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04/06/2014

Lo sciopero della fame dei detenuti palestinesi
traduzione di Amedeo Rossi


Nonostante il parere contrario dei medici e in violazione del codice deontologico professionale, il Primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu ha ordinato di accelerare l’iter legislativo che renderà possibile l’alimentazione forzata dei detenuti palestinesi che attualmente stanno sostenendo uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione amministrativa, Medici per i diritti umani - Israele (PHR-IL) chiede al governo di liberare tutti i prigionieri in detenzione amministrativa e sollecita la comunità dei medici israeliani a denunciare e lottare contro la legge sull’alimentazione forzata.
Le pressioni su Israele sono in costante aumento mentre lo sciopero della fame continua. Ogni giorno un numero sempre maggiore di detenuti palestinesi si unisce allo sciopero in solidarietà con i prigionieri in detenzione amministrativa, ed il numero dei partecipanti attualmente è di circa 300. Novanta di loro- i detenuti “amministrativi” che hanno iniziato lo sciopero della fame- sono arrivati al loro quarantunesimo giorno di digiuno. Circa settanta sono stati trasferiti negli ospedali pubblici per le cure come pazienti, alla luce della maggiore preparazione degli ospedali e della disposizione del Ministero della Sanità (maggiori dettagli più sotto).

Durante lo scorso anno il governo israeliano ha proposto una legge con l’intento di permettere l’alimentazione forzata di prigionieri che fanno lo sciopero della fame. La legge è stata presentata in seguito al massiccio sciopero della fame del 2012, che è finito con un accordo con gli scioperanti e con la liberazione di alcuni detenuti amministrativi.
In base a quanto affermato dai mezzi di comunicazione, lunedì 2 giugno il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato di accelerare l’iter della legge. Il progetto di legge è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 18 maggio 2014 e verrà a breve messo ai voti della Knesset. L’intento è che il primo ministro ordinerà una corsia preferenziale per la rapida approvazione della legge in modo che possa essere applicata nella lotta del governo contro lo sciopero della fame in corso attualmente.

L’alimentazione forzata e le cure contro la volontà [degli scioperanti] previste dalla legge costituirebbero gravi violazioni dei diritti umani e del codice deontologico[dei medici], compreso quanto segue: la legalizzazione della tortura attraverso la regolazione e l’autorizzazione dell’alimentazione e della cura forzate di chi fa lo sciopero della fame; uso improprio di medicine e/o di medici a fini politici; infrazione di leggi nazionali, della dichiarazione dei diritti del malato e di numerose convenzioni internazionali.

L’ordine dei medici israeliani ha manifestato una ferma posizione contro questa legge e ha invitato i medici a non contravvenire alla deontologia professionale. Il Consiglio Nazionale di Bioetica, l’ente competente che fornisce il proprio parere al governo israeliano su questi argomenti, ha raccomandato che la legge venga del tutto respinta. 
Nel tentativo di bloccare la legge prima che venga approvata, Medici per i diritti umani- Israele chiede l’intervento dell’Associazione mondiale dei medici e dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

I dettagli della legge e gli argomenti dei suoi promotori rivelano chiaramente le ragioni che stanno dietro questa proposta di legge. La posizione delineata dal primo ministro in un Consiglio dei ministri allo stesso modo non lascia spazio a dubbi riguardo alle sue motivazioni. L’unico modo che lo Stato di Israele sceglie per affrontare la protesta non violenta dei detenuti palestinesi è reprimerli. Invece di prendere in considerazione le politiche di detenzione dei palestinesi, lo Stato di Israele utilizza la forza per spezzare la protesta dello sciopero della fame e gli scioperanti stessi.
Di fronte alla resistenza dei corpi professionali e all’appello dell’IMA ai medici affinché si comportino solo in base all’etica professionale, il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato durante un Consiglio dei ministri che ci saranno sicuramente medici disposti a praticare l’alimentazione e la cura forzate dei prigionieri. 
Medici per i Diritti Umani- Israele crede fermamente nella correttezza e nella forza della posizione etica della comunità dei medici israeliani, e nella sua capacità di lottare contro questa spregevole proposta. I medici non si faranno complici di torture e non violeranno l’etica della loro professione. PHR-IL invita tutti gli operatori sanitari a fare tutto ciò che è in loro potere per evitare l’approvazione di questa legge.


Fatti che riguardono lo sciopero e aggiornamenti:

Accesso di medici indipendenti: Medici per I Diritti Umani-Israele ha presentato decine di richieste al Sevizio Penitenziario Israeliano (IPS) per chiedere che medici indipendenti possano visitare e aiutare gli scioperanti che sono stati ospedalizzati a Kaplan, Meir, Ichilov e Ha-Emek, tutti ospedali pubblici. Ieri, 3 giugno 2014, è pervenuta una risposta dall’IPS in cui si informa che ogni richiesta di visite in ospedale deve essere approvata direttamente da loro. PHR-IL spera che il coordinamento tra gli ospedali e l’IPS non sia intralciata da inutili intoppi burocratici che possa ostacolare l’accesso di medici indipendenti agli scioperanti.
Tutti i detenuti in sciopero della fame dovrebbero avere accesso ad adeguate cure mediche e verifiche da parte di un medico con il quale possano stabilire rapporti di fiducia, ed il trattamento riservato a chi fa uno sciopero della fame da parte delle autorità deve rispettare gli standard etici e professionali delle cure mediche.

