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16 giugno 2011

Flotilla 2, In Forte Dubbio Partenza Mavi Marmara

La nave simbolo della prima flottiglia con ogni probabilità non salperà per Gaza. La Turchia si sta riposizionando e guarda alla ripresa delle relazioni con Israele. Ma la Flotilla 2 «Stay Human», dedicata a Vittorio Arrigoni, partirà per la Striscia.

Roma, 16 giugno 2011, Nena News – Si tratta di indiscrezioni, non c’è ancora un annuncio ufficiale, ma ormai solo una novità dell’ultima ora permetterà alla nave turca Mavi Marmara di salpare per Gaza assieme alle altre imbarcazioni della Freedom Flotilla 2 «Stay Human», dedicata all’attivista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso due mesi fa. La ong islamica turca Ihh, sponsor della Mavi Marmara, rispettando evidentemente le disposizioni ricevute dal governo di Ankara, ha fatto sapere alle altre componenti dell’ampia coalizione di forze dietro la Flotilla 2, di ritenere opportuna una «pausa di riflessione», alla luce della situazione regionale, aggravata anche dalla crisi siriana che coinvolge direttamente la frontiera sud-orientale turca. La Ihh non ha ancora preso una decisione finale ma fonti della Flotilla 2 riferiscono a Nena News che è «molto difficile» che la ong turca scelga di partecipare e di rispettare gli impegni presi.

Le pressioni americane e di vari paesi europei – frutto di un inteso lavoro “diplomatico” svolto da Israele in molte capitali occidentali e alle Nazioni Unite – sembrano aver avuto un effetto concreto sulle posizioni del premier Erdogan e di altri esponenti di primo piano del governo turco che per circa un anno è apparso determinato a lasciare ampia libertà all’organizzazione e la realizzazione della nuova missione navale a sostegno della popolazione di Gaza sotto assedio israeliano. «I governi democratici non possono fermare i loro cittadini che intendono far partire un’altra flottiglia di aiuti per Gaza e sfidare un blocco (israeliano) illegale», aveva ribadito, appena qualche settimana fa, il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu, replicando all’appello ad impedire la partenza della «Stay Human» lanciato dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.

Ma qualcosa è cambiato. Erdogan di recente ha assunto una posizione molto critica nei confronti di Damasco, allineandosi così alle posizioni degli Stati Uniti e dell’Unione europei nei confronti della crisi interna siriana. Ma il premier turco sembra aver soprattutto ceduto all’insistenza di Washington per una riappacificazione tra Ankara e Tel Aviv, storicamente alleate ma giunte ad uno scontro diplomatico durissimo dopo l’uccisione di nove civili turchi a bordo della Mavi Marmara assaltata il 31 maggio 2010 da commando della marina militare israeliana mentre, in acque internazionali, procedeva verso la Striscia di Gaza.

Il quotidiano turco Hurriyet ieri riferito che Israele sta cercando in tutti i modi di ricomporre la frattura – Tel Aviv presenterà le sue scuse ufficiali per i morti della Mavi Marmara, come da un anno chiede Ankara? – ed Erdogan ora appare poco disposto ad andare ad un muro contro muro con Benyamin Netanyahu. Nelle scorse settimane la stampa turca aveva riferito che gli Stati Uniti avrebbero offerto ad Erdogan, in cambio di uno stop alla Flotilla, la possibilità di tenere ad Ankara un summit israelo-palestinese, sul modello della Conferenza di Pace di Madrid del 1991 e degli Accordi di Oslo del 1993.

La Ihh e la Turchia faranno conoscere la loro posizione definitiva nei prossimi due-tre giorni ma in ogni caso la Freedom Flotilla 2 «Stay Human» non si ferma e le altre parti coivolte nella spedizione navale fanno sapere di voler andare avanti, ma occorrerà far salire a bordo delle altre navi in procinto di salpare per Gaza le centinaia di attivisti internazionali attesi dalla Mavi Marmara. La flottiglia includerà anche la nave italiana «Stefano Chiarini», che porta il nome del giornalista del quotidiano Il Manifesto scomparso nel 2007. Nena News

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