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mercoledì 16 gennaio 2013 11:04

Netanyahu contro Obama: nuove colonie in arrivo

Obama lo definisce un "codardo schiavo dei coloni" e il premier lo sfida: 200 nuove unità abitative. Peace Now: +40% di progetti di espansione coloniale nei Territori.

Betlemme, 16 gennaio 2013, Nena News - A una settimana dalle elezioni israeliane, il premier Netanyahu dà l'ennesimo schiaffo in faccia al presidente statunitense Obama: oggi il Ministero delle Case israeliano ha pubblicato due nuove gare d'appalto per la costruzione di 198 unità abitative in Cisgiordania, 114 nella colonia di Efrat e 84 in quella di Kiryat Arba.

L'annuncio giunge a poche ore dalle indiscrezioni riguardo alle parole di critica che uno stizzito presidente Obama avrebbe rivolto all'attuale premier israeliano. Parlando in privato del progetto di costruzione in area E1, tra Gerusalemme e la colonia di Ma'ale Adumim, Obama avrebbe aspramente commentato: "Israele non sa quali sono i suoi interessi". 

A pubblicare l'exploit di Obama è stato l'editorialista di Bloomberg, Jeffrey Goldberg: Obama avrebbe definito Netanyahu "un codardo politico", "schiavo della lobby dei coloni" e "ormai sul sentiero verso il totale isolamento". Parole che non sono certo piaciute al governo israeliano, infuriato per l'uscita di Obama: "Si tratta di una grossa interferenza da parte del presidente statunitense in vista delle elezioni", il commento di un membro del Likud.

Da tempo, la Casa Bianca si è mostrata sempre più lontana dalla visione colonizzatrice e assolutistica del governo israeliano in carica, e non sono pochi gli osservatori che ritengono Israele sempre più isolato all'interno della comunità internazionale. Obama non è mai piaciuto a Tel Aviv, che durante la campagna elettorale americana di novembre ha pubblicamente appoggiato il repubblicano Mitt Romney. 

Ma il vaso è colmo: Obama, così come l'Unione Europea, teme che l'eventuale implementazione del progetto E1 distrugga definitivamente le speranze di tornare al tavolo dei negoziati e non nasconde la sua preoccupazione in merito.

Ma se Netanyahu appare sempre più solo a livello internazionale, in casa sembra godere di grande salute. I sondaggi danno Likud-Beitenu - la coalizione di cui è leader insieme al ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman - in testa.

A rafforzare il premier potrebbero essere proprio le politiche di espansione coloniale, che tanto piacciono all'elettorato di centro-destra. Secondo un rapporto pubblicato oggi dall'associazione israeliana Peace Now, i progetti di espansione coloniale in Cisgiordania hanno subito un'impennata nel corso del 2012: +40%, contro il +20% di incremento sotto il suo predecessore, Olmert. L'obiettivo del premier, secondo Peace Now, è rendere impossibile l'implementazione della soluzione a due Stati, ovvero la creazione di uno Stato di Palestina nei Territori Occupati.

Una strategia che finirà per danneggiare lo stesso Stato di Israele. Se da una parte Netanyahu accusa la leadership palestinese di boicottare il processo di pace, a impedire il ritorno al dialogo è proprio il governo di Israele che prosegue indifferente per la propria strada, sordo ai richiami e alle critiche della comunità internazionale. Nena News

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