Fonte: www.altreinfo.org

24/10/2019

 

Nel 1933 l’ebraismo internazionale dichiara guerra alla Germania di Hitler e boicotta l’economia tedesca.

di Paolo Germani

Poche persone conoscono i fatti di quel singolare evento che contribuì allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e cioè la dichiarazione di guerra contro la Germania da parte dell’ebraismo internazionale, subito dopo l’ascesa di Hitler al potere e molto prima che fossero attuate misure ritorsive o sanzioni di alcun genere contro gli ebrei da parte del governo tedesco.

 

Il boicottaggio economico della Germania

 

L’edizione del DAILY EXPRESS di Londra del 24 Marzo 1933 spiegava come i dirigenti dell’ebraismo, insieme a potenti interessi ebraici internazionali, avessero lanciato un boicottaggio economico della Germania con il preciso scopo di mettere in ginocchio la già precaria economia tedesca nella speranza di abbattere il nuovo regime di Hitler.

 

L’articolo descriveva una prossima “guerra santa” e invitava gli ebrei di tutto il mondo a boicottare le merci tedesche e ad organizzare manifestazioni di massa volte a danneggiare ovunque gli interessi economici della Germania.

Secondo quanto scrive il DAILY EXPRESS:

Tutto l’Israele sparso nel mondo si sta unendo per dichiarare una guerra economica e finanziaria alla Germania. La comparsa della svastica come simbolo della nuova Germania ha fatto tornare in vita il vecchio simbolo di guerra di Giuda. Quattordici milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo sono raccolti insieme come in un’unica persona per dichiarare guerra contro i persecutori tedeschi e i loro discepoli.

Il commerciante ebreo lascerà la sua casa, il banchiere la sua borsa valori, il mercante i suoi affari ed il mendicante il suo umile cappello per unirsi nella guerra santa contro il popolo di Hitler.

 

Il 27 Marzo vi furono marce di protesta simultanee al Madison Square Garden, a Chicago, Boston, Philadelphia, Baltimora, Cleveland ed in 70 altre località.

 

La protesta di New York fu trasmessa in tutto il mondo.

 

La “Nuova Germania“ venne dichiarata nemica degli interessi ebraici e quindi bisognava strangolarla economicamente.

 

La reazione di Hitler e del Nazismo

Fu proprio in risposta al boicottaggio organizzato dagli ebrei che il governo tedesco annunciò il contestuale boicottaggio dei negozi tedeschi in Germania con decorrenza 1° Aprile 1933 e per un giorno a settimana.

Il Ministro della Propaganda tedesco Joseph Goebbels affermò che, qualora non vi fossero stati ulteriori attacchi alla Germania il giorno di boicottaggio sarebbe stato sospeso.

Adolf Hitler in persona replicò al boicottaggio ebraico e alle minacce in un discorso del 28 Marzo 1933, quattro giorni dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’ebraismo mondiale, con queste parole:

Ora che i locali nemici della nazione sono stati eliminati dal popolo tedesco, ciò che abbiamo atteso a lungo non finirà. I criminali marxisti e comunisti assieme ai loro istigatori ebraico-intellettuali, che hanno portato con sé i loro capitali oltre confine al momento giusto, stanno scatenando una campagna di agitazioni sediziosa e senza scrupoli contro il popolo tedesco nel suo insieme.

Menzogne e diffamazioni di una perversità da fare accapponare la pelle vengono lanciate contro la Germania. Storie orribili di corpi smembrati di ebrei, occhi strappati dalle orbite e mani amputate stanno circolando col preciso scopo di diffamare il popolo tedesco nel mondo per la seconda volta, proprio come riuscirono a fare nel 1914.

 

L’ordine di Hitler di boicottare per un giorno i negozi ebraici fu una diretta risposta alla dichiarazione di guerra economica alla Germania, da parte della dirigenza ebraica mondiale. Queste motivazioni vengono omesse dalla storia.

Infatti l’ordine di Hitler viene oggi descritto come un puro atto di aggressione verso gli ebrei senza tuttavia indicare le circostanze che lo hanno determinato.

Per capire la reazione di Hitler alla dichiarazione di guerra della Comunità Ebraica Internazionale, è vitale comprendere lo stato critico in cui versava in quei tempi l’economia tedesca.

 

Le condizioni economiche della Germania nel 1933

Nel 1933 l’economia tedesca era a soqquadro. Tre milioni di tedeschi erano assistiti dallo stato e vi erano sei milioni di disoccupati. L’iper-inflazione degli anni venti e la deflazione che la seguì avevano distrutto la vitalità economica della nazione tedesca. Inoltre la propaganda anti-tedesca che imperversava sulla stampa mondiale aveva rafforzato i propositi dei nemici della Germania, specialmente i polacchi ed il loro aggressivo alto comando militare.

 

I leaders ebraici non stavano bleffando.

Il boicottaggio era un atto di guerra non solo in senso metaforico: era un mezzo, ben congegnato, per distruggere la Germania come entità economica, sociale e politica. Lo scopo del boicottaggio ebraico a lungo termine era quello di portare la Germania alla bancarotta e mantenerla demilitarizzata e vulnerabile.