La reazione dell’ISP allo sciopero della fame:
il Servizio Carcerario Israeliano ha risposto con sanzioni e punizioni agli scioperanti, compreso l’isolamento, perquisizioni corporali, violenti raid nelle celle, il rifiuto di visite da parte dei parenti e continue restrizioni riguardo agli incontri tra gli scioperanti ed i loro legali. PHR- IL sottolinea il fatto che gli scioperi della fame sono una forma consentita di protesta non violenta e non dovrebbero essere affrontate con misure punitive. E’ l’unico modo di agire per coloro che sono sottoposti a detenzione amministrativa. L’IPS non dovrebbe quindi imporre le succitate azioni punitive contro gli scioperanti.

Accesso agli ospedali:
in base alle direttive del Ministero della Sanità israeliano (MOH) un prigioniero in sciopero della fame deve essere trasferito in un ospedale civile al ventottesimo giorno di digiuno. Queste direttive sono state emanate nel gennaio 2013 in seguito alle pressanti richieste del PHR-IL affinchè gli scioperanti fossero spostati in ospedali civili pubblici. Ai primi di maggio, in seguito a una riunione tra l’IPS e i dirigenti del pronto soccorso di alcuni ospedali, si è arrivati ad alcune decisioni, tra cui le seguenti: a) I prigionieri in sciopero della fame devono essere distribuiti in vari ospedali civili in modo da evitare il sovraffollamento degli ospedali. Ci si è accordati sul fatto che ogni ospedale avrebbe ricevuto circa 10 pazienti in sciopero della fame. b) La disposizione e le direttive del MOH in base alle quali gli scioperanti devono essere spostati in ospedale al ventottesimo giorno è stata modificata richiedendo l’ospedalizzazione al trentacinquesimo giorno. Comunque si è deciso che al ventottesimo giorno ogni scioperante sia portato in un ospedale civile per essere visitato. I dottori volontari di PHR-IL che lavorano negli ospedali hanno informato di scioperanti ammanettati e della presenza di molte guardie carcerarie. Hanno sottolineato la difficoltà di curare gli scioperanti in quelle condizioni, in primo luogo per la mancanza di privacy e [della possibilità] di un rapporto di fiducia con il medico.

Cure mediche adeguate e [non contrarie] alla deontologia professionale:
Il trattamento di così tanti scioperanti pone seri problemi alla comunità medica in quanto ciò richiede particolare attenzione professionale e conforme alla deontologia professionale. In un incontro organizzato dall’Ordine Professionale dei Medici israeliano (IMA) il 28 maggio c’è stato un tentativo di raggiungere un accordo riguardo al corretto atteggiamento e trattamento nei confronti di chi fa lo sciopero della fame, e si è stabilito che si tratta in primo luogo e soprattutto di pazienti. Oltre a ciò, i dirigenti dell’IMA hanno messo assolutamente in chiaro che l’alimentazione forzata era completamente e assolutamente proibita. Alcuni punti della questione richiedono un’attenzione e una discussione specifica:
bisogna chiarire su cosa può essere fatto quando uno scioperante perde conoscienza. L’alimentazione artificiale è eticamente accettabile solo con il consenso esplicito o implicito dello scioperante. E’ fondamentale stabilire un rapporto di fiducia con il paziente per avere un dialogo aperto e onesto.

Legislazione per ottenere l’alimentazione forzata:
il passaggio legislativo per imporre l’alimentazione forzata è in atto. Il 18 maggio 2014 il consiglio dei ministri israeliano ha approvato la proposta di emendamento alla legge carceraria [nuova formulazione] (Prevenire danni dovuti allo sciopero della fame), del 2013. Nonostante l’IMA e il Comitato Nazionale di Bioetica abbiano opposto forti obiezioni a questa legge e alla collaborazione da parte dei medici che richiede, l’appoggio del governo a una simile linea può erodere la ferma opposizione attualmente presa contro questa legge. PHR-IL esprime il proprio timore che le pressioni del governo per promuovere questa legge saranno incrementate quando lo sciopero raggiungerà il suo punto cruciale. Le attività di PHR-IL: PHR-IL ha inviato ad organizzazioni internazionali di medici, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Associazione mondiale dei medici e i “Rapporteour” sulla [pratica della] tortura e sul diritto alla salute, per denunciare pubblicamente l’emendamento proposto in quanto: a) viola una lunga serie di principi della deontologia professionale dei medici, trattati e dichiarazioni internazionali, e l’attuale legislazione nazionale. b) ricade sotto disposizioni legali che assicurano l’immunità, e altre misure che garantiscono de facto o de jure l’impunità in violazione della proibizione della tortura. Di fronte all’attuale sciopero della fame, l’appello di PHR-IL a queste entità internazionali sottolinea l’urgenza di questa denuncia dovuta al pericolo che l’emendamento proposto pone ai partecipanti all’attuale sciopero della fame.

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