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Scritto il 19/4/11

Rotta su Gaza: anche la mamma di Vittorio con la Flotilla

Rotta su Gaza, nel nome di Vittorio Arrigoni: anche la madre, Egidia Beretta, viaggerà a bordo della flotta umanitaria che salperà da diversi porti del Mediterraneo a fine maggio. «Voglio vedere Gaza che mio figlio amava tanto, e per cui si è sacrificato», dichiara la signora Beretta. «Voglio incontrare la brava gente che vive là, e di cui mio figlio Vittorio parlava sempre». Un viaggio rischioso: come già l’anno scorso, i militari israeliani potrebbero sparare e uccidere. Nonostante ciò, proprio la feroce esecuzione di Vittorio Arrigoni sta gonfiando le liste dei partenti: la nave italiana “Stefano Chiarini” salperà da Genova.

Anche la missione umanitaria “Freedom Flotilla 2” nasce per portare aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza, sotto assedio per l’ininterrotto embargo dopo il massacro dell’operazione Piombo Fuso che nel gennaio 2009 causò la morte di oltre 1300 palestinesi, per lo più civili. Alla spedizione partecipano pacifisti di oltre 20 nazioni: «E’ una nuova grande impresa di solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza, sottoposti da quattro anni ad un assedio illegale e disumano da parte dello Stato di Israele, con la complicità attiva degli Usa, dell’Unione Europea e dell’Egitto», affermano gli organizzatori. «L’assedio di Gaza deve finire. L’oppressione del popolo palestinese deve finire. Il mondo intero deve aprire finalmente gli occhi davanti al crimine di un milione e mezzo di persone rinchiuse nel più grande campo di concentramento mai conosciuto nella storia».

La nave italiana in partenza da Genova porta il nome di Stefano Chiarini, giornalista del “Manifesto” «che ha dedicato la vita alla solidarietà con il popolo palestinese». Obiettivo della missione: raggiungere Gaza via mare, per portare aiuti – cibo, medicinali, kit scolastici – e denunciare l’occupazione illegale dei territori palestinesi, inultimente condannata dall’Onu. Una missione pericolosa: «Viaggiare con noi verso Gaza – scrivono sul loro sito gli organizzatori italiani di “Freedom Flotilla” – è un rischio per la vita per diverse ragioni: nonostante la richiesta che tutti i passeggeri firmassero un impegno alla non-violenza, i militari israeliani hanno fermato con l’uso della forza bruta le prevedecenti missioni, schierando navi da guerra».

Drammatico il bilancio dell’incidente del 31 maggio 2010, quando la flottiglia che trasportava aiuti umanitari – navi battenti bandiera americana, turca, greca e svedese – sono state attaccate dalle forze speciali, che hanno sparato e ucciso 9 attivisti. Il sanguinoso attacco contro la Mavi Marmara, l’ammiraglia turca della Flotilla, ha incrinato le relazioni di Israele con la Turchia: «Metteremo fine ai crimini di Israele e sbarcheremo a Gaza con la nostra marina militare», ha tuonato il premier turco Erdogan. «Ci attende un lavoro durissimo e non privo di insidie», ammettono gli organizzatori della spedizione 2011, «perché le nostre risorse sono limitate, mentre quelle dei nostri avversari sono inesauribili. Ma noi abbiamo un vantaggio, una marcia in più: la consapevolezza di lottare per una causa giusta, per la verità e per il Diritto».

L’anno scorso la spedizione era composta da 610 volontari: fra questi, 44 tra parlamentari e politici, nonché il Premio Nobel per la pace Mairead Corrigan e lo scrittore svedese Henning Mankell. Imponente la lista-adesioni per la missione 2011, che continuano a crescere all’indomani dell’efferato omicidio di Vittorio Arrigoni. Oltre ad associazioni come Forum Palestina, Free Gaza Movement, Donne Palestinesi e Mezzaluna Rossa, aderiscono alla missione di pace “Il Manifesto”, i Giuristi Democratici, Idv e Comunisti Italiani, il cartello “Per il Bene Comune”, i partigiani dell’Anpi, il Forum Antirazzista di Palermo, i No-Tav della valle di Susa, avvocati, universitari, associazioni solidaristiche da tutta Italia.

Spiccano i nomi di Vauro e Moni Ovadia, Lucio Manisco e Luisa Morgantini, Luigi De Magistris e Leoluca Orlando, Fernando Rossi di “Alternativa”, Marco Rizzo, il filosofo Gianni Vattimo, l’attore Giulio Cavalli, il verde Angelo Bonelli e Gianfranco Mascia del “Popolo Viola”, Raffaella Bolini dell’Arci, Marco Bersani di “Attac”, William Mazza di “Ya Basta”, Tommaso Fattori del Forum italiano Movimenti per l’acqua. Ci sono anche Stefano Leoni del Wwf e Vittorio Cogliati Dezza di Legambiente, Marino Badiale dell’ateneo torinese, il filosofo Massimo Bontempelli, giornalisti come Francesca Fornario, Stefania Pavone, Pino Nicotri e Fulvio Grimaldi.

Il viaggio è pericoloso, ripetono gli organizzatori: chi parte deve essere consapevole di affrontare una traversata disagevole: anche 30 ore di navigazione, a proprio rischio e pericolo, dato che le forze israeliane potrebbero nuovamente aprire il fuoco quando la Flotilla violerà apertamente il blocco marittimo di Gaza. E’ possibile ricevere ogni informazione e compilare moduli di partecipazione sul sito ufficiale della missione, www.freedomflotilla.it, dove si può anche semplicemente sostenere l’operazione con un versamento bancario e, in ogni caso, dare la propria adesione morale inviando una mail all’indirizzo adesioni@freedomflotilla.it.

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