Precisazione a cura della redazione del sito reteccp.org

Vorrei precisare che, nonostante la versone di Michel Chossudovsky non concordi con quella rilasciata dall'agenzia di stampa Maan.

Il Blocco Navale secondo quanto si legge su Wikipedia, l'enciclopedia libera, è una misura di guerra che ha come scopo di impedire l'accesso e l'uscita di navi dai porti del nemico.
Il blocco navale è disciplinato dal punto di vista delle leggi internazionali dalla Dichiarazione di Parigi del 1856.
In concomitanza da quanto è stabilito dalla Convenzione di Ginevra, il blocco navale è regolamentato nei seguenti punti:
Prima di attuare il blocco navale la forza militare che lo attua deve comunicare alle nazioni terze non belligeranti la definizione geografica della zona soggetta al blocco stesso, l'imparzialità del blocco nei confronti delle nazioni non belligeranti, la possibilità di catturare qualsiasi imbarcazione mercantile che violi il blocco e il suo deferimento a un apposito tribunale delle prede, la possibilità di attaccare qualsiasi imbarcazione mercantile nemica che opponga resistenza al blocco navale, l'obbligo da parte della forza militare che attua il blocco di permettere il passaggio di carichi contenenti beni di prima necessità e medicinali per la popolazione locale.

Il blocco navale è uno strumento consentito dal diritto internazionale: e dunque è consentito anche l'abbordaggio di navi che tentano di forzarlo. Per essere legittimo, però, un blocco deve avere l'obiettivo di privare il nemico di rifornimenti necessari alla condotta delle ostilità: ed è Israele stesso, invece, a precisare che il suo obiettivo è politico, non militare: indurre gli abitanti di Gaza a non sostenere Hamas - una forma di coercizione attraverso l'inflizione di sofferenza vietata dall'articolo 31 della Quarta Convenzione di Ginevra.

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