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Settembre 26, 2015

 

Cina. Così due chiese (su 1.500) hanno impedito al governo comunista di abbattere le loro croci

di Leone Grotti

 

Il governo comunista della Cina ha abbattuto in poco più di un anno circa 1.500 croci nella provincia di Zhejiang, portando avanti la campagna delle «Tre rettifiche e una demolizione» contro i cristiani. La città di Wenzhou, soprannominata la “Gerusalemme cinese”, dove il 10 per cento della popolazione è cristiana, è stata particolarmente colpita e le croci sono state demolite una dopo l’altra. Solo due hanno resistito fino ad oggi: quelle delle chiese di Zengshan e di Xialing.

MUSCOLI E CERVELLO. Le due chiese hanno usato due tattiche opposte per difendersi dai soprusi, «dall’umiliazione e dall’oppressione religiosa» del governo: la prima ha tirato fuori i muscoli, mentre la seconda ha affinato il cervello. I fedeli della chiesa di Zengshan, insieme a tanti altri, hanno fatto un enorme sforzo comunitario per impedire fisicamente ai funzionari comunisti locali di abbattere la loro croce. Quelli della chiesa di Xialing hanno invece usato le stesse leggi approvate dal partito.

«FRONTE UNITO DI DIO». Fang Shou’ai (nome di fantasia), cristiano locale, ha raccontato al giornale di Hong Kong The Initium Media, poi ripreso da Foreign Policy, come sono riusciti a resistere: «L’11 ottobre [2014] abbiamo fatto un incontro con tutte le chiese della contea di Pingyang (Wenzhou) che avevano cercato di proteggere il proprio crocifisso». I fedeli di Zengshan già da 100 giorni proteggevano giorno e notte la loro chiesa, impedendo agli emissari del partito di entrare nella proprietà, ed erano ormai sfiniti. «Abbiamo spiegato a tutti il pericolo che stavamo correndo», continua Fang, e un accordo è stato trovato: tutti i fedeli della contea, cioè più di un migliaio, si sarebbero alternati nella difesa della chiesa di Zengshan ogni giorno. «Ci siamo chiamati: il Fronte unito di Dio».

FILO SPINATO E SQUADRE SPECIALI. Nessuna tattica è stata trascurata: grossi massi sono stati posti davanti alla chiesa per impedire alle gru governative di passare, due piccoli dormitori sono stati costruiti dentro i cancelli della chiesa per far riposare i più giovani e più anziani a turno durante la notte, sulla sommità della cinta muraria che circonda la proprietà della chiesa è stato apposto il filo spinato. Inoltre, sono stati installati camere di sorveglianza lungo tutto il perimetro, per individuare subito eventuali intrusioni, altoparlanti per dare avvisi e lanciare l’allarme in caso di bisogno. Infine, squadre speciali si sono allenate per proteggere fisicamente la croce in caso di emergenza.

STRATEGIA PER POCHI. Un anno dopo, il crocifisso della chiesa di Zengshan campeggia ancora sulla sommità dell’edificio ed è l’unico rimasto in tutta la contea di Pingyang. Ma la strategia utilizzata dai cristiani locali non può certo essere riprodotta in tutte le situazioni: servono infatti forze ingenti e un ampio numero di fedeli. La chiesa di Xialing, nel distretto di Lucheng (Wenzhou), sarebbe sicuramente stata spacciata come tutte le altre se avesse dovuto ricorrere alla forza. Ma ha avuto la fortuna di incontrare Zhang Kai.

ARRIVA ZHANG KAI. Avvocato cristiano appartenente al gruppo Xinqiao, che si batte per la difesa dei diritti umani, Zhang è molto conosciuto in Cina. È stato lui che il 2 dicembre 2014, incontrando i leader religiosi della comunità di Xialing, li ha convinti di quanto «l’attacco fosse la miglior difesa». «Alle 11 di mattina il governo ci ha inviato l’ordine di demolizione della nostra croce. Alle 2 del pomeriggio Zhang ci aveva già promesso che sarebbe arrivato a Wenzhou il prima possibile. Sapevamo di aver bisogno di un avvocato», racconta il pastore Chen Zongyi (pseudonimo).

QUATTRO AZIONI LEGALI. Zhang ha esposto ai leader religiosi una strategia difensiva totalmente legale, ma piuttosto costosa: «Mi serviranno tra i 50 mila e gli 80 mila dollari». Chen gli ha risposto: «Li troveremo». Dopo una settimana un team di 11 avvocati è arrivato alla chiesa di Xialing per studiare il caso nei dettagli e proporre quattro diverse azioni legali contro il governo locale: richiesta di risarcimento per il danneggiamento delle scale della chiesa durante il primo tentativo da parte del governo di demolire il loro crocifisso; denuncia per “violazioni amministrative” per aver senza motivo staccato l’elettricità e l’acqua alla chiesa; denuncia per aver scritto che sarebbe stata demolita la «costruzione illegale», dal momento che non è illegale e, infine, un’ingiunzione agli ufficiali richiedendo la pubblicazione di tutte le informazioni relative alle demolizioni.

IL SUCCESSO. L’offensiva legale ha stupito le autorità del distretto di Lucheng, che hanno subito aperto un tavolo di discussione con le autorità della chiesa. Dopo qualche settimana, le parti hanno raggiunto un tacito accordo: “Noi ritiriamo tutte le denunce e voi ci lasciate la nostra croce”.

La voce del successo inaspettato, ottenuto legalmente dai fedeli della chiesa di Xialing, ha fatto presto il giro della città. Pochi mesi dopo, nell’agosto del 2015, le chiese clienti di Zhang Kai erano già salite a un centinaio. Il 16 agosto, l’avvocato ha riunito tutti i responsabili delle comunità in una sala di un piccolo villaggio di Wenzhou e li ha arringati così: «Se non riuscite a resistere voi dal farvi demolire le croci, che avete una dozzina di chiese per ogni distretto, come potranno resistere quei villaggi dove magari c’è solo una piccola chiesetta?  Io credo che Dio abbia un grande piano per Wenzhou, che sta subendo questa oppressione. Solo completando questo test, le chiese riusciranno ad assumere la leadership della missione in Cina, meritando il titolo di Gerusalemme cinese».

L’ARRESTO E LA SCOMPARSA. Nove giorni dopo, il 25 agosto, l’avvocato Zhang, insieme ad altri attivisti e a un pastore protestante, è scomparso. La famiglia è convinta che sia stato arrestato e nascosto in una delle tanti prigioni nere sparse per il paese. In base alla legge cinese, possono passare fino a sei mesi prima che la famiglia venga informata dell’arresto. Un altro avvocato del suo gruppo, Yang Xingquan, ha detto che l’Ufficio della pubblica sicurezza di Wenzhou ha accusato Zhang di danneggiare la sicurezza nazionale e di aver riunito una folla per disturbare l’ordine pubblico. Le due accuse sono spesso usate dal governo per arrestare e condannare i dissidenti.

CRISTIANI PREOCCUPATI. Wang Xunzhu (pseudonimo), giovane pastore di una delle chiese aiutate da Zhang, ha commentato così la sua scomparsa: «Siamo rimasti sorpresi, ma sapevamo che sarebbe potuto accadere». Il pastore della chiesa di Xialing, Chen, è preoccupato: «La maggior parte delle chiese ora non potrà resistere».

 

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