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17 dicembre 2014

A Strasburgo vince il compromesso

Il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza una risoluzione di sostegno al riconoscimento dello Stato palestinese e alla soluzione a due Stati. Un voto giudicato storico, ma difficilmente avrà effetti pratici

Roma, 17 dicembre 2014, Nena News

Giornata intensa sul fronte diplomatico per i palestinesi. Ma è stata anche una giornata di compromessi sul loro destino.

Il Parlamento europeo ha approvato con un’ampia maggioranza (498 sì, 88 no e 111 astensioni) il sostegno “in linea di principio” al riconoscimento dello Stato di Palestina sulla base dei confini del 1967 e alla soluzione a due Stati, ritenendo che devono andare “di pari passo con l’avanzamento dei negoziati di pace” di cui esorta la ripresa. È un voto giudicato storico, ma non è un riconoscimento pieno, senza condizioni e immediato, come ha fatto, primo Paese europeo, la Svezia. Inoltre, la risoluzione votata a Strasburgo non è vincolante, non sollecita gli Stati della Ue a riconoscere la Palestina. Insomma, difficilmente avrà conseguenze pratiche.

È stata, invece, il frutto di un accordo tra le maggiori forze politiche del Parlamento. La proposta iniziale dei Socialdemocratici e dei Verdi era di presentare ai 28 Paesi membri della Ue una mozione per un riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina senza condizioni. Dal confronto con i partiti di centrodestra, il più numeroso gruppo parlamentare, e l’Alleanza dei Liberali e dei Democratici, è scaturito un compromesso che vincola il riconoscimento ai negoziati con Israele. Quei colloqui sponsorizzati dalla Casa Bianca che sono naufragati lo scorso aprile di fronte alla ininterrotta politica degli insediamenti nei territori occupati portata avanti da Tel Aviv.

In Europa alcuni governi hanno esercitato pressioni per la ripresa dei negoziati, portando nei propri Parlamenti la questione del riconoscimento. La scelta di Stoccolma dello scorso ottobre, è stata seguita, ma con determinazione diversa, dalle decisioni non vincolanti delle Assemblee di Londra, Parigi e Dublino.

Inoltre, questa mattina è arrivata una buona notizia per Hamas dalla Corte di Giustizia europea che ha annullato la decisione presa nel 2001 di inserire il movimento di resistenza palestinese nella lista nera europea delle organizzazioni terroristiche. Una sentenza tecnica, ha precisato il tribunale comunitario, che ha scatenato l’ira di Israele e la reazione della Commissione europea. Da Bruxelles poche ore dopo hanno chiarito che l’Ue continua a considerare Hamas un gruppo terroristico.

Infine, la giornata potrebbe concludersi con la presentazione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di una risoluzione sulla fine dell’occupazione israeliana. La bozza, secondo quanto riferito dalla stampa palestinese, sarà però quella francese e non quella sostenuta dai Paesi arabi, che prevedeva il ritiro delle forze di occupazione israeliana da Territori entro il 2016. Anche qui si è arrivati a un compromesso: due anni per finire i negoziati e nessuna menzione dell’occupazione israeliana. È stato eliminato il riconoscimento di Israele come Stato ebraico. Nena News

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