – restano in fase di stallo. “E ‘ ingiusto”, dicono tutti. Questo è stato l’ultimo passo prima della grande traversata. Una dozzina di uomini in uniforme, molto cortesi , che circondano la “Dignité”. Si moltiplicano le telefonate, probabilmente per fare riferimento a una autorità lontana. La Guardia Costiera controlla i passaporti e annota con attenzione i nomi. Non trovano niente di strano nell’imbarcazione. Il capitano non ha tenuto  un diario di bordo ed i costi di entrata nel porto turistico, 30 euro, non sono stati pagati.  Solo che in questo piccolo porto di pescatori, non c’era la capitaneria per dichiarare il loro arrivo. Dobbiamo aspettare. I passeggeri si preparano a mangiare, il menù di questa sera:  pasta, pollo, coppa e lenticchie. “Siamo spiacenti” sono le 22 quando la guardia costiera ci dice che dobbiamo seguirli per andare in un altro porto per firmare le autorizzazioni e che la Dignitè potrà ripartire il mattino seguente (Giovedi ‘mattina). Nel frattempo continuano a controllare i documenti della barca per fare fotocopie. Assicurano che non c’è nessun problema. Uno di loro ripetutamente si è scusato: “Mi dispiace”. Omeyya Seddik, uno dei passeggeri risponde: “Tu fai il tuo lavoro, è normale. ” La “Dignité” riparte dunque nella notte dal porto di Xinthya, scortati dalla Guardia Costiera che li precede. Troppo veloce. Più volte sembra scomparire nella notte come se in fondo non fosse mai stata seguita. I passeggeri  non sanno come reagire. Cosa fare? Mantenere una speranza sottile?  Tre giorni che sono in mare, tre giorni che giocano al gatto col topo senza sapere se è un gatto. La dignité non potrà andare a Gaza. Era l’unica nave della “Freedom Flotilla” che era  riuscita salpare e raggiungere nel tempo sperato Gaza. Alla fine è andata un po più avanti di altri, probabilmente non basta. “Siamo tutti impegnati” hanno detto. “Domani se potremo  andare, noi continuiamo verso  Gaza”.

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