 

Tale boicottaggio, infatti, fu rovinoso per lo stato tedesco. Le esportazioni tedesche si ridussero del 10% e in molti paesi veniva richiesto il ano il congelamento dei beni tedeschi all’estero (Edwin Black, L’Accordo di Trasferimento – La Storia non raccontata del Patto Segreto fra il Terzo Reich e la Palestina Ebraica, New York, 1984).

 

Samuel Untermyer e la Conferenza Internazionale del Boicottaggio Ebraico

Gli attacchi alla Germania non cessarono. Ad Amsterdam si tenne una Conferenza Internazionale del Boicottaggio Ebraico per coordinare la campagna in corso. Venne tenuta sotto gli auspici della Federazione Mondiale Economica Ebraica, della quale fu eletto presidente Samuel Untermyer, il famoso procuratore di New York City che sosteneva la necessità di una “guerra santa” contro la Germania.

 

File source: http://de.metapedia.org/wiki/Datei:1933-07-07_-_The_New_York_Times_-_Untermyer_Back,_Greeted_In_Harbor.jpgAl suo ritorno negli Stati Uniti, Untermyer rilasciò un discorso alla Radio WABC di new York, una trascrizione del quale fu pubblicato sul The New York Times il 7 Agosto 1933.

L’infiammante oratoria di Untermyer chiamava ad una “guerra santa” contro la Germania, asserendo che la Germania era impegnata in un progetto per “sterminare gli ebrei“.

 

Ecco quanto disse Untermyer:

La Germania, da una nazione di cultura, è stata trasformata in un vero e proprio inferno di bestie crudeli e selvagge. E’ perché lo dobbiamo non solo alla nostra progenie perseguitata ma al mondo intero che bisogna colpire in modo tale da liberare l’umanità dal ripetersi di questa incredibile tragedia.

Ora o mai più le nazioni del mondo devono fare causa comune contro il massacro, la fame, l’annientamento, le demoniache torture, la crudeltà e le persecuzioni che vengono inflitte giorno dopo giorno su questi uomini, donne e bambini.

Quando il tutto verrà alla luce. Il mondo avrà davanti un quadro così tremendo nella sua barbara crudeltà che l’inferno della guerra e le presunte atrocità belghe impallidiranno se paragonate a questa campagna diabolica, deliberata, pianificata a sangue freddo e già in parte eseguita per lo sterminio di un popolo fiero, gentile, leale e rispettoso delle leggi.

Gli ebrei sono gli aristocratici del mondo. Da tempo immemorabile essi vengono perseguitati ed hanno visto i loro persecutori andare e venire. Solo loro sono sopravissuti. E così la storia si ripete, ma ciò non fornisce una ragione perché noi si debba permettere il ritorno all’età buia di quella che una volta era una grande nazione o evitare di salvare queste 600.000 anime dalle torture dell’inferno.

Ciò che proponiamo, ed in tal senso siamo già andati avanti, è di perseguire un puro boicottaggio economico difensivo che mini il regime hitleriano riportando il popolo tedesco alla ragione, distruggendo le loro esportazioni dalle quali dipende la loro esistenza.

 

Questo è ciò che proponiamo e stiamo già organizzando l’opinione mondiale ad esprimersi nel solo modo in cui la Germania può essere portata alla ragione.

 

Untermyer raccontò poi ai suoi ascoltatori una storia falsa sul perché del boicottaggio. Egli proclamò che i tedeschi stavano procedendo verso un piano per “sterminare gli ebrei“:

 

Il regime di Hitler si è instaurato e sta perseguendo il suo boicottaggio per sterminare gli ebrei affiggendo manifesti sui negozi ebraici, mettendo in guardia i tedeschi dal commerciare con loro, mettendo in prigione i negozianti ebrei e facendoli camminare a centinaia per le strade sotto lo sguardo delle truppe naziste per il solo crimine di essere ebrei, espellendoli dalle professioni svolte nelle quali molti di loro hanno raggiunto posti di prim’ordine, escludendo i loro figli dalle scuole, gli uomini dai sindacati di categoria, chiudendo loro in faccia ogni via di sviluppo, chiudendoli in campi di concentramento, facendoli morire di fame, torturandoli senza motivo, usando ogni tipo di tortura inumana oltre ogni concezione, fino a suicidio sopravvenuto come unico mezzo di fuga, tutto questo perché sono o i loro avi erano ebrei e col solo scopo di sterminarli.

Il fatto che queste affermazioni contro la Germania siano state fatte nel 1933 la dice lunga sulla natura della campagna di propaganda scatenata dalla Comunità Ebraica contro la Germania.

 

PS: l’obiettivo di questo articolo è quello di raccontare i fatti storici, così come sono avvenuti. Oscurare parti della storia impedisce la sua comprensione.

 

Bibliografia

  1. The Barnes Review, Genn./Febbr. 2001, pag. 41-45 – Vol. 7
  2. Edwin Black, L’Accordo di Trasferimento – La Storia non raccontata del Patto Segreto fra il Terzo Reich e la Palestina Ebraica, New York, 1984
  3. The Anti-Nazi Boycott of 1933American Jewish Historical Society. Accessed January 22, 2009.

Staff. “NAZI FOES HERE CALMED BY POLICE; Hotel Congested by Delegates Seeking to Join in Protest of Jewish Congress. NATIONAL ACTION PLANNED Resolution for Rallies Throughout Country to Protest Against Hitler Policies Is Adopted.”The New York Times, March 20, 1933. Accessed January 23, 2009

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