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2/2/2012

Ban Ki-moon entra a Gaza accolto dal lancio di scarpe, sassi e sabbia

Al-Arabiya, InfoPal. Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è entrato questa mattina nella Striscia di Gaza.

Ad attenderlo al valico di Eretz, circa 50 cittadini di Gaza, in gran parte familiari di detenuti palestinesi, che hanno lanciato scarpe, sabbia e sassolini contro le auto del convoglio Onu. E’ quanto riferisce un corrispondente di Afp.

Gli episodi delle ultime ore: il lancio da Gaza di otto colpi di mortaio verso il Negev, ieri sera, e l’attacco israeliano contro Gaza di questa mattina.

La visita di Ban Ki-moon era stata motivata con la richiesta rivolta a Netanyahu, premier di Israele, di “alleviare l’assedio su Gaza”.

Nel programma della visita del Segretario generale dell’Onu è previsto un sopralluogo presso una scuola e alcune residenze costruite grazie a finanziamenti del Giappone, entrambe a Khan Younes, nel sud di Gaza.

Ban Ki-moon non incontrerà nessuno degli esponenti del governo di Gaza. 

La sua presenza, oggi, ha semmai il significato di rafforzare l’intenzione del Quartetto internazionale di riprendere i negoziati diretti tra le parti.

Ieri ad al-Quds (Gerusalemme), Ki-moon aveva incontrato Netanyahu, al quale aveva chiesto di “impegnarsi in un gesto di distensione” verso i palestinesi.
Il capo delle Nazioni Unite aveva definito “intollerabili” i razzi della resistenza palestinese, promettendo di discutere di una tregua informale tra Israele e la militanza palestinese.

“Condivido le preoccupazioni sulla fragilità della situazione e sono convinto che il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza debba finire”, ha chiarito il Segretario Onu, ripetendo a Netanyahu anche le proprie preoccupazioni per le restrizioni imposte sul territorio assediato.

Israele continua a tenere serrata la Striscia di Gaza: import ed export limitati, secondo le ricorrenti ragioni di sicurezza di Israele, che continua a negare ogni allentamento “per non agevolare Hamas nel rifornimento di armi e finanziamenti”.

Come aveva fatto in più occasioni la comunità internazionale, anche Ki-moon ha riconosciuto ieri quanto siano devastanti gli effetti dell’assedio israeliano sulla popolazione di Gaza.
A tal proposito ha osservato: “Gaza resta la priorità per me, personalmente, e per le Nazioni Unite. (…) Prego perciò il primo ministro israeliano di muoversi in direzione dell’Onu, ovvero per facilitare l’esercizio della nostra missione, umanitaria e di assistenza allo sviluppo per il bene dei palestinesi di Gaza”.

Da parte sua, Netanyahu non ha ritenuto doveroso menzionare nemmeno una volta la parola “Gaza”, insistendo invece sulla necessità di Israele di difendersi dal “terrore”.

Ban Ki-moon rientrerà a New York questa notte, dopo una missione di tre giorni in cui ha tentato di invitare Israele e palestinesi a negoziati diretti, in fase di stallo dal settembre 2010.